Nel labirinto di vetro e cemento del MAXXI di Roma, la sera del 16 giugno 2025 ha raccolto voci, immagini e battiti che non erano soltanto quelli di una premiazione, ma di una comunità che racconta se stessa attraverso il cinema. I Nastri d’Argento, giunti alla loro 79ª edizione, sono qualcosa di più di un evento mondano o di una rassegna di statuette: sono il riflesso annuale dell’identità culturale italiana, elaborata dallo sguardo lucido del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI).
In un’epoca in cui l’immagine scorre veloce, dove tutto si consuma nell’istante, i Nastri d’Argento 2025 si sono presi il tempo di ascoltare le storie, di premiare la lentezza, la profondità, l’intuizione registica e interpretativa. In quel teatro di emozioni e sguardi che è il MAXXI, non si è solo applaudito: si è respirato il senso profondo del fare cinema oggi in Italia.
Nastri d’Argento 2025: quando la critica racconta il paese
Da quasi ottant’anni i Nastri d’Argento sono la voce critica del cinema italiano. A differenza dei premi “popolari” o dei festival, qui il giudizio è collettivo e professionale: oltre 100 giornalisti cinematografici, tutti membri del SNGCI, votano con competenza, sguardo e sensibilità artistica. Il risultato? Un palmarès che non rincorre la moda, ma si affida al valore.
Il 2025 ha visto brillare nomi consolidati e voci nuove, in una serata all’insegna della pluralità. Non un solo film dominatore, ma una costellazione di opere, registi e interpreti che restituiscono la complessità del nostro tempo: le relazioni spezzate, le famiglie imperfette, la forza femminile, le identità nascoste.
I vincitori dei Nastri d’Argento 2025: un mosaico di storie e visioni
Ferzan Özpetek ha ricevuto il riconoscimento come Film dell’anno per Diamanti, premiato direttamente dal Direttivo del SNGCI, mentre Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini è stato eletto Miglior Film. Un’opera intima e commovente, segnata da silenzi eloquenti e da un’introspezione mai scontata, che ha fatto incetta anche di altri riconoscimenti, tra cui Migliore Sceneggiatura e Attore Protagonista (Fabrizio Gifuni).

Altri trionfi:
- Gabriele Mainetti ha incantato la giuria con La città proibita, portando a casa il premio per la Migliore Regia, mentre Greta Scarano, al suo debutto dietro la macchina da presa, ha stupito con La vita da grandi.
- L’equilibrio tra generazioni e sguardi femminili è stato premiato anche con le attrici protagoniste: Valeria Golino (Fuori) e Romana Maggiora Vergano (Il tempo che ci vuole), ex aequo.
- Per la Commedia, il tono brillante e malinconico di Follemente di Paolo Genovese ha convinto giuria e pubblico, con Pilar Fogliati come migliore attrice e una menzione speciale a Paolo Genovese per la regia “dietro le quinte” (premio Hamilton).
Dietro le quinte, la maestria si è confermata protagonista:
- Fotografia a Daria D’Antonio (Parthenope)
- Costumi e scenografie per Massimo Cantini Parrini e Tonino Zera (Le Déluge)
- Colonna sonora a Lele Marchitelli (Parthenope)
- Canzone originale ad Arisa per Canta ancora
Tra i Nastri d’Argento speciali, segnaliamo quello alla carriera per Cristina Comencini e Marco Tullio Giordana, due pilastri del cinema impegnato italiano. Un riconoscimento che parla della continuità tra memoria e futuro.
Nastri d’Argento e nuove generazioni: il cinema che verrà
Non solo maestri e autori consolidati. I Nastri d’Argento 2025 hanno guardato anche al futuro, valorizzando giovani attori e registi che stanno già ridisegnando l’identità del cinema italiano:
- Celeste Dalla Porta (Parthenope) e Francesco Gheghi (Familia) si sono aggiudicati il Premio Biraghi
- Rachele Potrich, talento vibrante di Vermiglio, ha ricevuto il Premio Graziella Bonacchi
- A Barbara Ronchi, volto intenso del nostro cinema, è andato il Premio Nino Manfredi
Tanti segni, tanti nomi, una mappa che disegna il cinema italiano come organismo vivo, in trasformazione, ma sempre radicato in storie che emozionano, che interrogano, che sanno restare.

I Nastri d’Argento 2025: specchio di un cinema che osa
In una serata che ha saputo unire rigore critico ed emozione, i Nastri d’Argento 2025 hanno confermato di essere non solo un premio, ma un atto culturale. Non si è celebrato solo “chi ha vinto”, ma chi ha raccontato meglio l’Italia di oggi.
Un cinema che si fa specchio, ferita, sguardo; un cinema che non ha paura di cambiare forma, ma resta fedele alla sua vocazione più profonda: essere verità, anche quando è finzione.
Per ulteriori info: visita il sito dei Nastri d’Argento
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