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L’estate e gli anziani, guai a dimenticarli.

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Più di 8 milioni di italiani quest’estate rinunciano alle vacanze, di questi oltre i 2/3 resterà a casa per ragioni economiche.

Le “ferie” costano sempre di più: chi ha deciso di partire deve mettere in preventivo una spesa di 918 euro a testa, considerando solo l’alloggio e i costi di trasporto.

Una famiglia di tre persone, al netto del cibo e di tutte le altre spese legate alla vacanza, dovrà mettere a budget almeno 2.700 euro.

I dati emergono da una indagine condotta da Emg Different.

La gran parte degli intervistati ha ammesso di non essere riuscito a risparmiare a sufficienza a causa dell’aumento generale del costo della vita.

Fra le altre motivazioni ci sono i prezzi di viaggi e delle vacanze che sono diventati ormai insostenibili.

Leggendo i dati emerge infine che a rinunciare alle ferie sono soprattutto gli italiani in età compresa tra i 65 e i 74 anni, fascia di età nella quale la percentuale di chi resterà a casa arriva al 23% a fronte di una media nazionale pari al 19%.

Numeri freddi che tuttavia raccontano un paese che non cresce economicamente e nella quale la cosiddetta classe media è sempre più povera.

Gli anziani restano a casa e spesso e volentieri sono soli. Si tratta di un dramma nel dramma.

La solitudine di queste persone che restano a casa per motivi economici ma talvolta anche per volere di figli che considerano i propri genitori un “costo” o un “peso”, è terribile e questo elemento sfugge a qualsiasi indagine o sondaggio.

Dietro le analisi numeriche ci sono storie di uomini e donne soli ai quali fa compagnia giusto la Tv e, per chi sa usarli, i social. Troppo poco.

L’anziano solo somatizza la propria solitudine, il proprio malessere psicologico, che diventa malattia ed è nostro compito prevenire questa condizione. 

Gli anziani sono fragili ma allo stesso tempo hanno spesso una dignità di carattere che li porta a non voler essere aiutati, a non voler essere considerati un peso, quando, ad esempio, si parte per le vacanze estive.

Ciascuno di noi ha il diritto di staccare la spina qualche giorno e di godersi un po’ di meritato riposo. 

Ma questo non può significare aumentare la spirale egoistica di una società nella quale le responsabilità e i doveri vengono troppo spesso dimenticati.

Ho molto riflettuto su questo editoriale e devo dire che leggere i dati di cui vi ho parlato prima mi ha molto colpito.

Fate caso a quante finestre rimangono aperte prima di partire, se partite, a quante persone restano nei vostri condomini nelle strade dove abitate e se potete fate caso a loro. Agli anziani.

La loro solitudine può diventare una patologia e basta poco per evitarla: bisogna renderli parte attiva di una comunità, anche con una breve chiacchierata o un semplice saluto.

Sono i nostri vicini di casa, quelli che vi prestano il sale o la farina quando ne avete bisogno. Quelli che vi danno il buongiorno mentre andate a lavoro e loro sono affacciati alla finestra. 

Sono i nostri genitori, i nostri nonni, coloro sulle cui spalle si è costruito gran parte del benessere che c’è (anche se non come prima) nella nostra società.

Una società meno ricca economicamente non deve essere una società più egoista che dimentica i più fragili e che non si accorge della crescente violenza che imperversa fra giovani e giovanissimi.

Può succedere, per mille ragioni, di non riuscire a fare le vacanze che volevamo e che avremmo persino meritato.

Ciò che non deve accadere, è dimenticare le nostre radici più profonde.

Questo, credetemi, sarebbe semplicemente imperdonabile.

Pubblicato il
23/07/2025
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