Rivista online

Un viaggio tra i beni UNESCO del Piemonte: 5 siti Patrimonio dell’Umanità da non perdere

RegionePiemonte

Condividi

Quest’anno il World Tourism Event – Salone Mondiale del Turismo nei siti Patrimonio Mondiale, svolto al Palazzo Carignano di Torino dal 21 al 23 settembre, ha potuto presentare più di 100 siti UNESCO di tutto il mondo, incluse dieci regioni italiane. In particolare, è stata la giusta occasione per riscoprire tutti i beni UNESCO del Piemonte, luogo intriso di storia e cultura, dalle radici profonde e i paesaggi incantevoli; una regione eclettica, baciata dalle Alpi e lambita da dolci colline. In questo territorio, unico nel suo genere, si può godere di una panoramica straordinaria della varietà e della ricchezza offerte dall’Italia, prima per numero di Patrimoni al mondo. E nell’antica terra sabauda, crocevia di culture sin dall’antichità, i siti premiati con l’importante riconoscimento sono ben cinque, tutti da esplorare durante un viaggio all’insegna della bellezza e della storia.

Grande palazzo che affaccia su una piazza con un obelisco
Piazza Castello con il Palazzo della Regione, uno dei simboli di Torino © Cristiano Caligaris

I beni UNESCO del Piemonte da visitare almeno una volta nella vita

I cinque beni UNESCO del Piemonte offrono un’ampia gamma di esperienze per i viaggiatori, da quelle culturali alle storiche, fino alle naturali, e consentono di comprendere appieno l’identità della regione. In un mondo in continua evoluzione, rimangono testimoni della bellezza intramontabile tutta italiana e della storia della nostra nazione: se non li conoscevi ancora, è giunto il momento di scoprirli.

 

Le Residenze Reali Sabaude in Piemonte

Le eleganti residenze sabaude furono il primo sito riconosciuto tra i beni UNESCO del Piemonte nel 1997 e rappresentano un complesso di palazzi e giardini situati in diverse città piemontesi, tra cui Torino, Racconigi e Agliè. La storia è strettamente legata alla famiglia Savoia che, nel corso dei secoli, hanno trasformato semplici ville in sfarzosi rifugi, che riflettevano il potere e la grandezza della loro dinastia.

L’origine di questo straordinario sistema risale al lontano 1563, quando il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, decise di trasformare Torino nella fulgida capitale del suo ducato: questo progetto ambizioso comportò una ristrutturazione totale del territorio, con l’intento di enfatizzare il potere incontrastato della dinastia regnante.

I suoi discendenti, tra il XVII e il XVIII secolo, crearono un complesso di sontuose residenze chiamato Corona delle Delizie: queste comprendevano la riconversione di dimore preesistenti e la costruzione di nuovi edifici, sia all’interno della stessa Torino (a partire da Palazzo Madama e dallo stesso Palazzo Carignano, dove si è svolto il Salone 2023), sia sparse per l’intera regione del Piemonte.

corridoio di palazzo reale con persone
La Venaria Reale, una delle Residenze Reali Sabaude © Daniela Holzer

Questo straordinario circuito culturale, storico, architettonico ed ambientale, unico nel suo genere, è fruibile e aperto alle visite: dai Musei Reali di Torino alla Reggia di Venaria, con eventi dedicati a tutti i fruitori e iniziative per scuole e famiglie, e un royal pass della durata di 4 giorni, destinato a un adulto e un minore, per poterle visitare tutte a un prezzo agevolato.

 

I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia

Un premio arrivato nel 2003, quello dei beni UNESCO del Piemonte dedicato ai Sacri Monti: complessi di cappelle e santuari integrati in un contesto paesaggistico d’eccezione, la cui storia ha rappresentato l’apice dell’arte religiosa della Controriforma, durante il periodo del barocco e il rococò, perdurando fino all’inizio del XVIII secolo.

I Sacri Monti in questione, in territorio sabaudo, sono sette (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo), mentre gli ultimi due si situano appena oltre il confine con la Lombardia (Ossuccio e Varese).

Realizzati con la collaborazione dei migliori rappresentanti della tradizione artistica tardo-rinascimentale e barocca della Lombardia, nascono come una vera e propria alternativa alla Terra Santa, difficilmente raggiungibile dai pellegrini del tempo. I complessi sono, infatti, distribuiti in cima a colline e alture: inducono così il visitatore a seguire un percorso sia fisico, sia spirituale. Oltre alla funzione religiosa svolgono, dunque, anche una funzione di “sacralizzazione del paesaggio”, dove le opere umane si fondono e si integrano in modo straordinario nella natura circostante.

Il Sacro Monte di Oropa (BI) © Andrea Stefanini

Oggi non solo mete di pellegrinaggio, ma anche di flussi turistici culturali, perfetti per gli amanti delle lunghe passeggiate in montagna, con un’app dedicata da scaricare sul proprio cellulare, che guida il visitatore attraverso tutta la visita, fornendo descrizioni e approfondimenti.

 

I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino

Sono ben 111 i siti archeologici palafitticoli distribuiti nel cuore dell’Europa, tra Svizzera, Austria, Francia, Slovenia, Germania e Italia: questi comprendono i resti di insediamenti datati tra il 5000 e il 500 a.C., solitamente concentrati attorno a laghi e fiumi. Rappresentano un tesoro unico, perché forniscono un’ampia testimonianza della cultura, l’economia, l’ambiente e le prime società contadine europee durante l’età dei Metalli.

In questa lista sono presenti anche due siti piemontesi, insigniti del titolo di beni UNESCO del Piemonte nel 2011: si tratta del Lago di Viverone, che divide le province di Torino e Biella, e il parco naturale dei Lagoni di Mercurago, ad Arona, in provincia di Novara. Il primo è uno dei più importanti esempi di abitato palafitticolo dell’età del Bronzo nell’arco alpino; il Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago è invece una delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore.

Case su palafitte disposte su un fiume o corso d'acqua, ricostruzione di abitati preistorici in Piemonte
Una ricostruzione dei siti palafitticoli dell’arco alpino in Piemonte © Gerhard Schauber

Sul sito dell’UNESCO è possibile esplorare in digitale i siti e trovare informazioni utili.

 

I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato

La cultura del vino nel Piemonte è una tradizione radicata, tramandata dai tempi antichi fino a oggi, e costituisce il cuore dell’attività economica e sociale della regione. Le eccellenze nelle pratiche agricole, le innovazioni nella produzione, l’evoluzione di antichi saperi artigianali e tecnologici, unitamente alla qualità dei vini stessi, fanno del Piemonte un punto di riferimento riconosciuto a livello globale.

La conformazione stessa del territorio lo rende il luogo perfetto: colline coperte di vigneti, antichi borghi, case rurali e cantine secolari, con torri e castelli medievali a dominare il paesaggio. Così, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono diventati beni UNESCO del Piemonte nel 2014, in quanto testimonianza di una cultura che vive ancora oggi. Qui, del resto, si producono alcuni tra i vini più prestigiosi al mondo, tra cui il Barolo, il Barbaresco, il Dolcetto d’Alba e il Barbera: non a caso, quest’anno il The Data Appeal Company – Gruppo Almawave, nell’ambito del TTG Travel Experience svoltosi l’11 ottobre a Rimini, ha assegnato l’Oscar del turismo come Destinazione con la migliore offerta enogastronomica proprio a Langhe-Roero e Monferrato.

Vigneti su colline
Vigneti nel territorio piemontese © Michael Heintz

Per tutti gli appassionati del genere, molte cantine offrono visite guidate, degustazioni e workshop dedicati alla conoscenza delle Langhe, di Roero e Monferrato, con prezzi per tutte le tasche e calici per tutti i gusti: c’è solo l’imbarazzo della scelta, per un weekend indimenticabile nelle Langhe.

 

Ivrea, città industriale del XX secolo

Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, Ivrea ha conosciuto uno sviluppo significativo tra gli anni Trenta e Sessanta, quando era guidata da Adriano Olivetti: sì, proprio “quello delle macchine da scrivere”, a capo dell’azienda nota per la produzione di quest’ultime, oltre che di calcolatrici meccaniche e dei primi computer della storia.

Il progetto ambizioso dell’imprenditore, in parte replicato nello stabilimento con sede a Pozzuoli (NA), era quello di costruire edifici per la produzione, uffici, servizi (asili nido, mense e residenze per i lavoratori): vi contribuirono alcuni dei più rinomati architetti e urbanisti italiani dell’epoca, rendendo Ivrea una realtà pensata per il benessere delle comunità locali. La città è diventata uno dei beni UNESCO del Piemonte nel 2018.

Palazzo industriale in vetro e metallo azzurro e grigio
Uno degli uffici dello stabilimento Olivetti di Ivrea © Michiel Mobach

Ivrea si può raggiungere in circa 1 ora e mezza di viaggio da Torino con i mezzi pubblici, ma può essere visitata, oggi, anche in digitale, sfruttando il sito web che mette a disposizione un’audioguida in italiano e in inglese, per condividere con tutti i fruitori – dal vivo o da remoto – le bellezze di una città di sperimentazioni di idee sociali e architettoniche sui processi industriali, come nessun’altra al mondo.

Beni UNESCO del Piemonte: Città storica affacciata su un fiume
Ivrea dal fiume Dora Bàltea © Peg McGlinch

I beni UNESCO del Piemonte: dai patrimoni immateriali alle città creative

Il tour itinerante alla scoperta del Piemonte potrebbe proseguire ancora a lungo. Oltre alle tre riserve della biosfera (Ticino Val Grande, Monviso, Collina del Po), il Geoparco Sesia Val Grande e le tre città creative UNESCO (Unesco Creative Cities, Torino per il design – 2014 -, Alba per la gastronomia – 2017 -, e Biella per l’artigianato – 2019), non ci si può esimere dal citare anche i quattro patrimoni immateriali. Sono l’Arte della costruzione in pietra a secco (2018), l’alpinismo (2019), l’Arte musicale dei suonatori da caccia (2020) e la Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali (2021). Quest’ultimo viene celebrato grandiosamente in occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, quest’anno all’attivo dal 7 ottobre al 3 dicembre 2023.

Il Piemonte si erge come una destinazione di viaggio straordinaria: visitarlo significa immergersi in un mondo di bellezza e diversità, dall’eleganza delle residenze sabaude alle maestose Alpi e alle verdi colline delle Langhe, dal profumo dei tartufi alle sfumature dei grandi vini locali. Se stai cercando una destinazione che unisca storia, cultura, natura e gastronomia in un unico viaggio indimenticabile, l’hai appena trovata.

 

In-italy.eu

Pubblicato il
18/10/2023