Scrivo questo editoriale nel treno che mi riporta Napoli dopo una lunga settimana sanremese. Ho raccontato, per questo giornale e per le televisioni che mi hanno mandato in onda, tutto quello che è successo durante il festival di Sanremo. Non è la prima volta. E spero non sarà l’ultima.
La mia storia a Sanremo
Nel 2017 feci il mio primo ingresso nella sala stampa intitolata a quel grandissimo ed indimenticato artista che si chiama Lucio Dalla. In questi otto anni ho visto tante reazioni da parte di colleghi giornalisti sulle dichiarazioni di vari cantanti che si sono alternati in conferenza stampa. Quello che non mi era mai accaduto, è stato vedere con quanta ostilità molti dei miei colleghi hanno trattato Geolier.
L’attacco a Geolier: ” La vittoria rubata nei duetti”
Parlare di vittoria rubata, in riferimento alla serata dei duetti, o, peggio ancora, insinuare di ambigue organizzazioni, pronte ad alterare il televoto mediante l’utilizzo di schede Sim, è un insulto alla nostra deontologia professionale. Geolier può naturalmente non piacere, ma una cosa è criticare una sua esibizione, altra cosa è insolentirlo in quel modo. Intendiamoci, a vincere il festival è stata una meravigliosa e giovanissima cantante, degna figlia del suo straordinario padre.
Il trionfo dei giovani a Sanremo
Angelina Mango interpreta, come Geolier, una nuova generazione di cantanti in grado di trascinare milioni di giovani e meno giovani al loro seguito. Certamente questo è l’aspetto più positivo del 74º festival della canzone italiana. Angelina e Geolier non hanno neanche cinquant’anni in due. Il futuro artistico è tutto loro e questo è sicuramente un bene. Il secondo posto di Geolier, e il trionfo nel televoto con una % mai ottenuta da nessuno prima di lui, dimostra però che Emanuele Palumbo è un fenomeno nazionale. Lo dicono i numeri, lo dicono le visualizzazioni, lo dicono i dati di ascolto sulle principali piattaforme e le interazioni su tutti i social.
Geolier ha avuto il merito di compattare una intera città al suo fianco, e non era scontato. Napoli non è sempre stata generosa con i suoi figli e non sempre gli ha dato il sostegno che meritavano. Stavolta non è stato così.
Benedetto Croce parlava di due Napoli, una aristocratica e una plebea. Stavolta non c’è stata nessuna differenza i cosiddetti ricchi e gli emarginati si sono saldati in un unico fronte. Fa bene quindi Geolier ad essere molto soddisfatto del risultato finale, nonostante le evidenti negligenze di un sistema di televoto che ha mostrato tutte le sue falle ed un regolamento che anche la Rai dice di voler cambiare.
Ed io penso che sia arrivato il momento di farlo. Sanremo è il festival degli italiani ed è giusto che il loro voto, che ha premiato Geolier con il 60% delle preferenze, inizi a pesare un po’ di più.
Quanto a noi giornalisti, non dovremmo mai dimenticare che, soprattutto nei luoghi di lavoro, atteggiamenti più consoni a una curva da stadio che a una sala stampa non sono ammissibili.
Come non è tollerabile esprimere, neanche tanto velatamente, il proprio disprezzo verso una parte del territorio. Sono felice che sia stato proprio Geolier a ricordare come l’Italia sia una unica ed indivisibile. Noi di InItaly la pensiamo allo stesso modo. Da domani le polemiche su Sanremo inizieranno a diminuire, ma è giusto tenere alta l’attenzione su alcune questioni.
Il ricordo commosso di GioGiò
Infine lasciatemi dire che un altro grande esempio di resilienza e di bellezza viene sempre dalle nostre parti: l’intervento della signora Daniela di Maggio, madre di Giogio’ è stato di rara bellezza ed efficacia.
La violenza e la criminalità vanno contrastate dalle Alpi agli Appennini e, se non vogliamo che il sacrificio di Giogio’ sia stato vano, dobbiamo continuare a combattere su questo terreno.
La mia intervista alla mamma di GioGiò
Amadeus ed il futuro del Festival
Il finale di questo editoriale lo dedico ad Amadeus. Ha dichiarato di non voler più occuparsi del festival dopo questi cinque anni alla sua guida. In questi anni Amadeus ha dimostrato equilibrio, intelligenza e saggezza.
Ha raggiunto risultati straordinari dal punto di vista degli ascolti e della raccolta pubblicitaria, ha avuto il merito di portare sul palco del teatro Ariston nuove generazioni di musicisti coinvolgendo i tantissimi giovani che ascoltano musica ogni giorno sulle varie piattaforme, dando prova di grande apertura mentale e di grande connessione con il paese reale. Non so chi prenderà il suo posto al timone del Festival, ammesso e non concesso che lui voglia davvero mollare. Resta la sua un’eredità pesante per chiunque la raccoglierà. Ma la strada che Amadeus ha tracciato non prevede la possibilità di fare marcia indietro.