“La testa è sempri china di pinseri”, cantava il siciliano Lello Analfino, ma a Palermo questi pensieri si calmano, rallentano, tra il profumo d’arancio e il sapore delle panelle di farina di ceci.
Palermo è la città dei contrasti che sa regalare il meglio di sé a chi la guarda con occhi curiosi.
Ma cosa visitare una volta arrivati sull’isola? Ecco una guida di 10 esperienze per farti vivere appieno il tuo soggiorno nella capitale siciliana come un vero palermitano!
1. Volare su Palermo: un Piper per abbracciare la città dall’alto
Perdersi nei vicoli è d’obbligo, ma vederli dall’alto cambia tutto. Un volo a bordo di un Piper a tre posti permette di osservare Palermo nella sua interezza: dalla cupola del SS. Salvatore alla terrazza del Teatro Massimo, dai tetti della chiesa di Santa Caterina a quelli della Cattedrale. In appena 25 minuti si sorvolano centro storico, periferie e la spiaggia di Mondello.
2. Tra le mura del silenzio, i dolci segreti delle monache di clausura
Nel centro storico, l’ex Convento di Santa Caterina nasconde una pasticceria unica al mondo: I segreti del chiosco. Qui, tra profumi di cannella e vaniglia, si preparano dolci secondo le antiche ricette delle monache di clausura.
Ogni boccone è un viaggio nella storia, ogni acquisto un gesto solidale: parte del ricavato è destinato alla mensa per i bisognosi. Un momento di dolcezza che fa bene due volte.

Credit – I segreti del chiosco
3. Arte urbana alla Vucciria: tra murales e memoria
Dove un tempo si gridava per attirare clienti, oggi si sussurra poesia sui muri. Il mercato della Vucciria non è più quello che dipinse Guttuso, ma conserva un’anima ribelle e creativa.
Passeggiando tra i suoi vicoli, a partire da piazza San Domenico, ci si imbatte in murales, graffiti e installazioni che raccontano una Palermo contemporanea, che non dimentica il passato.

Credit – PalermoToday
4. Mettiti alla prova con la cooking class!
Com’è che si dice? Siamo quello che mangiamo? Ecco, la cultura di un luogo passa anche per la sua cucina e i suoi sapori. In Sicilia, in molte case ancora si tramandano le antiche ricette della tradizione che vengono rigorosamente preparate a mano.
Se ami cucinare e vuoi scoprire alcuni segreti della cucina palermitana non c’è nulla di meglio di una cooking class. L’esperienza inizia dalla scelta delle materie prime in uno dei mercati o delle botteghe cittadine che propongono prodotti freschi, a km zero da agricoltura biologica, spezie e frutta secca. E da qui, grembiuli alla mano, ha inizio la lezione di cucina.
Una volta completata la preparazione dei piatti, si passa all’assaggio che diventa un momento conviviale suggellato in uno dei momenti rituali più importanti della vita familiare siciliana: il pranzo. Di rito un buon dolce accompagnato da un vino liquoroso come finale.
5. Santa Rosalia e l’“acchianata”
Il 4 settembre, ma anche ogni giorno dell’anno, i palermitani salgono a piedi sul Monte Pellegrino per omaggiare la Santuzza. Il sentiero che porta al Santuario attraversa la Riserva Naturale e offre un panorama impagabile.
Per i più sportivi c’è la salita – l’acchianata – a piedi, che ogni anno centinaia di fedeli compiono per onorare la Patrona, con i sentieri della Rufuliata o del Porco, mentre chi cerca pace e silenzio troverà nella grotta della santa un momento di rara intensità.

Credit – Sicilia
6. Nei cunicoli dell’antica Palermo, visita ai Qanat del Fondo Micciulla
Per i più avventurosi questa è l’esperienza giusta. Si tratta di un percorso sotterraneo tra cunicoli e canali costruiti secondo una tecnica persiana, durante la dominazione araba: i Qanat, sistema ingegneristico avanzatissimo per convogliare l’acqua.
La visita, organizzata in rare occasioni da Archeofficina con il CAI di Palermo, dura circa un’ora e prevede l’uso di elmetti con torcia, stivali e imbracature. Si scende fino a 15 metri di profondità, attraversando spazi angusti e in parte allagati: l’acqua può arrivare anche a 50 cm. Esperienza unica nel suo genere, ma sconsigliata a chi soffre di claustrofobia.
7. Visita ai mercatini dell’antiquariato
Se ti piace l’antiquariato, questo punto della top 10 fa proprio per te. Un tuffo nel passato tra chincaglierie di ogni sorta e oggetti di valore: dai soprammobili della nonna alle maioliche antiche, dai lampadari in vetro di Murano ai mobili d’antiquariato per veri intenditori.
Il celebre Mercato delle Pulci di Palermo, in Piazza Domenico Peranni, nasce nel secondo dopoguerra, nel 1951, in una zona dove un tempo scorreva il fiume Papireto. Il primo rigattiere, Giuseppe Virruso, diede il via al commercio vendendo pentolame e oggetti ricevuti dalla nobiltà palermitana, e ben presto si aggregarono altri mercanti. Negli anni Cinquanta la piazza si riempì di espositori, alcuni dei quali iniziarono a proporre argenti sacri, ceramiche rare e oggetti da collezione.
Oggi l’area è animata da botteghe e restauratori professionisti, mantenendo vivo il fascino del riuso e della memoria. Il mercato è aperto dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 18:00, e la domenica fino alle 13:00.
Ogni fine settimana, anche Piazza Marina si trasforma in un vivace bazar all’aperto: libri usati, vinili, pizzi, merletti, stampe, fumetti e oggetti vintage vengono esposti lungo la cancellata del Giardino Garibaldi, creando un’atmosfera d’altri tempi, dove è bello anche solo passeggiare e lasciarsi ispirare.
8. I Florio e il sogno dell’Arenella: visita alla Palazzina dei Quattro Pizzi
Palermo deve molto alla famiglia Florio, pionieri dell’industria e della mondanità. All’Arenella, su ciò che un tempo era una tonnara, sorge la Palazzina dei Quattro Pizzi, residenza neogotica voluta da Vincenzo Florio nel 1830.
Una visita guidata tra torri cuspidate e memorie belle époque riporta alla luce una Palermo protagonista della scena internazionale.
9. Pupi e paladini: l’anima teatrale della Sicilia
Inserita tra i Patrimoni Immateriali dell’Umanità UNESCO, l’Opera dei Pupi è molto più che uno spettacolo per bambini. È una lunga tradizione popolare che sopravvive nei teatri di Mimmo Cuticchio, Enzo Mancuso e della famiglia Argento. Tra Orlando, Rinaldo e Angelica, si raccontano amore, coraggio e fede, come si faceva nelle piazze con i cuntastorie di un tempo.

Credit – Unesco Beni culturali
10. Il sapore dell’infanzia attraverso le caramelle Terranova
Nel quartiere dell’Albergheria, tra le bancarelle del mercato di Ballarò, c’è un profumo che non si dimentica, quello che per molti palermitani è sinonimo di infanzia: le caramelle Terranova.
Dal 1890, la famiglia produce dolcetti alla carruba seguendo la tradizione. La caramella carrubba nasce dalla lavorazione dei frutti del carrubo, baccelli dalla buccia dura e con una polpa pastosa e molto dolce.
Una visita al laboratorio è un tuffo nel passato, fatto di sorrisi, ricordi e gesti tramandati. Una vera coccola per il palato e per l’anima.