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Riviera International Film Festival Marco Bocci con il suo nuovo film La caccia

RegioneLazio, Liguria

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Nel suggestivo scenario della Baia del Silenzio, a Sestri Levante, dal 9 all’14 maggio, si è tenuto anche quest’anno il Riviera International Film Festival. Una rassegna di un cinema impegnato, con fini educativi ed edificanti sulla società.

La cittadina ligure è la culla della kermesse che vede il protagonista il cosiddetto cinema ribelle, quello filmato in tutto il mondo da giovani registi emergenti under 35.  Documentari, cortometraggi, più di 30 film che vanno al di là dell’ordinario con un focus solerte alle questioni sociali e ambientali che destano maggior preoccupazione. Incontri con registi, attori italiani e del panorama internazionale e, a chiusura, un’esclusiva serata finale di premiazioni.

La caccia è tra le proiezioni dei fuori concorso, seguita da intervista con il regista Bocci. Dopo A Tor Bella Monaca non piove mai, il nuovo film vede, per la seconda volta, Marco Bocci nel ruolo di direttore. È un passo impegnativo che denota una certa maturità nella sua carriera ma che, prima o poi, doveva arrivare. Bocci non è un attore che entra per caso nel mondo del cinema e della televisione. Il talentuoso attore perugino, volto noto del grande schermo e della televisione, ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto.

 

Marco Bocci attore di teatro, cinema e TV

Cresce, si forma e si diploma in Recitazione al Conservatorio Teatrale d’Arte Drammatica di Roma, La Scaletta. La sua palestra è il teatro, dove sperimenta e fa esperienza, acquisendo la consapevolezza di un artista completo capace di interpretare qualsiasi ruolo. Debutta poco più che ventenne ne I cavalieri che fecero l’impresa di Pupi Avati. Il vero successo arriva con la telenovela spagnola Los Borgia nel 2006 e, nello stesso anno, con la mini-serie italiana Lo zio d’America 2. Il 2006, anno particolarmente fecondo per Marco Bocci, gli ha permesso di entrare nel cast della fiction Caterina e le sue figlie 2.

Marco Bocci
Photo credits: @marcoboccireal

Nel 2008 diventa ancora più popolare con Romanzo Criminale-La serie. Poi è stata la volta della serie Ho sposato uno sbirro, in cui è stato impegnato tra il 2008 e il 2010 e, successivamente, si è lanciato nel mondo del cinema con la commedia brillante C’è chi dice no. E ancora, La bella società (2010), Scusate se esisto! (2014), Italo (2015), Solo (2016) e Bastardo a mano armata (2021).

 

Marco Bocci da attore a regista

A Tor Bella Monaca non piove mai

Dopo una lunga e promettente carriera professionale, muove i primi passi come regista. Dirigendo il film del 2019 A Tor Bella Monaca non piove mai, si cimenta nella vera e propria nascita di un film. Dalla carta al prodotto cinematografico, dall’ambientazione all’interpretazione degli attori, all’inquadratura, alla narrazione e alla direzione delle riprese, arrivare al montaggio non è certo un’impresa facile.

Marco Bocci, A Tor Bella Monaca non piove mai
Photo credits: @marcoboccireal

Ciononostante, Bocci ha magistralmente creato un film delicato e complesso che scava nell’animo umano. L’ambientazione nella periferia romana, che incarna l’emblema del disagio sociale, è una scelta che richiede senza dubbio un impegno più significativo nel ritrarre i colori e i sentimenti vividi di un quartiere di Roma lontano dai tempi e dalle storie de La dolce vita di felliniana memoria. È un’analisi profonda e un occhio attento ai problemi di un mondo borderline dove l’illegalità è dietro l’angolo per sbarcare il lunario.

 

La caccia

A distanza di soli quattro anni, il successo del 2023 è la sua seconda regia con La Caccia, un film da non perdere. Bocci torna sul tema dei complicati rapporti familiari e dell’inadeguatezza di un padre anaffettivo che esprime la sua rigida personalità attraverso la passione per la caccia. Regia, sceneggiatura e soggetto oggetto di un dramma in cui, come un alchimista, riesce a centellinare ed equilibrare le presenze sceniche dei personaggi senza che nessuno emerga rispetto agli altri.

Marco Bocci, La Caccia
Photo credits: @marcoboccireal

Quattro fratelli che portano ancora un pesante fardello, un’infanzia che ha tarpato loro le ali. Hanno l’immancabile spada di Damocle e lo spettro di un padre che tuttora li imprigionati nelle loro insicurezze e debolezze. La caccia è una metafora della ricerca di stabilità in una situazione di inadeguatezza che marchia a fuoco questa famiglia. In definitiva, è uno spaccato della nostra società che, tra precarietà e incertezze, arranca e sopravvive in un’eterna lotta.

L'attore Marco Bocci
Photo credits: @marcoboccireal

È uno studio meticoloso, dove Bocci è attento ai minimi dettagli e capace di esplorare l’animo e la mente umana come pochi. Si tratta di un progetto strutturato e degno di una persona sensibile, prima ancora che di un bravo ed esperto regista, di un artista che ha raggiunto un livello notevole in termini umani e professionali.

Pubblicato il
22/06/2023