Alilauro è una delle realtà di punta della holding Lauro, impegnato nel settore dei collegamenti marittimi, della cantieristica navale, dell’innovazione tecnologica e dell’accoglienza. L’azienda ha celebrato quest’anno i suoi primi 80 anni di vita: nel 1944 fu Agostino Lauro, padre di Salvatore, a inaugurare, con slancio visionario e spirito pionieristico, un servizio di collegamento marittimo tra Ischia e Napoli, intuendo le potenzialità turistiche dell’isola e tendendo una mano agli isolani, avvicinandoli alla terraferma in tempi in cui molti servizi erano dislocati in città.
Negli anni, l’azienda – pur non tradendo mai lo spirito e i valori del suo fondatore – ha affiancato alla vocazione familiare la capacità di investire nella formazione e nella tecnologia, anticipando i tempi nella riduzione delle emissioni.
Da qualche anno, è protagonista la terza generazione dei Lauro: Mariaceleste, Mariasole ed Agostino hanno ruoli apicali all’interno del gruppo. Oggi la flotta abbraccia 47 navi e movimenta un’utenza annua di circa 5 milioni di passeggeri. Collegamenti quotidiani di carattere annuale o stagionale servono l’isola d’Ischia, Capri, la Penisola sorrentina, la Costiera amalfitana con Amalfi e Positano e le isole Eolie, collegate con i porti di Napoli e Salerno.
Benvenuto, dottor Lauro. Per noi è un onore averla qui per parlarci del suo vissuto, di un nuovo libro appena pubblicato e della holding Lauro, che da 80 anni è un punto di riferimento per i viaggiatori che si spostano dalla terraferma alle isole del mar Tirreno. Quale è stata la vostra forza per consolidarvi negli anni?
Un piacere per me dialogare con voi. Io credo che la chiave del successo della nostra holding risieda nella convivenza tra i valori della tradizione, tramandati dal fondatore Agostino, mio padre, e uno slancio costante e appassionato verso l’innovazione, la crescita, il progresso, che ci ha consentito di diventare uno dei grandi player dei collegamenti marittimi nazionali, senza mai perdere la connotazione originale di un’azienda profondamente attenta ai valori umani.
Abbiamo inoltre avuto sempre una particolare attenzione alla clientela, in particolare per i pendolari delle isole, animati dal desiderio di garantire la continuità territoriale e investire nella crescita delle destinazioni, Ischia in primis.
Siamo stati coraggiosi e lungimiranti su molti fronti, in ultimo l’intelligenza artificiale, e siamo attenti ai temi del contrasto al cambiamento climatico, investendo molto nella riduzione delle emissioni dei nostri catamarani ed aliscafi, oggetto di costante refitting. La scorsa primavera abbiamo per esempio varato il nuovo Giove Jet, il primo grande catamarano per trasporto passeggeri spiccatamente green. E siamo ancora al lavoro in questo senso. Ecco, credo che queste siano, tutte insieme, le chiavi del successo della nostra holding.
Siete giunti alla terza generazione con un’età media in organico di circa 35 anni. Quanto è importante avere dei giovani nella vostra organizzazione per rinnovare la vostra leadership negli anni?
Direi che è un elemento essenziale. Siamo alla ricerca costante di talenti che ci assicurino un ricambio generazionale e che, nel dialogo con i nostri professionisti senior, garantiscano ad Alilauro e all’intera holding una visione al passo coi tempi. Per questo, dialoghiamo con le scuole del territorio, in primis gli istituti nautici, e custodiamo con attenzione le candidature spontanee che ci arrivano. Il ricambio generazionale anche ai vertici delle nostre aziende ha testimoniato la bontà di una visione che non resti ancorata al dato anagrafico ma che premi talenti, competenze ed entusiasmo.
La differenza la fa la voglia di fare, insieme con la competenza, e il percorso dei giovani del Sud va sostenuto, incoraggiato e premiato.
Un’apprezzabile iniziativa della famiglia Alilauro è quella di partecipare ad un progetto inclusivo chiamato “cromosoma 21”. Come nasce l’idea?
Abbiamo da sempre a cuore il tema dell’inclusività. Per questo, abbiamo proceduto da tempo all’abbattimento delle barriere architettoniche e istituito, primi nel golfo di Napoli, un servizio gratuito di assistenza rivolto alle persone diversamente abili o a mobilità ridotta.
Con il progetto “Cromosoma 21”, ideato e sostenuto da Carla Recupito con l’associazione Più, abbiamo portato a bordo una collaboratrice speciale con sindrome di Down, Maria Rosaria, che al termine di corso di formazione ha lavorato per noi agli imbarchi, a diretto contatto con l’utenza.
Crediamo fortemente nella necessità di favorire l’inserimento di ragazzi ‘speciali’ all’interno del mondo del lavoro, dove spesso partono svantaggiati. E applaudiamo al lavoro di chi, proprio come l’associazione Più, ha deciso di investire tempo e risorse per aiutare un primo gruppo di giovani con sindrome di Down, tra cui Maria Rosaria, in aziende del territorio napoletano.
Ha presentato di recente un libro dal titolo “Il mare dentro”: possiamo affermare che Salvatore Lauro ha davvero il “mare dentro”?
Assolutamente sì: ho il mare dentro da sempre. E con il mare è stato amore a prima vista. Ricordo che da bambino sapevo cosa avrei voluto fare da grande: “Io voglio fare ‘o capitano”, dicevo a tutti. D’altronde, al mare ero destinato anche perché era iscritto nel Dna della mia famiglia. Il nonno di papà, Agostino Lauro, era capostipite di una grande famiglia marinara, macchinista della Regia Marina. Mio padre fu ribattezzato, dopo un’impresa che lo condusse in condizioni complicate Oltreoceano, Cristoforo Colombo. Non ci sono mai stati dubbi: avrei avuto anch’io il mare dentro.
Come è nata l’idea del libro?
L’idea del libro, edito da Rubbettino e con la prefazione dell’amico Edward Luttwak, è nata dalle necessità di dare traccia di una lunga serie di aneddoti biografici, mescolandoli ad un’analisi politica e sociale sul presente e sul futuro, e ricostruendo così la storia di Ischia e dell’intero Paese, partendo dagli anni Sessanta, dalla grande speranza del boom economico.
Nel libro racconto i miei anni di impegno imprenditoriale e politico, da senatore della Repubblica, ma anche e soprattutto Ischia, la mia isola, come una metafora.
In che senso, Ischia come metafora?
Da luogo di accoglienza di alcuni dei più grandi protagonisti del mondo industriale e artistico del tempo, simbolo di un’Italia felice e speranzosa, l’isola ha poi vissuto gli anni della disillusione, con la grande speranza disattesa della partecipazione politica di chi sperava di diventare un attore del cambiamento del Paese. Per questo Ischia – dai fasti degli anni Sessanta alla distruzione del paesaggio con le frane e il terremoto del 2017 – è un po’ un luogo da cui far partire una riflessione sulla ricostruzione del Paese.
Ha definito questo libro è solo l’inizio di un progetto aperto, che proseguirà con il blog salvatorelauro.it”.
Proprio così. Credo sia importante, oggi più che mai, contribuire al dibattito pubblico. Nell’Italia che io immagino l’educazione assume una priorità anche per il comparto delle imprese nelle quali c’è bisogno come il pane di una cultura del management, che oggi esiste poco o si regge su modelli che si sono rivelati inadeguati per affrontare la competitività a livello globale. Il nostro management, infatti, autocratico e informale, nel quale le decisioni sono prese quasi esclusivamente dal proprietario fondatore non funziona più nel presente, e non potrà, allo stesso tempo, rappresentare una base per il futuro. In fondo, sono ottimista.
Grazie mille dottor Lauro per essere stato con noi, ci auguriamo di averla prossimamente con tante novità.