Gianni Minà, nato a Torino il 17 maggio 1938 e morto a Roma il 27 marzo 2013, è stato un giornalista scrittore e conduttore televisivo di successo.
«Ero timido, ho fatto il giornalista per perdere la timidezza, e grazie a questo lavoro ho partecipato alla stagione più bella che nell’ultimo mezzo secolo ha avuto la società italiana».
Queste le parole del grande giornalista in un’intervista rilasciata nel 2019.
Gianni Minà e i suoi tanti amici
Nel corso del suo lungo percorso professionale Minà è diventato amico, dopo aver raccontato le loro storie, di personaggi dal calibro di Fidel Castro, Papa Francesco, Diego Armando Maradona e Pietro Mennea, Muhammad Ali, il Dalai Lama, Martin Scorsese e Sergio Leone, passando per i Beatles, García Marquez, Massimo Troisi, Marco Pantani.
“Gianni Minà – Una vita da giornalista”, il documentario firmato dalla moglie del giornalista, Loredana Macchietti, sarà nelle sale il 26, 27 e 28 giugno. Prodotto da Format con Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura.
La Macchietti ha spiegato che l’idea di realizzare questo docufilm è nata nel 2008, durante una festa, quando Minà ha espresso il suo interesse nel fare scrivere un copione sulla sua vita professionale.
A quel punto, la situazione è diventata abbastanza difficile dal momento che Minà in 60 anni ne aveva fatte di esperienze e ne aveva di aneddoti da raccontare.
Ci si tuffa in una storia di 60 anni di carriera, raccontata dai colleghi, e dagli amici quali Renzo Arbore e Edoardo Vianello.
Il grande Gianni instaurava dei rapporti speciali con coloro che raccontava, da Maradona a Sepulveda.
Il docufilm parte proprio dalla città natale di Minà, Torino, e che lo ha consacrato come giornalista nel 1959 a Tutto Sport.
Lì nasce anche il suo grande amore per la squadra di calcio del Torino.
Successivamente, si passa a Roma dove il giornalista si trasferisce non appena inizia a lavorare per la Rai.
Per la Rai, il giornalista torinese racconta grandi eventi sportivi come i Mondiali di calcio e le Olimpiadi, oltre a innumerevoli incontri di pugilato, tra cui quello tra George Foreman e Muhammad Ali, che lo accolse addirittura nello spogliatoio.