Il pane è l’ingrediente immancabile nella nostra cucina e non solo funge da accompagnamento, ma rappresenta anche un alimento valido per se stesso. Chiunque, infatti, pensa alla cucina nostrana, sente nel pane il richiamo della concretezza di casa, di quella bontà semplice che non ha eguali. Così, l’Italia detiene un’eccellenza, un autentico gioiello. Il Museo del Pane di Altamura, infatti, consacra proprio un modo di fare il pane, una ricetta diversa che si carica infinitamente di storia.
Perché il pane di Altamura è così speciale
È inutile negare che in tanti, se non tutti, abbiamo sentito parlare almeno una volta del pane di Altamura. Ne abbiamo sentito parlare con un misto di stupore e di desiderio. Ma perché il pane di Altamura è tanto osannato?

Raramente capita di ritrovare una ricetta che non sia stata investita dall’industrializzazione. Raramente capita di sentire ancora la fragranza antica di quel pane ruvido esternamente e caldo e soffice internamente. Perché il pane di Altamura è questo: un concentrato di fragranza esterna, in virtù della sua pluristratificazione, ed una leggerezza e delicatezza interna, resa ancor più sublime dal colore paglierino. E la cottura? Addio ai forni elettrici. Il pane di Altamura, infatti, è rigorosamente cotto ancora nel forno a legna, con tutto il retrogusto antico e diverso che questa modalità di cottura porta con sè.

Capita, tra l’altro, che il pane di Altamura non sia solo un pane; ma l’esito di una tradizione. Immaginiamo, in questo piccolo centro in provincia di Bari, che le mannaie, le donne (una per famiglia) vadano, una volta a settimana, al forno comunale per cuocere questa massa, inizialmente informe, di acqua e farina lievitati. Immaginiamo come la cottura avvenga tra la gioia dei bimbi al seguito e tra i canti delle mannaie, che attendono, pazienti, il pane di una settimana. Immaginiamo che da questo fisso rituale, arrivi una fragranza perpetua: un gioiello di gusto e cultura!
Museo del Pane di Altamura: da un sogno una realtà che permane
Il Museo del Pane di Altamura rappresenta l’emblema di come un sogno possa divenire non solo realtà, ma, soprattutto, emblema di una scelta manageriale che conduca una prelibatezza del territorio a divenire radice di grande divulgazione e di sapore sopraffino, esportato in tutto il mondo.

Accade, infatti, che nel 1956, un ragazzino cominci a sognare ad occhi aperti. Quel ragazzino si chiama Vito Forte ed è il garzone che raccoglie l’impasto del pane da cuocere dalle massaie del centro-città. Quel pane viene portato presso il forno più antico di Altamura ed è lì cotto e poi ridistribuito alle corrispettive famiglie. Questo forno, risalente al 1300, fu ceduto a dei privati e, poco dopo quel 1956, fu praticamente dismesso. Quel giovane, i cui occhi brillavano dinanzi al fragrante pane di Altamura, ha deciso di dar seguito al suo sogno: essere ambasciatore di questo tesoro in tutto il mondo.
Così, ha deciso di ripristinare il forno e di renderlo un polo attrattivo, capace di rende il pane di Altamura famoso in tutto il mondo. Si parte, infatti, dalle richieste solo regionali. Fin quando, nel 1974, Vito Forte non dovrà trasferirsi per fondare la CASA DEL PANE DI VITO FORTE. Una struttura che, nel dettaglio, non solo permette di elevare la produzione di pane di Altamura di qualità; ma che fa fronte, soprattutto, ad un’esigenza di marketing che possa rispondere a richieste provenienti da tutto il mondo. Quel lievito, allora, da dover far crescere nel solo piccolo forno di Altamura, diventa lievito che fa affermare il pane di Altamura in tutto il mondo.

Visitare, infatti, il Museo del Pane di Altamura significa semplicemente entrare in un mondo antico, nel quale la vita del fornaio, i suoi profumi, la sua manualità, diventano pane quotidiano ed esperienza che supera ogni aspettativa. Il Museo sorge proprio in quel vecchio forno trecentesco che, da luogo di abbandono, diventa punto di rivalsa: riscatto di una tradizione che vede nel Pane di Altamura DOP il trionfo di una storia di gusto e di un patrimonio inestimabile.
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