La moda italiana primavera/estate 2025 si racconta attraverso le sue radici. Milano, epicentro creativo, lancia un messaggio chiaro: l’Italia non è solo ispirazione, è la collezione stessa.
C’è un’Italia da cartolina e c’è un’Italia da sfilata. Mai come in questa stagione, le due si sono fuse. La primavera/estate 2025 si presenta come un vero e proprio tributo visivo al Bel Paese, tra paesaggi da sogno, riferimenti iconografici e materiali che raccontano il territorio.
I brand italiani, grandi e piccoli, hanno scelto di parlare la lingua del Mediterraneo, della convivialità e dell’artigianato, dando vita a un’estetica riconoscibile, calorosa e patriottica. In un momento in cui la moda globale cerca nuove identità, l’Italia risponde con sé stessa.
MSGM: il racconto dell’italianità
Massimo Giorgetti, anima di MSGM, non ha avuto dubbi: per la sua collezione primavera/estate 2025, ha scelto di portare in passerella uno scorcio del suo buen retiro ligure. Una stampa che raffigura una casa a picco sul mare, mimetizzata nella roccia del promontorio di Zoagli, con tendaggi bianchi che ricordano vele al vento. Sullo sfondo, l’inconfondibile verde della macchia mediterranea.
Il paesaggio si è trasformato in pattern cult della collezione: su maglie, bomber e bermuda, in una composizione quasi pittorica – stratificata di blu, grigio e verde. L’ambientazione non lascia dubbi: siamo in Italia. Ed è un’Italia vissuta, intima, personale.
E proprio da Milano, epicentro della moda nazionale, parte la tendenza che più di ogni altra definisce questa stagione: il racconto dell’italianità, non più solo attraverso l’artigianato, ma anche attraverso il linguaggio visivo, narrativo e persino gastronomico.

Credit – Fashion network
Moschino e il pop che incontra la tradizione
Chi ha colto l’occasione per giocare con i simboli della cultura pop italiana è Moschino. Adrian Appiolaza, al timone creativo, ha immaginato una collezione fatta di palloni da calcio tricolore, canottiere bianche “macchiate” di sugo, gonne con saluti da Napoli e cartoline estive stampate su tessuto. Una parata ironica di cliché che, proprio perché esagerati, diventano nuovi totem di stile. Non è parodia, ma celebrazione appassionata. E con un sorriso.

Credit – show details
Marco Rambaldi e la sua visione autentica
Anche Marco Rambaldi ha scelto di parlare italiano. La sua collezione è intessuta di riferimenti visivi alla convivialità: stampe all-over su sfondo azzurro raffigurano nature morte solari, composte da maccheroni al sugo, pomodori, mazzi d’aglio, tovaglioli a quadretti e centrini all’uncinetto. Nessun riferimento malinconico: sono immagini di luce, di condivisione, di pranzi all’aria aperta.
Si tratta di una moda che rappresenta l’ospitalità autentica, “raffinata” ma senza ostentazione. Un’estetica semplice e densa di senso, che trasforma la cucina italiana in simbolo visivo di identità.

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Bottega Veneta: ‘Bello’ è una parola universale
Il viaggio nell’estetica italiana arriva anche a Bottega Veneta, che ha fatto della parola “Bello” una vera e propria dichiarazione. Scritta su tote bag in nappa rosa, evoca l’esperienza italiana più quotidiana: la spesa, il mercato, il caffè al bar. Perché la bellezza è ovunque, anche – e soprattutto – nelle cose semplici.

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L’eleganza per Brunello Cucinelli
Intanto, nello showroom milanese di Brunello Cucinelli, va in scena una collezione-manifesto. A Milano “Crossroads”, questo il titolo, celebra l’eleganza come atto di responsabilità. Velluto con cashmere, maglieria artigianale, tonalità come il rosso melograno e l’eucalipto dialogano con i classici neutri del brand. «L’eleganza è indossare capi belli che durano una vita», afferma Cucinelli. E mentre i suoi abiti conquistano le vetrine internazionali, l’artista si dedica anche ad altro, al suo grande progetto culturale: la Biblioteca Universale di Solomeo.
Le tendenze 2025
Ma quali sono, nello specifico, le tendenze più forti per la primavera/estate 2025? Il panorama è ricco, a volte contrastante, ma sempre coerente con l’idea di una moda che prende posizione. Tra i temi dominanti:
- Colori pieni e italiani: arancione, rosso melograno, verde eucalipto. Toni accesi ma raffinati.
- Fiori antichi: stampe romantiche, vintage, effetto erbario di famiglia.
- Veli pastello: organze, sete e trasparenze nei toni di menta, giallo canarino e rosa baby.
- Asimmetrie radicali: un solo pantalone, una manica sola, spacchi sghembi. La silhouette diventa un esercizio di libertà.
- Balloon e oversize: volumi ampi, spesso teatrali, accostati a linee minimal.
- Stropicciato ad arte: il ferro da stiro va in vacanza. Vince la texture naturale, vissuta.
- Check estivo: tartan e quadretti reinventati in chiave fresca, spesso boho.
- White 3D: il bianco classico si arricchisce di ricami, pizzi e tagli al laser.
La moda estiva del Bel Paese 2025 si spacca in due filoni visivi ben definiti. Da un lato, l’estetica esagerata, ironica, eccessiva: maxi accessori, colori forti, paillettes di giorno, cappelli da cartoon. Dall’altro, un romanticismo rarefatto, che parla con la voce bassa del lino, del Sangallo, delle ballerine a punta e delle camicie di cotone panna.
Due poli opposti, ma perfettamente italiani nella loro espressività teatrale o sottovoce. Due modi di vivere la moda come racconto identitario.

Credit – Vogue Italia
Il futuro della moda profuma di casa
Di fatto, la moda italiana – in particolar modo questa collezione – non insegue il futuro, lo coltiva. Lo fa senza dimenticare le origini, le tradizioni, le immagini che ci hanno cresciuto: il pranzo della domenica, il mare che si vede dal treno, il pallone in cortile, il profumo del basilico. E trasforma tutto questo in tessuti, forme, colori.
In un’epoca globalizzata, scegliere di raccontarsi con autenticità è il gesto più rivoluzionario. L’Italia ci riesce. Ancora una volta.