Iran, mercoledì 25 settembre alle ore 14.00, una conferenza alla Camera dei Deputati, moderata dall’On. Naike Gruppioni, chiederà una risposta decisa alla recente ondata di esecuzioni sui cittadini.
Un gruppo di illustri deputati di diversi partiti interverrà alla conferenza, tra cui la Sen. Cinzia Pellegrino, capogruppo dei Fratelli d’Italia nella Commissione per i diritti umani, e l’On. Emanuele Pozzolo, Membro della Commissione Affari Esteri.
Interverrà inoltre un rappresentante del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI).
Dall’insediamento del nuovo presidente del regime clericale in Iran, il numero di esecuzioni e di atti di re-pressione contro le donne e vari segmenti della società è aumentato drasticamente. Sono state registrate almeno 166 esecuzioni. Inoltre, due manifestanti sono morti sotto tortura dopo essere stati arrestati e por-tati in prigione. Solo il 9 e l’11 settembre, almeno 12 prigionieri sono stati giustiziati, tra cui un ex campione di wrestling.
L’Iran è il Paese che registra più esecuzioni di donne in tutto il mondo. Gli attivisti affermano che molte di queste detenute sono vittime di matrimoni forzati o abusivi. Secondo l’Ong norvegese Iran Human RIghts (Ihr), che accusa la repubblica islamica di usare la pena capitale come mezzo per scatenare la paura sulla scia delle proteste scoppiate nell’autunno 2022, l’anno scorso l’Iran ha effettuato più impiccagioni che in qualsiasi altro anno dal 2015.
«Il profondo incremento delle esecuzioni è stato dovuto soprattutto all’Iran, le cui autorità hanno mostrato un totale disprezzo per la vita umana con un aumento delle esecuzioni per reati di droga che, ancora una volta, ha messo in luce l’impatto discriminatorio della pena di morte sulle comunità più povere e marginalizzate del paese», ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
«Nonostante questi passi indietro, soprattutto nel Medio Oriente, gli Stati che ancora eseguono condanne a morte sono sempre più isolati. La nostra campagna contro questa orribile punizione funziona. La porteremo avanti fino a quando la pena di morte non sarà stata abolita», ha aggiunto Callamard.
I cinque Stati che, nel 2023, hanno eseguito il maggior numero di condanne a morte sono Cina, Iran, Arabia Saudita, Somalia e Stati Uniti d’America. L’Iran, da solo, ha fatto registrare il 74 per cento di tutte le esecuzioni note, l’Arabia Saudita il 15 per cento. In Somalia e negli Stati Uniti d’America le esecuzioni sono aumentate.
Le autorità iraniane rifiutano di rendere pubblici i dati sulle esecuzioni, molte delle quali avvengono in segreto. Almeno 520 delle 853 condanne a morte eseguite nel 2023 sono state emesse dai «Tribunali rivoluzionari»: hanno competenza su un’ampia serie di reati, non solo quelli legati alla droga. Di loro competenza tutte le attività considerate «reati contro la sicurezza nazionale». Praticamente su tutto. In Iran si può essere condannati a morte anche per adulterio, blasfemia, «apostasia» e in generale per «offese al profeta Maometto». Non sono tribunali indipendenti, sono pesantemente influenzati dalle forze di sicurezza e dai servizi d’intelligence, usano regolarmente «confessioni» estorte con la tortura. Non c’è accesso alla rappresentanza legale.
«Il silenzio della comunità internazionale è inaccettabile», ha dichiarato anche il direttore dell’Ihr Mahmood Amiry-Moghaddam. «Le persone giustiziate – ha aggiunto – appartengono ai gruppi poveri ed emarginati della società iraniana e non hanno avuto processi equi con il giusto processo».
«È tempo che la comunità internazionale prenda posizione contro le gravi violazioni dei diritti umani e l’aumento delle esecuzioni capitali e adotti misure concrete per fermarle». Queste le parole riportate sulla locandina del convegno che si terrà oggi presso la Camera dei Deputati.
Iran, Convegno: luogo data e orario:
Mercoledì 25 settembre ore 14.00 Sala del Refettorio (Via del Seminario 76).
Come posso prenotarmi?
Per accreditarsi all’evento scrivere a sic.sale@camera.it. Per ulteriori info consultare il sito online della Camera.
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