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Il Diotto di Scarperia 2024 ed il suo palio

Tipo di attivitàEventi
StagioneEstate
RegioneToscana

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Ogni anno, in onore della fondazione di Scarperia, si rinnova l’appuntamento con il Diotto di Scarperia ed il suo Palio.

Andiamo a conoscere questo storico borgo e le sue tradizioni!

Scarperia

Questo famosissimo borgo del Mugello, inscritto nell’albo dei borghi più belli d’Italia, venne fondato con il nome di Castel San Barnaba nella località “la Scarperia”, poiché si trovava ai piedi dell’Appennino.

Dalla “scarpa” iniziava poi la salita ripida denominata “ria”.
Nel 1306, sconfitti gli Ubaldini, antichi feudatari del Mugello, Firenze il 18 luglio delibera la costruzione del nuovo fortilizio, Castel San Barnaba, nel luogo detto “la Scarperia”.

Il 7 settembre vennero disegnate le strade e le mura davanti agli abitanti della campagna chiamati a raccolta nel nuovo centro, che ufficialmente nasce il giorno dopo prevedendo l’esenzione decennale da tasse e balzelli per tutti coloro che vi costruiranno la propria casa.
Proprio da qui nascono i festeggiamenti del “Diotto di Scarperia”.

Cos’è il “Diotto”

Con il termine “Diotto”, che deriva da “die octo”, a Scarperia si vuole indicare un periodo di festeggiamenti che ha inizio a metà agosto e dura sino a fine settembre.

Varie sono le manifestazioni e ricorrenze di carattere storico e rievocativo che vengono organizzate in questo periodo; tra tutte spiccano le Giornate Rinascimentali ed il Palio del Diotto.

Il Palio del Diotto e le Giornate Rinascimentali sono iscritti all’elenco regionale delle Associazioni e Manifestazioni di Rievocazione Storica (L.R. 5/2012, Art.3).
A gestire la realizzazione di tutti questi eventi, oltre alla Pro Loco di Scarperia, vi è il Comitato Diotto, che collabora con molti figuranti e gruppi storici tra cui i Bandierai e Musici di Castel San Barnaba, il Corteo Storico di Scarperia, ed Nobili Balladori da San Barnaba.

Palio del Diotto

Il Palio del Diotto si tiene ogni anno l’8 settembre e vede gareggiare i diversi rioni del paese per assegnarsi il “Palio”, che in senso figurato rappresenta l’investitura del Vicario.

Le origini di questa festa sono da ritrovare nel 1306 quando Scarperia, fondata dalla Repubblica Fiorentina, ha sempre organizzato i festeggiamenti per la sua fondazione e spostandoli all’8 settembre per associali alla festa della Natività della Madonna.

Attualmente per dare più importanza e lustro ai vicari ed ai loro stemmi dipinti nel Palazzo dei Vicari, gli stessi vengono alternati ogni anno, ma rimanendo sempre a cavallo del periodo rinascimentale.

L’attuale festa si svolge così: alle prime ombre della sera l’antico portone del Palazzo dei Vicari si spalanca consentendo l’uscita di un corteo composto da oltre un centinaio di figuranti con il Vicario Uscente, ed a suon di chiarine e rullar di tamburi si dirige tra le due fitte ali di folla, verso la porta fiorentina di Scarperia, andando incontro al nuovo dignitario che di lì a poco prenderà il suo posto al governo del Vicariato.

I due personaggi si incontrano alla suddetta Porta e si salutano secondo un protocollo ben preciso; i due cortei si ricompongono e risalgono la via principale del vicariato. Il corteo di Scarperia e quello che proviene da Firenze scortano pomposamente il Nuovo Vicario in un giro dell’abitato per far conoscere la solidità delle mura e la vivacità della cittadinanza.

Dopo aver percorso le antiche vie, festosamente illuminate ed addobbate, si raggiunge la bella piazza che si distende di fronte al Palazzo dei Vicari dove, dopo la lettura delle grida dell’Araldo della Signoria, con i possedimenti elencati, il Vicario Entrante presta giuramento sui sacri vangeli, e in suo onore il Vicario Uscente dà inizio ai giochi di gagliardia.

Il Maestro di Campo chiama a sé i 4 giudici e dà inizio al Palio Del Diotto, con 5 giuochi tra i 4 rioni finalisti: “lancio dei coltelli”, “corsa sui mattoni”, “tiro alla fune”, “corsa nelle bigonce” e “palo della cuccagna”. Il primo e l’ultimo sono giochi individuali, mentre agli altri partecipano tutti i giocatori del Rione. Al termine di queste verrà assegnato il Palio del Diotto al Rione che avrà totalizzato il punteggio più alto. Un eventuale spareggio si risolve con un altro “lancio dei coltelli” tra i rioni a pari merito.

Ogni Rione di questa terra ha un proprio colore ed un proprio vessillo. I rioni sono composti da un capitano, un porta bandiera e da sei giocatori. Il massimo dei rioni ad oggi è stato di n.13, e per giungere al Diotto vengono svolte sessioni di eliminatorie nei giorni precedenti; solo il vincitore dell’anno precedente accede di diritto al Palio. I giochi hanno origine agreste e sono la genuina espressione della forte gente scarperiese che nel lavoro artigianale ed in quello dei campi, ha sempre profuso energia e talento.

Nel mezzo dei giochi, per dare modo agli astanti di riprendere fiato e soprattutto per arricchire lo spettacolo, sono inseriti i volteggi a tempo di musica dei Bandierai e Musici di Castel San Barnaba.

Il Palio sarà conservato nella sede della compagine vincente. L’anno successivo un nuovo palio, dipinto da pittori locali, verrà rimesso in gioco.

Giornate Rinascimentali

Le Giornate Rinascimentali a Scarperia nascono da un attento e meticoloso studio condotto dagli studiosi per riportare in auge costumi ed usanze dell’antichità.

Difatti, il primo fine settimana di settembre vengono dedicate due giornate agli antichi mestieri ormai in disuso come:alcuni artigiani, impagliatori, cestai, fabbri, falegnami, ceristi, cartai, oltre a giocolieri, streghe, bordelli, maghi e cartomanti, botteghe dell’arte, coltellinai, lavandaie, frati da cerca ecc.. I figuranti complessivi, durante le giornate rinascimentali, sono circa 800.

Scarperia si trasforma quindi in quel “borgo rinascimentale”, sede di Vicariato nato nel 1306. Dall’alba sin dopo il calar del sole lungo le vie del “borgo” si possono incontrare dame e cavalieri, che passeggiano con fare altezzoso, accompagnati dai musici e bandierai del vicariato, mentre le guardie di palazzo fanno la ronda, controllando che in mezzo al popolo non si nascondano agitatori di folla che potrebbero attentare la nobile figura del Vicario.

Dalle strade laterali giunge il suono del martello del “mastro coltellinaio” che, battendo sull’incudine, forgia la lama che diverrà “ferro tagliente”, un’arte che ancora oggi rende famosa Scarperia. I contadini, giunti all’alba, portano i prodotti delle loro terre che verranno venduti al mercato. Per chi volesse rifocillarsi la “locanda del vicariato” è il posto ideale dove poter gustare piatti tipici del tempo e del luogo. Per l’occasione in quel giorno, e solo in quel giorno, gli avventori della giornata possono acquistare e vendere le loro merci con la moneta corrente, ovvero il “fiorino di Scarperia”: coniata apposta per l’evento, verrà cambiata con moneta contante dai “gabellieri” alle due casse.

In lontananza si odono le grida dell’araldo e le voci dei cantori che animano la giornata con le loro melodie in compagnia di “giullari” e “mangiafuoco”. Tra accurati spettacoli, esibizioni di sbandieratori e rappresentazioni teatrali dell’epoca, la giornata giunge al culmine ed al termine. Ormai non resta che attendere il gran giorno di festa, il Dìotto, a cui tutto gira intorno e per cui tutto è ormai pronto. In questo giorno è compito degli aitanti giovani dei vari rioni del vicariato rendere omaggio al “Novo Vicario”, sfidandosi con onore e gagliardia sulla grande piazza antistante il palazzo dei Vicari che tutto vede e su tutto vigila.

Pubblicato il
1/09/2024