Nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO sono inclusi ben 111 siti archeologici localizzati attorno alle Alpi: essi sono i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino.
Si trattano di insediamenti molto antichi, che risalgono tra il Neolitico e l’Età del Ferro: tra il 5000 a.C. e il 500 a.C.
Entriamo nel merito di queste suggestive dimore storiche!
Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino: documenti storici sul passato
I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino sono ubicati in prossimità di fiumi, laghi, o aree umide. Essendo situati in luoghi saturi d’acqua, essi si distinguono per l’eccellente stato di conservazione dei materiali organici.
Grazie alle ricerche archeologiche e agli studi approfonditi effettuati, che durano da oltre 150 anni, questi siti sono diventati delle vere e proprie finestre sul passato.
In tali siti è possibile ammirare i resti di villaggi preistorici, detti palafitte, poiché sono ancora conservati i pali delle abitazioni fissati nel terreno. Questi pali fungevano da elementi portanti, a sostegno del tetto o delle pareti di capanne in legno.
Le palafitte sono le dimore degli abitanti delle prime comunità agricole, che coltivavano campi e allevavano animali. Oggi, queste capanne rappresentano una fotografia dettagliata della loro vita quotidiana, delle loro pratiche agricole e delle loro innovazioni tecnologiche.
Si possono anche osservare contenitori e attrezzi in legno, imbarcazioni, tessuti, resti di cibo e tanto altro. Sono dunque dei reperti straordinari, dei documenti storici che raccolgono delle testimonianze molto difficili da trovare altrove.

Nel giugno del 2011, 111 dei 937 siti palafitticoli censiti sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e riconosciuti come “testimonianza di monumenti unici di straordinaria importanza scientifica per la ricostruzione storica, economica, naturalistica”.
Di questi siti, 56 sono localizzati in Svizzera, 19 in Italia, 18 in Germania, 11 in Francia, 5 in Austria e 2 in Slovenia.
Dal momento che le palafitte rappresentano un patrimonio fragile, dalla difficile valorizzazione, il riconoscimento UNESCO ha rafforzato la tutela di questi luoghi storici e ha contribuito a diffondere nel tempo la conoscenza di questi siti.
I siti palafitticoli italiani
Le 19 palafitte italiane sono distribuite in 5 regioni: in particolare, 10 sono situate in Lombardia, 4 in Veneto, 2 in Piemonte, 2 in Trentino-Alto Adige, e una in Friuli-Venezia Giulia. Esse sono:
- Palù di Livenza (Polcenigo, PN)
- Lavagnone (Desenzano del Garda, BS)
- San Sivino-Gabbiano (Manerba del Garda, BS)
- Lugana Vecchia (Sirmione, BS)
- Lucone di Polpenazze (Polpenazze del Garda, BS)
- Lagazzi del Vho (Piadena, CR)
- Bande di Cavriana (Cavriana, MN)
- Fondo Tacoli di Castellaro Lagusello (Monzambano, MN)
- Isolino Virginia (Biandronno, VA)
- Bodio Centrale o delle Monete (Bodio Lomnago, VA)
- Il Sabbione o Settentrionale (Cadrezzate, VA)
- VI.1 Emissario (Viverone Azeglio, BL)
- Mercurago (Arona, NO)
- Molina di Ledro (Ledro, TN)
- Fiavé (Fiavé, TN)
- Belvedere (Peschiera del Garda, VR)
- Frassino (Peschiera del Garda, VR)
- Tombola (Cerea, VR)
- Laghetto della Costa (Arquà Petrarca, PD)
Il più antico dei siti palafitticoli italiani dell’arco alpino è l’isolino Virginia, nel Lago di Varese.
Quest’isola oggi fa parte del comune di Biandronno, e presenta un museo archeologico in cui è possibile dare un’occhiata a tutti i reperti rinvenuti nel tempo durante gli scavi, nonché osservare le ricostruzioni di alcune abitazioni del Neolitico.
Si evince che gli abitanti dell’epoca fossero dotati di una forte capacità di adattamento ai cambiamenti delle acque del lago, utilizzando volta per volta materiali diversi per costruire le loro dimore ed occupando luoghi diversi dell’isola.

Questo aspetto risalta anche visitando il sito palafitticolo del Palù di Livenza, in cui sono stati ritrovati dei pali infissi e delle travi orizzontali, con cui la popolazione era solita costruire le capanne.
Partendo dall’età della pietra, il bacino d’acqua da lago diventò una palude, per poi diventare una torbiera semiasciutta e successivamente un bosco di querce.
Il Laghetto della Costa di Arquà Petrarca, in provincia di Padova, è il più ampio specchio d’acqua naturale dei Colli Euganei. Qui sono stati rinvenuti reperti storici originari dell’Età del Bronzo. Questi ultimi sono oggi conservati sia nel Museo Civico di Padova, sia nel Museo Archeologico Nazionale Atestino, nel comune di Este (in provincia di Padova).
Da non perdere, tra i siti palafitticoli, è anche il Lago di Ledro, in provincia di Trento.
Verso la fine degli anni ’30, a seguito dell’abbassamento del livello del lago, sono riemersi i resti di un villaggio risalenti all’Età del Bronzo, tra il 2200 a.C. e il 1350 a.C.
Ad ospitare la storia di questa palafitta è il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro. Nelle vetrine di questo museo è possibile dare uno sguardo alle ricostruzioni di antiche capanne e alle vetrine, in cui ha sede una vasta gamma di reperti rarissimi, tra i meglio conservati in Italia: resti di tessuto di lino, parti di canoe, oggetti di osso e bronzo, pezzi di intonaco e frammenti della pavimentazione.
Per maggiori informazioni, visitate il sito ufficiale dei beni culturali dell’UNESCO.
Venite a scoprire i tesori nascosti ed i siti palafitticoli del nostro Paese!
foto di copertina (c) Romea Strata | IT | Fondazione Homo Viator, AERS | Associazione Europea Romea Strata