Nel basso Salento, nel suggestivo borgo di Presicce, si tiene ogni anno nel mese di novembre un rito molto sentito: il rito del fuoco.
La cosiddetta Focareddha de Sant’Andrea, santo patrono del borgo, è una celebrazione che affiora le sue radici nel XVII secolo. Scopriamo di più su questo storico rituale!
Il rito del fuoco della “Focareddha”: una celebrazione dalle origini antiche
La Focareddha risale al 1664, e rappresenta un mix di religione, tradizione e usanze tipiche. Alla vigilia di Sant’Andrea Apostolo era consuetudine accendere dei piccoli falò nei pressi delle case di Presicce. Era un momento di divertimento, soprattutto per i bambini.
L’idea era quella di accendere un fuoco purificatore: secondo le credenze storiche, il fuoco aveva il potere di allontanare le influenze negative. Quando si bruciavano oggetti, cibi o animali, le fiamme rappresentavano il preludio ad una stagione invernale meno rigida, che avrebbe successivamente consentito i raccolti.
Gli abitanti del borgo hanno sempre manifestato una forte devozione per Sant’Andrea: proprio per questo, una vecchia usanza è quella di dare ai bambini nati in questo periodo dell’anno il nome Andrea.
Ancora oggi, la Focareddha è un falò che si accende la sera del 30 novembre, giorno in cui si festeggia sant’Andrea.
Già il 21 novembre si dedicano preghiere al santo; il 29 novembre, giorno della vigilia, si effettua il giro con il tamburreddhu per le strade di Presicce e la sera, invece, si tiene una processione religiosa in suo onore. Musica dal vivo, artigianato locale e stand gastronomici animano i vicoli del centro storico del paese.
Dopo la processione, è possibile degustare anche il piatto tipico locale: le triglie di Sant’Andrea, cotte sulle fiamme del falò, costituite da pesce pescato dalle persone del posto.
In passato, il falò si accendeva nel centro storico nei pressi della chiesa madre; oggi invece ha luogo in periferia, in un atrio occupato da un vecchio ospizio.
L’usanza dell’accensione del falò si fa tipicamente risalire agli anni Cinquanta, sebbene per alcuni storici locali fosse già praticata oltre un secolo fa.
La rivisitazione in chiave moderna della Focareddha
Sebbene il popolo di Presicce abbia sempre mantenuto questo evento pressoché invariato, negli ultimi anni sono state introdotte alcune novità.
Con la crescente volontà di tutelare l’ambiente, i materiali per il falò sono scelti appositamente dai volontari per minimizzare le nocive emissioni di fumo. Si essiccano rami di ulivo e pedane in legno per generare delle fiamme intense che si spengono nel giro di poche ore.
Negli ultimi anni si è arricchito l’evento con l’introduzione di spettacoli con artisti di strada, che si tengono la sera del 29 novembre. Inoltre, per coniugare tradizione e innovazione, si costruiscono ogni anno delle opere d’arte che richiamano simboli tipici della natura o del patrimonio locale. Tra questi ricordiamo: la Spirale nel 2021, il Paiarone nel 2022 e la Torre Colombaia nel 2023. Per il 2024 è invece prevista la Macina, che richiama le macine dei frantoi sotterranei.
Il falò di quest’anno avrà un diametro di circa 13 metri e sarà alto circa 11 metri. La costruzione sarà composta da una base di balle di paglia e da una vasca, su cui poggerà la macina, realizzata con materiale vegetale. Tutta la costruzione sarà poi rivestita di fascine di ulivo.
L’affluenza massima consentita è di 1000 persone. L’evento ha registrato numeri anche superiori di spettatori negli ultimi anni: oltre a quelli presenti all’interno dell’area, vanno conteggiati anche coloro che hanno assistito all’evento dalla strada, grazie a dei led wall. L’anno scorso, per esempio, l’evento ha visto la partecipazione in presenza di circa 3000 spettatori.
È possibile seguire l’evento anche tramite la diretta streaming, sia su Facebook che su YouTube, sulle rispettive pagine ufficiali.
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