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I 5 meravigliosi borghi della Calabria

Tipo di attivitàTurismo, Viaggi
StagioneEstate
RegioneCalabria

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Con l’inizio dell’Estate e le belle giornate che stanno per arrivare, noi di Initaly.eu vi portiamo alla scoperta dei meravigliosi borghi della Calabria.

Un itinerario di bellezza e fascino degli antichi borghi calabri che vi faranno scoprire le tradizioni, la cucina e i panorami di questa magica regione.

  • Rocca Imperiale
  • Morano Calabro
  • Tropea
  • Badolato
  • Caccuri

Rocca Imperiale: il borgo della Calabria con il Castello

Nel 1296, il luogo era noto come Castrum Carcari, un nome che si riferiva alle fornaci per la calce. Questo nome potrebbe indicare una preesistente postazione militare romana, come suggeriscono le tombe trovate in località Cesine. In seguito, il luogo divenne noto come Rocca Imperiale, in omaggio a Federico II di Svevia che costruì qui il castello. Rocca Imperiale è definita la porta della Calabria dal versante del mar Jonio. È un paese di cinema e poesia, noto anche come il paese dei Limoni. I primi insediamenti risalgono all’VIII secolo, ma il paese si sviluppò principalmente dopo l’edificazione del castello svevo da parte di Federico II nel 1225.

Il borgo nacque sottostante il maestoso castello, con le sue case a gradinata. Il castello fu ampliato dagli Aragonesi nel 1487 con l’aggiunta di torri merlate e cinta muraria, e nel 1700 i Duchi Crivelli lo ampliarono ulteriormente con l’aggiunta del palazzo settecentesco. Partendo ai piedi del castello svevo, iniziano i suggestivi vicoli che portano alle prime chiese di San Giovanni Battista del 1400 e quella del SS Rosario del 1600.

Proseguendo, si arriva alla Chiesa Madre edificata nel 1239 per volere di Federico II, alla chiesa del Carmine del 1600 e alla chiesa di Sant’Antonio da Padova del 1500. In contrada Cesine si trova il Santuario della Madonna della Nova, patrona di Rocca Imperiale. L’ultima domenica di Carnevale si festeggia con la sfilata in maschera e la sagra delle maiatiche, frittelle con peperoni secchi. La gastronomia locale offre piatti come frizzul ca’ millic, laganelli e ceci, arrosto di capretto e di maiale, peperoni e melanzane fritte, muffit, e torta al limone. Ad agosto si svolgono due eventi: il 19, la mostra d’arte Dal tramonto all’alba; l’ultima settimana del mese, Il Federiciano, festival artistico e concorso di poesia.

Morano Calabro: un meraviglioso borgo arroccato

Il toponimo Muranum compare per la prima volta in una pietra miliare del II secolo a.C. L’origine romana di questa stazione della Regio-Capuam è chiara, ma l’etimologia è incerta. Alcuni pensano che il nome derivi dai gelsi mori di cui il territorio abbondava, altri alla parola greca méruma, cioè “cumulo”, perché gli edifici sembrano ammonticchiati gli uni sugli altri. Nel 1863, l’appellativo di Calabro è stato aggiunto per distinguerlo da Morano sul Po.

La lapide miliare rinvenuta a Polla, in cui compare il nome Muranum, risale al 132 a.C. La località era probabilmente abitata già dal 300 a.C. circa. Nel 1076, i moranesi sconfiggono un’orda di saraceni e la testa del condottiero saraceno viene portata in trionfo per le strade del villaggio. Tra il 1100 e il 1200, in età normanno-sveva, sorge il nucleo originario del castello.

Abbarbicato sul colle, con le case strette le une alle altre, il borgo abbraccia con lo sguardo il versante calabrese del monte Pollino, che con i suoi 2248 metri costituisce una presenza ineludibile, sofferta e amata, punto di partenza e di arrivo per tutti i moranesi.

La bellezza di Morano sta nella delicata combinazione di arte e bellezze naturali: la pietra degli archi, dei torrioni, dei contrafforti, delle case abbracciate le une alle altre, si sposa con la maestà dei monti circostanti creando uno scenario davvero unico. La maglia urbana, fitta e intricata, fa di Morano uno dei centri storici più suggestivi dell’intera Calabria. La visione d’insieme è quella di un presepe, con le case in architettura povera degradanti verso il basso, con i tetti rossi dei coppi e il dedalo di viuzze che sale verso il castello.

La scoperta di Morano può partire dalla chiesa di San Bernardino da Siena, un gioiello di architettura monastica quattrocentesca in stile tardo-gotico. La facciata è dominata da un bel portale ogivale in pietra gialla, mentre l’interno è mistico e severo come tutti gli ambienti francescani. L’annesso convento è stato fondato nel 1452. Pregevoli il soffitto ligneo a carena di nave, unico in Calabria, e il Polittico di Bartolomeo Vivarini, dipinto a Murano nel 1477, che risplende sull’altare in un balenio di ori.

Risalendo il quartiere dei Lauri, dove vi era uno stanziamento di monaci bizantini, si raggiunge la collegiata di San Nicola, costituita da due corpi di fabbrica, il superiore quattrocentesco e l’inferiore di epoca precedente. Dal rione San Nicola, attraverso archi, sottopassi, viuzze e slarghi che rivelano stupendi scorci paesaggistici, si raggiunge il castello di origine normanna, ampliato tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del Principe Sanseverino che lo elesse a propria dimora.

Tropea: il borgo d’incanto sulle coste della Calabria

Tropea, un tempo conosciuta come Portercole, è una città ricca di storia e cultura. Fondata da Ercole in onore della sua nutrice, la città ha visto la sua quota di fatiche e trionfi. Dalle prime testimonianze umane risalenti all’età del Bronzo e del Ferro, alla sua rinascita come roccaforte bizantina dopo periodi di dominio arabo, Tropea ha sempre mantenuto la sua autonomia e libertà.

La città è nota per la sua straordinaria simbiosi tra storia, ambiente, tradizione e patrimonio immateriale. Il centro storico di Tropea si protende sul Mar Tirreno come un prezioso scrigno di storia, mito e leggenda. I palazzi patrizi, le chiese e i conventi offrono al visitatore una varietà unica in uno spazio di appena sette ettari quadrati.

Il patrimonio di Tropea include la Chiesa Concattedrale, fondata dai Normanni nel 1163, che ospita l’Icona della Madonna di Romania, la tomba del filosofo Pasquale Galluppi e la tomba del Beato Francesco Mottola. La Chiesa del Gesù, con i suoi preziosi altari marmorei e tele settecentesche, è un altro gioiello della città.

L’Affaccio “Raf Vallone” offre una delle viste panoramiche più belle del Mediterraneo, con vista sul Golfo di Sant’Eufemia, le Isole Eolie e il Santuario di Santa Maria dell’Isola. Quest’ultimo, un antico eremo fondato da monaci ortodossi e poi divenuto santuario benedettino, è un simbolo di Tropea e della Calabria nel mondo.

In sintesi, Tropea è una città che celebra la sua storia e la sua cultura, mantenendo viva la sua identità unica nel cuore del Mediterraneo e della Calabria. Con il suo millenario patrimonio e le sue risorse umane incomparabili, Tropea è un luogo che invita a tornare, offrendo ai visitatori un’esperienza irripetibile di storia e bellezza.

Badolato

Badolato, menzionato per la prima volta nel 1114, ha una storia ricca e complessa. Il suo nome potrebbe derivare da “vadum” e “latum”, parole latine che significano “guado largo”. Questo riferimento potrebbe essere dovuto alla posizione geografica della città, situata vicino al fiume Vodà.

La città fu fondata intorno al 1080 da Roberto il Guiscardo e nel corso dei secoli ha cambiato diverse volte proprietà, passando dai Normanni agli Angioini, ai Ruffo e infine ai Ravaschieri, che ne rimasero in possesso fino all’abolizione della feudalità.

Badolato è un luogo di pace e tranquillità della regione Calabria, con un ritmo di vita lento e mediterraneo. Nonostante sia stata abbandonata in passato, la città ha dimostrato una notevole capacità di rivitalizzazione e rinascita. Oggi, il centro storico di Badolato è un esempio di ospitalità diffusa e sostenibile, con una comunità multiculturale e una varietà di ristoranti, attività e servizi turistici.

La città è ricca di monumenti storici, tra cui la Chiesa e il Convento Francescano di Santa Maria degli Angeli, l’antico bastione con belvedere sulla valle del Vodà, la Chiesa di Santa Caterina V.M. d’Alessandria, il Santuario Basiliano della Madonna della Sanità, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa Matrice del SS.mo Salvatore, la Chiesetta popolare della Provvidenza, l’antica Torre Campanaria e il Belvedere “Carmelina Amato” in Piazza Castello. Inoltre, la città offre un Sentiero della Memoria Popolare, un itinerario tra storie, figure ed aneddoti popolari.

Caccuri

Caccuri, menzionato per la prima volta nel 1114, potrebbe derivare dal nome greco Kakouri o dal latino cacumina, che significa “vetta”. Questo riferimento potrebbe essere dovuto alla posizione geografica della città, situata su una vetta. La città ha una storia ricca, con un dedalo di vicoli e stradine che conducono al castello che sovrasta l’abitato. Il castello, originariamente una struttura di controllo bizantina, è diventato simbolo del potere dei feudatari che si sono alternati a governare il paese, tra cui la famiglia Ruffo e la dinastia dei Cavalcanti.

Quest’ultima ha trasformato il castello in una elegante residenza patrizia e ha realizzato importanti interventi architettonici, tra cui la cappella palatina e la torre Mastrigli. La città è anche nota per la chiesa di Santa Maria del Soccorso, parte di un antico convento domenicano, e per la sua gastronomia, tra cui il calzone con la sardella e la pitta ‘mpigliata. Gli eventi principali includono la Festa patronale di San Rocco e la Festa d’autunno nel borgo del castello.

Il nostro viaggio alla scoperta della magnifica regione Calabria finisce qui, ma restate connessi per scoprire nuovi itinerari della penisola invidiata da tutto il mondo!

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Pubblicato il
28/06/2024