Rivista online

Marzo, i più bei proverbi del mese

StagionePrimavera

Condividi

Anche marzo è ricco di proverbi e detti popolari. Legato all’arrivo della bella stagione, questo mese è caratterizzato da un generale risveglio della natura dopo il torpore invernale. Come di consueto, ormai, abbiamo una selezione degli adagi più famosi e/o significativi. Cominciamo?

 

Origini del nome marzo

Prima di addentrarci nei proverbi, va fatta una debita premessa. Già dall’origine del nome, notiamo già qualcosa di piuttosto insolito. In altre parole, come mai il terzo mese dell’anno è associato al dio romano? Infatti, marzo proviene dal latino Martius che, a sua volta, deriva da Mars, Martis cioè Marte a cui è dedicato.

In realtà, se ci riflettiamo non è poi cosi strano. Per i romani, come detto negli articoli precedenti sui proverbi di gennaio e febbraio, l’anno cominciava da marzo e dalla primavera. Leggendario padre di Romolo, primo dei 7 re di Roma che ebbe dall’unione con la vestale Rea Silvia, era riconosciuto come divinità protettrice dei raccolti e della guerra.

 

Primavera e guerra: binomio inscindibile

A questo punto, una nuova domanda nasce spontanea: qual è il nesso tra primavera ed eventi bellici? La risposta è, a dire il vero, piuttosto scontata se non addirittura banale. Chiunque di noi abbia mai studiato la storia, sa bene che le guerre non si combattevano in inverno ma, per l’appunto, con l’arrivo della stagione più mite e clemente.

 

Mese fatale a Giulio Cesare

Impugnando i loro scudi, i soldati estraevano lance ed elmi per rimettersi in marcia in un momento caratterizzato da più ore di luce.  Soprattutto, però, il fattore chiave era rappresentato da un clima più temperato che non aggravasse ulteriormente gli sforzi sostenuti dall’esercito. Tuttavia, il mese fu particolarmente inviso all’imperatore Giulio Cesare che trovò la morte proprio durante le famose idi di marzo. Ma questa è un’altra storia…

 

Marzo pazzo e cuorcontento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l’espresso della primavera.
(Gianni Rodari)

 

Marzo pazzerello

Gli appellativi  pazzo, pazzerello, volubile e simili trovano la loro ragione nel temperamento di Marte. Burbero, instabile e “scattoso“, il mese e il dio sembrano coincidere nel carattere altalenante e mutevole che, grosso modo, definisce anche i nati in questo periodo. Variabile all’ennesima potenza, a marzo puoi sperimentare davvero un’ampia gamma di condizioni metereologiche.

Esci col sole e rientri con la pioggia o viceversa. Un giorno fa caldo, mentre all’indomani sembra di essere catapultati direttamente in pieno inverno. Tuttavia, non è solo marzo ad essere pazzo… soprattutto ora che, come recita un’altra espressione popolare, non esistono più le mezze stagioni!

 

I famosi giorni della “vecchia”

Al pari dei giorni della merla, anche marzo ha le sue  cosiddette “giornate” della vecchia. Nello specifico, il 29, 30 e 31 marzo si assiste ad un repentino e brusco calo delle temperature. Si tratta, infatti, del momento più freddo della primavera. Insomma, in questo periodo, non mancano davvero le soprese!

 

Marzo nei proverbi e nei detti popolari…

Eccoci, finalmente, alla nostra consueta rassegna di espressioni e detti che abbracciano diversi ambiti: da quelli legati al mondo agropastorale, quelli di carattere puramente meteorologico e, infine, associati alla tradizione religiosa e alla cultura popolare.

 

Marzo e l’agricoltura

Come vedremo a breve, la saggezza contadina la fa sempre da padrona in quanto al momento giusto per effettuare le dovute operazioni nei campi. Se marzo è caratterizzato da poche piogge e dalla presenza di vento, grazie alla pioggia di aprile, i raccolti saranno buoni.

  • Marzo asciutto ed aprile bagnato, beato il villano che ha seminato.
  • Marzo ventoso, frutteto maestoso.
  • La luna marzolina fa nascer l’insalatina.
  • Chi nel marzo non pota la sua vigna, perde la vendemmia.

 

… e gli animali

Anche la fauna, del resto, svolge il suo ruolo significativo nel mondo naturale. In realtà, dagli esempi che seguono, possiamo scorgere dei preziosi consigli osservando il comportamento animale. Le api, regine dell’equilibrio fra gli ecosistemi, restano al calduccio del loro alveare in attesa che nasca la nuova prole e che il freddo svanisca. In questo periodo, molti animali escono dal letargo e la serpe, come afferma uno dei detti presi in esame, esce dalla tana. Occhio al sole di marzo che, stando alla cultura popolare, può causare raffreddamenti, insolazioni e problemi cutanei. Insomma, è un mese davvero squilibrato!

  • Le api sagge, in marzo, dormono ancora.
  • Marzo o buono o rio, il bue all’erba e il cane all’ombra.
  • Marzo, la serpe esce dal balzo.

 

Il meteo marzolino

Incerto e precario sono, senza dubbio, gli attributi che meglio si affibbiano a questo mese primaverile. Addirittura, in un batter d’occhio, non è raro passare da una condizione meteo all’altra. Pioggia o sole, passando per possibili spolverate di neve che si sciolgono in men che non si dica.

  • Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello. / Marzo pazzerello, esci col sole e rientri con l’ombrello.
  • Neve marzolina, dalla sera alla mattina,
  • Vento di Marzo non termina presto.
  • L’acqua di marzo è peggio delle macchie nei vestiti.
  • Marzo ha comprata la pelliccia a sua madre, e tre giorni dopo l’ha venduta.

 

I santi

Essendo gli “italiani popolo di santi, poeti e navigatori”, non poteva di certo mancare il riferimento religioso di diversi adagi che si basano su una sorta di correlazione tra calendario e previsioni meteo.

  • Se piove ai quaranta Santi (10 marzo) piove per altrettanti.
  • L’acqua gregoriana (12 marzo) dai mali risana.
  • Per San Benedetto la rondine sotto il tetto. (Ndr anticamente si celebrava l’11 marzo. Poi, per non far coincidere con la Quaresima, si è scelta la data dell’11 luglio)
  • Per l’Annunziata (25 marzo) la rondine è tornata. / Per l’Annunziata l’è finita l’invernata. / Per l’Annunziata si semina la patata.

 

Marzo nella cultura popolare

E, dulcis in fundo, i proverbi più coloriti ed espressivi tra tutti nelle loro vivaci analogie riscontrabili non solo nelle fasi e trasformazioni della natura, bensì nei rapporti interpersonali/familiari e comportamenti umani.

  • Di marzo, chi non ha scarpe vada scalzo, e chi le ha, le porti un altro po’ più in là.
  • Di marzo, ogni villan va scalzo.
  • Marzo non ha un dì come l’altro.
  • Marzo tinge, aprile dipinge.
  • Pace tra suocera e nuora dura quanto la neve marzola.
  • Marzo cambia sette cappelli al giorno.

 

Per concludere, non c’è modo migliore che  citare l’incipit della poesia Canzone di Marzo di Giovanni Pascoli. Chiudiamo questa carrellata con un’immagine serena e distesa del mondo che si risveglia dopo il rigido inverno.

Che torbida notte di marzo!
Ma che mattinata tranquilla!
Che cielo pulito! Che sfarzo
di perle! Ogni stelo, una stilla
che ride: sorriso che brilla
su lunghe parole.
 

Pubblicato il
2/03/2023