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EDITORIALE: Pazza voglia di Napoli, una sfida da affrontare.

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Con una permanenza media di tre giorni, Napoli è la città italiana – dopo Roma – in cui i turisti restano più a lungo. Il livello di soddisfazione di chi ha visitato la città nei primi mesi di quest’anno è superiore rispetto a quello, già elevato, registrato nel 2023 con il patrimonio storico-monumentale, la cultura e il folklore e l’enogastronomia che sfiorano la valutazione massima.

Sono alcuni dei dati che emergono dal lavoro condotto dall’Osservatorio scientifico, lo strumento di cui il Comune di Napoli si è dotato per analizzare in modo costante i flussi di visitatori, in maniera da garantire servizi adeguati e fare del turismo uno stabile fattore di crescita economica e sociale della città.  

Nel periodo aprile-ottobre 2023 è stata registrata una media mensile che oscilla intorno a un milione e 200mila pernottamenti, con una marcata crescita rispetto all’anno precedente. In tutti gli altri mesi, ad eccezione di febbraio, è stata sempre superata la soglia degli 800mila pernottamenti, segno che Napoli comincia ad essere attrattiva davvero 365 giorni all’anno. I primi dati del 2024 sono anche superiori a quelli del 2023.

Sono numeri, e come tali, non sono opinabili.

Napoli turistica: i punti di forza

Napoli sta vivendo un momento magico, smentiti i maligni che associavano la “voglia di Partenope” unicamente legata ai trionfi sportivi. Macché.

Dai grandi concerti, Piazza del Plebiscito e Stadio Maradona, alle innumerevoli produzioni audiovisive che scelgono la città quale location delle loro riprese (grandissima attesa per l’ultimo film di Paolo Sorrentino in uscita a Ottobre), agli eventi culturali e ricreativi senza contare l’incredibile offerta enogastronomica e le nuove attrazioni paesaggistiche (si pensi al boom del Monte Echia) appare chiaro che il “brand Napoli” sia in crescita costante.

E non è un caso se si moltiplicano le imprese turistiche e se nei prossimi tre anni hanno già programmato il proprio sbarco in città alcune delle catene alberghiere più rinomate al mondo (Marriott e Rocco Forte, ma si parla anche del gruppo Four Seasons).

Napoli turistica: i punti da migliorare

Chi vi scrive non vuole nascondere anche i “rischi” che questo “magic moment” di Napoli comporta. Perché ce ne sono.

Progetto della Linea 6. Fonte: “Napoli da Vivere”

A cominciare dalla tenuta e dalla organizzazione dei servizi essenziali che rischiano di andare in affanno con una ondata di persone che popolano la città, oltre ai residenti, ormai dodici mesi l’anno.

Per non parlare dell’aumento dei prezzi, anche dei beni essenziali, che ormai si riscontra ovunque. Il tema di fondo è come gestire questo straordinario valore che è il turismo e rendere questi numeri non solo stabili ma anche “qualitativamente” sempre migliori, senza che questo abbia un impatto negativo sulla vita dei cittadini napoletani.

Va detto che sul piano dei trasporti, tanto per toccare un piano storicamente dolente, molte cose sono state fatte.I nuovi treni della metropolitana garantiscono un servizio nettamente migliore rispetto a tre anni fa. Più mezzi con una capienza raddoppiata significa ridurre drasticamente i tempi medi di attesa e offrire un servizio adeguato.

Come pure l’apertura della Linea 6 e le prossime inaugurazioni delle stazioni di Centro Direzionale e Tribunale (previste entro l’anno) e soprattutto quella, attesissima, di Capodichino nel 2026 sono dei tasselli fondamentali per la crescita del livello organizzativo e infrastrutturale della città.

Bisogna poi affrontare il tema del decoro urbano, implementando la raccolta e lo spazzamento a maggior ragione di fronte a una tale massa di persone che si muove sul nostro territorio in qualsiasi stagione dell’anno.

Insomma i nodi sul tavolo sono numerosi e non bisogna ignorare la preoccupazione di chi avverte sui rischi che l’over tourism può provocare.

Ma è fuori discussione che questa congiuntura così straordinariamente favorevole apra nuove opportunità di sviluppo.

Napoli: una città dalla vocazione internazionale

Napoli è tornata ad essere pienamente competitiva sul piano internazionale. Le grandi multinazionali e i maggiori fondi di investimento colgono in pieno le potenzialità enormi di alcuni territori della città.

Si pensi a ciò che è avvenuto a San Giovanni con il Campus della Apple o con le grandi start up che stanno investendo moltissimo da quelle parti. Oppure ai grandi progetti per l’area Est, crocevia ideale essendo il punto di snodo delle tre infrastrutture della mobilità principali (porto, aeroporto, stazione).

Campus Apple

In quella zona dovrebbe, tanto per fare un esempio, sorgere il nuovo palazzetto degli eventi che consentirebbe di moltiplicare l’offerta musicale e aggregativa e di decongestionare il centro, altro punto molto discusso dalla cittadinanza soprattutto in riferimento alla contemporaneità dei live al Plebiscito e allo Stadio.

Potremmo citare anche Bagnoli che, dopo oltre 30 anni di (eufemismo) buchi nell’acqua, vede finalmente una concreta possibilità di ripartenza e di nuove opportunità, ma aspettiamo di capire l’evoluzione dei progetti in cantiere per esprimere un parere più “solido”.

Insomma ci sono tutte le condizioni affinché, ed è questa la sfida più alta, da Napoli non si debba più scappare perché siamo “senza speranza” e senza futuro.

L’obiettivo, a mio parere, non è soltanto rendere felici i turisti che arrivano e aumentare la loro presenza che significa indotto e PIL (soprattutto se ci concentriamo sulla “qualità” degli arrivi) ma costruire una città all’altezza dei sogni di una generazione di napoletani che troppo spesso è stata costretta ad andarsene a malincuore.

Abbiamo bisogno di riattrarre le nostre migliori energie, le nostre risorse umane più vivaci e creative, i nostri imprenditori più illuminati perché davvero Napoli e la sua area metropolitana possono rappresentare un moltiplicatore virtuoso di bellezza e concretezza che non ha eguali nel mondo.

Stendhal così salutò la città al termine del suo viaggio: «Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo.»

Aveva ragione, sta a noi sostituire quel “parto” con un bel “torno”.

Mettiamoci in cammino…

Lorenzo Crea

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Pubblicato il
12/07/2024
Scritto da