Si è abituati alle catacombe come a luoghi macabri nei quali sentire continuamente il tanfo della morte. Si è abituati alle catacombe come a luoghi di silenzio e di preghiera, perchè sede, tendenzialmente, delle prime chiese e delle prime celebrazioni eucaristiche. Accade, talvolta, che, come nel caso delle Catacombe dei Frati Cappuccini, queste antiche strutture diventino possibilità di interazione – quasi di passaggio – tra la vita e la morte. Presentandosi, in questo modo, come un ventre gravido di leggende, eventi misteriosamente naturali, suggestioni e credenze, capaci di esercitare un certo fascino.
Scopriamo insieme le Catacombe dei Cappuccini a Palermo!
Catacombe dei Cappuccini: di necessità virtù
Sembra abbastanza strano utillizzare la dicitura di necessità virtù per relazionari allo strano caso delle Catacombe dei Cappuccini. Eppure, nessuna descrizione pare più accurata. Esse nascono, infatti, per pura casualità e necessità e, solo dopo, assumono il ruolo sacrale per il Convento e per tutta la città.

Siamo nel 1597, quando i Frati Cappuccini della Chiesa di Santa Maria della Pace (Palermo) sono costretti a ricavare dal complesso di grotte, che fungono da basamento per la Chiesa, di luoghi sotterrannei che, essendo posti dietro l’altare maggiore, sono definiti, formalmente, come catacombe, malgrado non abbiano nulla a che vedere con la catacombe paleo-cristiane. La cripta, usata per seppellire i confratelli morti, ormai non riusciva a contenere più nessuno e fu richiesto l’ampliamento della “zona cimiteriale” del Convento. Realizzate, dunque, le Catacombe dei Frati Cappuccini, si procedette alla traslazione dei pochi resti, così si presupponeva, dei frati che, dal 1534, erano stati riposti, ormai cadaveri, nella cripta.
La scoperta, durante la traslazione, fu enorme. Ben 45 corpi risultavano imbalsamati naturalmente, al punto che il cranio ed altre parti dello scheletro erano rimaste pressocchè intatte, avvolte nei lenzuoli in cui erano state posti i cadaveri e senza alcun segno di deterioramento naturale. Una scoperta, questa, assolutamente stupefacente, che spinse i Frati a traslare i 45 corpi, ponendoli all’interno di nicchie che sono ancora tutt’oggi presenti nelle Catacombe dei Frati Cappuccini.

L’avvenimento fu immediatamente interpretato come un segno miracoloso, segno della benevolenza celeste nei confronti della struttura monastica e la voce si sparse immediatamente. I fedeli palermitani accorsero immediatamente alle Catacombe dei Frati Cappucci colpiti da un simile prodigio ed il convento e le sue 45 mummie naturali divenne meta di visite sacrali, misteriche, esoteriche o anche destinazione di semplici curiosi, stupiti da un simile avvenimento del tutto naturale.
Dal 1597 ad oggi: relazione tra vivi e morti
Da frate Silvestro da Gubbio, primo frate mummificato delle Catacombe dei Frati Cappuccini, ad oggi, si è sviluppato un vero e proprio culto per quei morti e per la mummificazione. Le catacombe, infatti, non assunsero solo un valore religioso e folkloristico come relazione col mondo dei morti (vedi a Napoli ‘E funtanell), ma rappresentò una vera e propria scelta sepolcrale.

Da questa insolita scoperta, infatti, i frati si perfezionarono nelle tecniche di mummificazione naturale, facendo ampio uso della tecnica dello scolatoio. I corpi, infatti, venivano privati degli organi interni e, al loro posto, venivano posti paglia e foglie d’alloro. Il corpo, lasciato solidificare ed irrigidire in luoghi freschi sotterranei, veniva, dopo un anno, lavato con l’aceto, rivestito dell’abito migliore e posto nella nicchia adibita all’ostensione. In questo modo le Catacombe dei Frati Cappuccini divennero sepoltura non solo per tanti religiosi ma, dal 1783, anche per quei laici che potevano permettersi i costi abbastanza esosi dell’imbalsamazione.
Così le Catacombe dei Frati Cappuccini furono una continuazione della vita nella morte. I defunti, rigorosamente delle famiglie più ricche, sono stati imbalsamati con i loro abiti nobiliari, ordinati per ceto e sesso ed esposti alla venerazione generale, tra lo stupore e l’orgoglio di avere un proprio caro defunto lì, osteso.
Particolarmente nota, in tal senso, è, tra tutte le mummie delle Catacombe dei Frati Cappuccini, la mummificazione della piccola Rosalia Lombardo, morta a solo 1 anno di polmonite (nel 1920). Il volto toccante e tenero di una piccola defunta, una delle ultime ad accedere all’imbalsamazione ed all’ostensione, è il simbolo del grande senso recondito delle Catacombe dei Frati Cappuccini: il contrastante stupore dinanzi alla naturalità della morte, che ogni vivente sperimenta.

Le Catacombe dei Frati Cappuccini di Palermo sono aperte da lunedì a domenica con orario:
mattina 09:00 – 12:30 (ultimo Ingresso 12:10)
pomeriggio 15:00 – 17:30 (ultimo Ingresso 17:10)
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