Spesso si è continuamente calamitati dalla grandezza di Caserta, dalla sua storia, dalla sua Reggia, dai suoi monumenti, dalla sua ricchezza storica ed architettonica. Eppure, a soli 10 km, sorge il borgo di Casertavecchia, assai noto tra i locali, ma semisconosciuto per qualsiasi turista, italiano e non, che non provenga dal territorio. La grandezza di Casertavecchia sta, infatti, nel riuscire ad essere caratteristica meta turistica anche per gli abitanti locali.
Scopriamo insieme Casertavecchia!
Casertavecchia: turismo attraverso la storia
Ciò che caratterizza Casertavecchia è l’accoglienza calorosa che riserva a qualsiasi turista. La sua posizione sopraelevata assicura l’ingresso in un altro mondo, con i suoi profumi, i suoi sapori, le scenografie paesaggistiche, i suoi ritmi vitali.

Prime tracce nella storia di Casertavecchia arrivano già nell’861 d.C., quando Casertavecchia era nota come Casahirta “villaggio aspro”, data la sua orogenesi e la sua composizione. Appartenuto ai Longobardi, fu ceduto nell’879, al conte Pandulfo di Capua. Una cessione storica, questa, assolutamente necessaria. Durante, infatti, le incursioni degli anni Mille, Casertavecchia divenne luogo di protezione per le autorità della Contea di Capua. Nel 1062, invece, fu la dominazione normanna a dare a Casertavecchia la sua importanza cruciale. Importanza cruciale che si manterrà fino alla costruzione della Reggia di Caserta. Da qui in poi, inizierà quella marginalizzazione che condurrà Casertavecchia ad un ruolo sempre più marginale, che la porterà allo condizione di borgo, tutt’ora mantenuto.

La natura strettamente medievale del borgo è evidente nella sua conformazione urbanistica. Ci si trova, infatti, in un reticolato di stradine in pietra e di vicoli disposti lungo un intrigato saliscendi che conduce alla piccola piazza centrale, caratterizzata dal Duomo e dal Palazzo Vescovile. Non mancano, ovviamente, i piccoli balconcini e le caratteristiche piante ornamentali, oltre ad un circondario che si espone continuamente alla visione della sottostante valle casertana.
Il Duomo di Casertavecchia, nel dettaglio, è statl costruita tra il 1113 ed il 1153 ed eredità un incrocio di architetture e stili costruttivi estremamente simili: dalla composizione tipicamente romanica, ad intarsi siculo-arabi, per arrivare alla quadratura e simplicitas benedettina. Buona parte degli affreschi originali sono ormai andati perduti, ma resta almeno, all’ingresso di destra, la Madonna col bambino.

Di grande interesse è anche il Castello di Casertavecchia che quasi dà il benvenuto ai visitatori del borgo. Attualmente è visitabile solo ed unicamente il cortile esterno e la sporgenza che mostra pienamente la valle sottostante. Il Castello pare sia stato costruito già nel VI secolo per fornire riparo a coloro che fuggivano dalla valle, in virtù delle scorribande barbariche. Ma è solo tra il XII e XIII secolo che si completa la forma oggi conosciuta ed ammirata.
Concerti di una notte di mezz’estate a Casertavecchia
Particolarmente interessante è l’iniziativa che avuto luogo, lo scorso anno, il 14 agosto: Concerto di una notte di mezz’estate a Casertavecchia.

Si è trattata di un’iniziativa rivoluzionaria per trascorrere la vigilia delle feriae augusti nel fresco naturale del Borgo medievale, cullati da una musica celestiale sparsa tra le antiche mura della cattedrale e di giardini e palazzi antichi o nascosta nei vicoli.
Concerti di una notte di mezza estate è stata promossa dall’Associazione Anna Jervolino e dall’Orchestra da Camera di Caserta in collaborazione con Un Borgo di Libri, che ha avuto l’idea di avviare questo cammino di musica colta, capace di attirare ospiti italiani e stranieri nel borgo, in un giorno in cui non c’è nulla né nelle città né sulle spiagge, dove si festeggia normalmente l’arrivo del ferragosto con i falò. A dare una mano anche la parrocchia di San Michele Arcangelo, retta da monsignor Giovanni Vella, vicario generale della Diocesi di Caserta; la Confraternita e la Pro Loco di Casertantica.
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