Nella nostra Italia tutta da scoprire, basta percorrere pochi chilometri per trovarsi immersi in bellezze naturali, in un mare cristallino, in paesaggi incontaminati, in luoghi ricchi di cultura e di storia e a contatto con usi, costumi e tradizioni che si stanno perdendo: stiamo parlando della Riviera dei Cedri con i suoi 22 comuni calabresi, situati nell’Alto Tirreno Cosentino, da Tortora a Paola, un vero e proprio paradiso terrestre, che viene preso letteralmente d’assalto nei mesi estivi da turisti e vacanzieri di tutta Europa perché consente di coniugare alla perfezione montagne, mare, collina, borghi medioevali di rara bellezza, rimasti intatti nel tempo, relax e divertimento.
Da dove prende il nome la Riviera?
La Riviera prende il suo nome dalla coltivazione del cedro, una pianta che ha saputo ben ambientarsi in questo terreno difficile traendone tutti i benefici. Ma conosciamo meglio le località che fanno parte di questa zona che si estende all’incirca per 80 chilometri. Si parte da Aieta, il cui nome deriva da aetos, aquila, in riferimento alla sua posizione elevata.
Com’è composta la Riviera?
Di origine bizantina, offre incantevoli vedute del Golfo di Policastro e importanti testimonianze storico-religiose: dai ruderi della Cappella di San Nicola (X sec.) di rito greco, alla chiesa di Santa Maria della Visitazione (XVI secolo), si prosegue con Tortora, una delle più antiche città calabresi, con presenza umana risalente al Paleolitico, il cui nome è legato al termine latino turtur, il volatile che in questo territorio ha trovato il suo habitat naturale, infatti la tortora selvatica è raffigurata anche nello stemma comunale.
La città si divide in Centro Storico con chiese antiche, il Palazzo Feudale, il Convento Francescano, il Museo Archeologico di Blanda nel Palazzo Casapesenna e numerosi portali litici che ornano i palazzi, e nella Marina con spiagge composte da sabbia grossa mista a ghiaia e ciottoli e con un mare cristallino che va dal turchese al blu cobalto.
E ancora, Praia a Mare, con la sua immensa spiaggia e l’isola di Dino, situata a pochi metri dalla costa, con preziose grotte naturali, gioia dei sub che vogliono esplorare i suoi antichi fondali, il suo famoso viale, pieno di locali e negozi di souvenir, e l’affascinante Santuario della Madonna della Grotta, ubicato in una cavità naturale del monte Vinciolo, a picco sul mare.
Qui, ogni anno, dal 15 al 18 agosto, una caratteristica processione a mare celebra l’arrivo della Madonna al Santuario. San Nicola Arcella è dominata da una parte dall’antica torre saracena, conosciuta come torre Crawford, dal nome dello scrittore statunitense che vi soggiornava per trarre ispirazione, dall’altra parte dall’Arco Magno, uno splendido arco naturale tra terra e mare, con l’originale spiaggia di sabbia bianca e tantissime insenature naturali. Suggestivo anche il centro storico, medievale, con le sue stradine e i suoi resti storici.
Scalea è la cittadina più grande della Riviera, uno dei paesi più antichi dell’alto Tirreno cosentino, ricco di importanti testimonianze storico-artistiche come la chiesa gotica di San Nicola in Plateis o quella della Madonna del Carmine, festeggiata il 15 e 16 luglio: in processione le donne sfilano portando sul capo le cinte, telai di legno riccamente addobbati, predisposti per reggere i ceri votivi.
Il suo litorale è dominato dalla Torre Talao, risalente al XVI secolo, divenuto il simbolo della cittadina balneare. Santa Maria del Cedro, con cedriere e uliveti, deve il suo nome alla coltura dell’antico agrume che, durante il periodo estivo, attira l’attenzione di numerosi sacerdoti ebraici, i rabbini, che raggiungono questa località per selezionare e raccogliere di persona i cedri più puri e perfetti da inviare alle comunità ebraiche sparse in tutto il mondo per celebrare la Sukkoth, la Festa delle Capanne, che per gli Ebrei è uno degli avvenimenti religiosi più importanti.
Tra le diverse varietà di cedro, quella prodotta a Santa Maria del Cedro, denominata Liscia Diamante, è la più pregiata, ha una buccia molto spessa e una polpa ricca di semi ed è usata per la salamoiatura, per produrre liquori, estratti, creme, confetture, yogurt, dolci, gelati e sorbetti. Diamante è considerata il fiore all’occhiello della Riviera dei Cedri, grazie al suo centro storico dipinto da tantissimi murales, realizzati dall’inizio degli anni Ottanta da numerosi artisti e cresciuti nel corso del tempo, al suo lungomare, a 25 metri sul livello del mare, e ai suoi vicoletti ricchi di storia.
L’isola di Cirella, alta circa 40 metri, posta di fronte al vecchio abitato, ha una flora mediterranea incontaminata e sulla sua sommità ci sono i resti di un’antica fortificazione militare nata per contrastare l’assalto dei turchi. Belvedere Marittimo, terrazza affacciata sul Tirreno con una fortezza normanna del XI secolo, è denominata la Città dell’Amore perché ospita nel convento dei Padri Cappuccini una parte delle reliquie di San Valentino.
Anche Cetraro si affaccia sul mare, con il suo caratteristico porto, spiagge con magnifiche grotte, tra cui le Grotte di Rizzo e l’antica torre di guardia, la Torre di Rienzo, costruita nel XVI secolo per volere di Carlo V, allo scopo di difendere le coste dalle continue incursioni saracene.
Grisolia, nell’entroterra, è una località nota per il culto di San Rocco, il 15 e 16 agosto si tiene la processione, in cui donne a piedi nudi e con in testa le caggie, strutture in legno adornate con fiori e nastri, seguono la statua del santo, cantando versi di devozione, mentre, in strada, vengono esposte delle coperte con effigie del santo, che vengono benedette al suo passaggio.
La Riviera dei Cedri finisce con Paola, famosa per aver dato i natali a San Francesco, con il Santuario a lui dedicato, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Le celebrazioni religiose e civili in suo onore si svolgono dal 27 marzo al 2 aprile e dal 1 al 5 maggio e comprendono processioni a mare e in paese, ma anche esibizioni musicali e spettacoli pirotecnici.
Nei pressi di Paola c’è il sentiero dei miracoli, un percorso tra i boschi con tappe che ricordano la vita del santo. Non solo mare, però, questa zona così variegata offre ai suoi visitatori molti borghi nell’entroterra, tutti ben conservati. Per gli appassionati di archeologia è fondamentale una visita a Papasidero e alla sua celebre Grotta del Romito, con reperti risalenti al Paleolitico Superiore tra cui il graffito di una figura di toro, lunga circa 1,20 metri, incisa su un masso di circa 2,30 metri di lunghezza, oltre a reperti in ceramica e sepolture.
A Verbicaro nella Settimana Santa si svolge il tradizionale rito dei Battenti con l’autoflagellazione. Ad Acquappesa troviamo le famose Terme Luigiane, luogo ideale per rilassarsi e ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico.
Buonvicino ospita il Santuario della Madonna della Neve, meta di devoti, San Ciricao, il patrono, viene festeggiato dal 17 al 19 settembre, una processione serale, illuminata dalle torce, precede i festeggiamenti domenicali, in cui le donne indossano dei copricapo chiamati stoppelli adornati con fiori, ceri e nastri, offerti al santo in segno di devozione. Completano l’Alto Tirreno Cosentino i comuni di Orsomarso, Maierà, Bonifati, Guardia Piemontese, Santa Domenica Talao, Fuscaldo e Sangineto.
Quali sono le specialità tipiche della Riviera?
La Riviera dei Cedri affascina anche molti sportivi, infatti, in questo tratto di terra, si possono praticare il trekking, la mountain bike, il quad, passeggiate a cavallo, il rafting e la canoa sul fiume Lao, il parapendio e lo sci di mare. Non possiamo tralasciare la gastronomia: svariati sono i tipi di pasta fatta in casa come gnocchi, Fusiddi cu lu sùcu di créapa (fusilli con sugo di capra), ravioli, lagane e ceci, rascatieddi.
Immancabili i peperoncini piccanti di Diamante, la ‘nduja, un salume spalmabile piccante a base di carne di maiale, peperoncino e sale, la Zafarana rossa di Tortora, peperone rosso dolce dalla caratteristica forma di corno di capra, usato sia in polvere che intero.
Tra i dolci la Pitta ‘mpigliata, tipica torta a forma circolare fatta con ingredienti primi naturali e arricchita di uva passa o canditi, noci e Vermouth, i tardiddri, biscotti a forma di gnocco ricoperti interamente di mosto d’uva, i chinuliddri, fagottini ripieni di miele e noci, con alcune varianti in ricotta e i bocconotti. Sul versante enologico, da assaggiare il Verbicaro Doc, vino rosso, rosato e bianco prodotto nell’omonimo comune.