Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America a Roma

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“Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America” è il documentario che il 12 luglio verrà proiettato a Piazza San Cosimato a Roma. A moderare l’evento sarà la giornalista Veronica Gentili, in presenza del regista Francesco Zippel.

Sergio Leone, la storia di un mito che ha rivoluzionato il cinema italiano e internazionale. Cresciuto a “pane e Hollywood”, il documentario di Francesco Zippel, rappresenta un viaggio emozionante nella storia di un protagonista assoluto: “Il cinema deve essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito. Il cinema è mito”. Così parlò il padre del western all’italiana, il primo regista post-moderno, ma soprattutto l’uomo che inventò l’America, come recita il titolo del documentario, presentato alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia e premiato ai Nastri D’Argento 2023 come miglior documentario dell’anno.

Una pellicola che è soprattutto un atto d’ amore nei confronti di un autore a cui sono bastati sette film per entrare nell’empireo della settima arte, also sprach Tarantino: «Da lui e dai suoi film ho preso tutto il possibile, lui ha inventato un genere ed io l’ho fatto mio». E poi ancora i preziosi contributi di Clint Eastwood, Steven Spielberg, Martin Scorsese, Frank Miller, Robert De Niro, Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone, Dario Argento, Ennio Morricone in immagini d’archivio, Jennifer Connelly, i figli Raffaella, Francesca e Andrea, sono tante le voci che si alternano nel racconto.

Sergio Leone, cinema in piazza — Sergio Leone, L’italiano che inventò l’America

Sergio Leone, C’era una volta in America

C’era una volta in America, probabilmente il capolavoro assoluto che tutti noi ricordiamo con un brivido, e che ricorda con una certa partecipazione anche il grande Steven Spielberg. Sergio era un uomo determinato, rigoroso, che accettava pochi compromessi soprattutto quando si trattava dei suoi film. Un uomo che, come descrive sua figlia Raffaella, non era mai in cerca di applausi, e fu sorpreso per i venti minuti di ovazione all’anteprima del film al Festival del cinema di Cannes.

Un lungometraggio quindi che ci aiuta a comprendere la forza rivoluzionaria del regista italiano nei confronti di un genere, quello western, già battezzato dai grandi: ” Nei film di John Ford, quando un attore apre una finestra è sempre per guardare l’immenso futuro che ha davanti. Nei miei, invece, quando aprono una finestra hanno solo paura e il terrore di ricevere una pallottola in mezzo agli occhi”.

Forse Sergio Leone è stato davvero l’ultimo grande regista del cinema muto. Un autore in grado di imprimere in ogni fotogramma la potenza di un’immagine. Una sorta di Prometeo della macchina da presa capace di illuminare ogni scena con il fuoco sacro della passione. Una serata da non perdere, un cinema tutto da vivere.