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Notte delle Fiaccole ad Abbadia San Salvatore: illuminati dal fuoco del Natale

Tipo di attivitàEventi
StagioneInverno
RegioneToscana

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La tradizione natalizia ci affida continuamente un complesso nutrito di usanze e celebrazioni che rendano ancor più magica l’atmosfera lucente del Natale. Uno dei riti più suggestivi è senza dubbio la Notte delle Fiaccole ad Abbadia San Salvatore (Siena). Una notte dal forte impatto emotivo. Una notte che fa del calore e della luce, entro le freddi temperature di dicembre, il suo punto più alto. Così, la gioia per la nascita del Salvatore diviene momento di forte emozione e di grande partecipazione collettiva e comunitaria.

Notte delle Fiaccole: la luce del Natale

Siamo ad Abbadia San Salvatore, nel cuore dell’entroterra senese. Qui, da più di mille anni, si celebra la suggestiva Notte delle Fiaccole. Una celebrazione, questa, dal forte carico emotivo e simbolico, capace di investire il Natale di un’atmosfera diversa, a tratti unica.

La Notte delle Fiaccole, infatti, coincide con il 24 dicembre, vigilia di Natale. Dall’anno Mille, infatti, tutti gli abitanti dei paesi vicini si riunivano presso l’Abbazia di San Salvatore per vivere questo evento propiziatorio il Natale. Da sempre, infatti, durante la Notte delle Fiaccole vengono bruciate delle fiaccole. Si tratta, nel dettaglio, di cataste di legno alte almeno 7 metri, che vengono disposte nella piazza centrale e lungo tutto il centro storico. Tradizione vuole che tutti gli abitanti dei dintorni, riunitisi per la Notte della Fiaccole, celebrino insieme la tradizionale Messa della Mezzanotte, che annucia la nascita del Salvatore.

Questa tradizione, mantenuta inalterata lungo i secoli, riesce a rievocare un dialogo meraviglioso con la storia ed i tempi attraversati da tanti fedeli e pellegrini. Trovandosi Abbadia San Salvatore lungo la Via Francigena, non di rado, per la Notte delle Fiaccole, sostavano presso il comune senese anche i pellegrini che, durante le celebrazioni natalizie, avrebbero raggiunto Roma. Ciò che si creava, allora, era un vero e proprio incrocio tra culture e tradizioni diverse, accomunati dalla luce del Natale.

In tal senso, nel nostro tempo, la Notte delle Fiaccole ha mantenuto la sua natura originaria. Questa suggestiva celebrazione, infatti, riesce non solo ad essere un vero e proprio collante per tutte le comunità del territorio, ma è motto di richiamo per tanti turisti e curiosi, affascinati da questo rituale rinnovato di luce. Particolarmente affascinante, in tal senso, è l’esattezza con cui questo rituale viene riproposto ogni anno: si rispettano, infatti, sempre gli stessi orari, gli stessi atti simbolici e significanti, al punto da ritenere che dall’anno Mille il tempo si sia davvero fermato.

Alle 18, ci si ritrova, infatti, dinanzi ai porticati del Comune, dov’è posta la prima Fiaccola. La pira, alta oltre 7 metri, viene accesa col fuoco benedetto. Da lì, i Capi Fiaccola accendono la loro fiaccola e si dirigono verso la corrispettiva pira per accenderla, in continuità con la pira del centro città. Alle 21, vengono benedetti i corali che cominciano il loro cammino tra le diverse pire accese lungo tutto il centro storico. Giunti dinanzi ad ogni pira, intonano canti natalizi che annuncino il prossimo arrivo del Natale.

A mezzanotte, ha invece inizio la celebrazione della Veglia Natalizia, che annuncia la nascita del Bambino Gesù. Al termine della Celebrazione Eucaristica, la Notte delle Fiaccole si conclude con l’apertura festante delle cantine, per festeggiare insieme il Natale, in allegria e facendo comunità. La Notte delle Fiaccole, a rafforzare questo senso comunitario, richiede, infatti, grande sforzo e grande impegno da parte di tutti.

Si tratta di una lavorazione complessa che vede impegnata la comunità nel realizzare questi monumenti rurali unici: per giorni e giorni si levigano e si intrecciano tronchi grazie a tecniche che qui si tramandano di generazione in generazione, per rinnovare un rito del fuoco che coinvolge tutti, sposando simbolici significati pagani e religiosi.

Sono “figli del fuoco” infatti gli abitanti dell’Amiata, montagna-madre di origine vulcanica che nelle sue viscere nascondeva la lava incandescente che ha generato una terra generosa che, da sempre, offre cibo e benessere alla collettività.

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Pubblicato il
14/12/2024