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Perché Sanremo è stato un successo, e la politica non c’entra nulla

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La 75esima edizione del Festival di Sanremo è stata un successo.

Oltre le più rosee aspettative.

Chi vi scrive segue la “settimana Santa” della più importante manifestazione musicale del paese da dieci anni, e posso testimoniare su quanto la vigilia della kermesse sia stata vissuta con una certa preoccupazione sia dai vertici della Rai sia da Conti stesso.

Dopo la vincente e convincente gestione targata Amadeus, al quale va riconosciuto il merito di aver rivoluzionato il format, non pochi erano coloro che non scommettevano sui numeri di quest’anno.

E invece tutti gli indicatori, tutti nessuno escluso, hanno fatto segnare un evidente segno +.

Dalla raccolta pubblicitaria, agli ascolti, alle interazioni social, agli streaming sulle varie piattaforme, al coinvolgimento ancora maggiore di un pubblico giovane e giovanissimo, Sanremo 2025 ha trionfato senza tema di smentita. Si potrà certamente continuare a discutere sulla conduzione di Conti, sulle sue scelte da Direttore artistico, su quelle relative ai co-conduttori, ci mancherebbe. Ma ogni riflessione deve partire dai numeri che, come tali, non sono opinabili. 

Anche io ero convinto che Giorgia e Achille Lauro sarebbero arrivati, almeno, fra i primi 5. E penso che lo avrebbero meritato. Ma non posso dimenticare che lo scorso anno io e altri, non tanti a dire il vero, colleghi lamentammo il fatto che era assurdo non vedere quanto il “consenso popolare” fosse largamente a favore di Geolier. Che ha perso, secondo me, del tutto immeritatamente.

Stavolta, giustamente, la RAI ha deciso di modificare il meccanismo di voto dando di fatto maggior peso a coloro che hanno votato da casa piuttosto che a noi della sala stampa o alla giuria delle Radio. Nei nostri giudizi Giorgia è sempre stata largamente in testa. Eppure mi è bastato provare a fare un sondaggio fra i tanti ragazzi e ragazzini che affollavano le strade adiacenti il Teatro Ariston per comprendere che l’avanzata di Olly, che percepivo solo in parte, fosse inarrestabile.

La gran parte di coloro che hanno tifato per Giorgia, grande favorita della vigilia, ma anche per Achille Lauro (che ha fatto un grandissimo Festival) non hanno poi trasferito quel sentimento in voto. La fanbase di Olly, invece, si è mobilitata e ha portato il giovane genovese al trionfo con un pezzo per nulla disprezzabile. Il podio con Lucio Corsi, vera sorpresa di Sanremo e artista vero, e Brunori Sas cantautore con la voce che ricorda De Andrè e solide radici calabresi è un bellissimo fermo immagine.

Questo Sanremo dimostra che c’è una generazione Z che si impegna e partecipa quando sente e vede che qualcuno li rappresenta pienamente: in questo Olly ragazzo della porta accanto, perbene ed educato, ha fatto breccia. Più dei dannati alla Tony Effe che, sia pur preso di mira spesso ingiustamente, ha prodotto una canzone ed una esibizione veramente mediocre.

La dolcezza e il dolore dei vari Corsi, Brunori, Fedez e Cristicchi che hanno portato sul palco di Sanremo temi non scontati e per nulla banali dimostrano che la sensibilità non è per nulla un qualcosa di “nicchia”. E questa è indubbiamente una buona notizia.

Insomma è stato un Festival positivo, magari non esaltante e non trasgressivo, ma con indubbi elementi che ci inducono a pensare che la società italiana è molto migliore da come viene raccontata e rappresentata.

Conti è stato bravo a spegnere sul nascere polemiche inutili e speciose, facendo il pompiere indefesso. Si è detto che ha fatto il “normalizzatore” e ho letto che qualcuno ha bollato questo Festival come “di destra e sovranista”, altri avevano provato ad etichettare quelli di Amadeus nel segno politico diametralmente opposto. Sciocchezze. Sanremo da sempre unisce e divide tutti, trasversalmente alle classi sociali e alle ideologie.

E’ l’unica manifestazione, persino più dei Mondiali, che “blocca” il paese davanti alla tv e monopolizza l’attenzione del paese intero, dalle Alpi agli Appennini.

Quest’anno ancora di più. Adesso non ci resta altro da fare che ascoltare ancora e ancora i 29 brani in gara e aspettare il Festival numero 76.

Perché Sanremo è Sanremo.

foto credit:http://Eurofestivalnews.com

Pubblicato il
20/02/2025
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