Due premesse fondamentali, almeno per chi vi scrive.
Sono convinto, lo dico chiaramente, della buona fede di Chiara Ferragni.
Penso, cioè, che non sia una truffatrice.
E in ogni caso, come ho già avuto modo di scrivere nel mio editoriale di gennaio, sarà il tribunale a stabilire se la sua condotta sia stata illecita oppure no.
La seconda premessa è che penso che l’odio che si è scatenato contro di lei sia davvero
esagerato.
Chiudo questo preambolo affermando inoltre che, sebbene lei e Fedez siano due personaggi super esposti e che entrambi in questi anni abbiano utilizzato lo strumento dei social molto ampiamente, sulla loro vicenda sentimentale credo ci debba essere un po’ di rispetto visto e considerato che sono genitori di due bambini.
Il confine labile tra critica e offesa
Questa introduzione, magari retorica per qualcuno, mi è utile per ribadire un concetto molto semplice: una cosa è la critica, un’altra è l’offesa.
Purtroppo il confine fra le due sfere è molto labile.
Si pensa infatti che in nome di una sbandierata libertà di espressione, si possa infangare ed insolentire chiunque.
E magari a farlo sono le persone che fino a pochi mesi idolatravano certi personaggi.
Non è così, e anzi guai ad assuefarci a questo andazzo.
Detto questo, non posso non esprimere una certa perplessità sulla seguitissima intervista di Chiara Ferragni da Fabio Fazio domenica sera a “Che tempo che fa”.
Da piccolo esperto della comunicazione, posso affermare che mi è sembrata una performance al di sotto delle aspettative.
E forse l’unico aspetto positivo è stata proprio la sua plastica difficoltà di fronte ad una situazione oggettivamente più grande di lei.
Il che l’ha resa, agli occhi dei telespettatori, più “reale”.
Si percepiva infatti che la Ferragni fosse in imbarazzo e non essendo lei abituata a trovarsi “sotto accusa”, non è riuscita ad esprimere parole chiare e nette circa il cosiddetto “caso pandoro”.
Per quanto Fazio abbia cercato, secondo me correttamente, di metterla a proprio agio e di non aggredirla come invece fanno certi conduttori e opinionisti che scambiano il lavoro giornalistico con quello giudiziario sentendosi più pubblici ministeri che cronisti, Chiara è apparsa in evidente difficoltà.
Qualcuno, me compreso, si aspettava un’autocritica più profonda e articolata ma lei si è limitata a dire solo che se sbagliato è pronta a restituire tutto.
Io di questo non ho dubbio, ma non è certo il tema “economico” quello secondo me più rilevante .
Lo ribadisco: io non credo che la Ferragni sia una truffatrice.
Non è una persona che ha bisogno di soldi o di organizzare campagne artatamente ambigue per trarne profitto.
Ma sicuramente chi ha gestito questa sua collaborazione con l’azienda Balocco ha commesso più di qualche errore.
Dopodiché, come detto, sarà l’eventuale processo a dirci di più su questo aspetto.
Quello che lei probabilmente non ha colto finora, è che il vero danno di tutta questa storia è ben più profondo di quello legato alla perdita di soldi o alla rescissione di alcuni importanti contratti di collaborazione.
Il vero guaio, chiarendo sempre che i veri guai nella vita sono altri, è che lei ha perso molta della sua credibilità.
Una credibilità , va detto, che si era costruita in questi anni, nei quali (è oggettivo) ha lavorato prima e meglio di altri utilizzando lo strumento della rete in modo perfetto.
Almeno fino a due mesi fa.
Chiara Ferragni imprenditrice e idolo per i giovani
Fa bene dunque Chiara a ricordare che lei dà lavoro a più di 50 persone ed è altrettanto corretto ricordare le tante opere benefiche che lei, con l’aiuto anche di Fedez, ha portato avanti.
Non si può certo cancellare quello che entrambi hanno fatto durante il covid raccogliendo milioni di euro per costruire in tempi record un reparto di terapia intensiva. Ma proprio per questo a lei, proprio a lei, un errore del genere è difficile perdonarlo.
Tralasciando la folta schiera degli odiatori che non l’hanno mai amata e che ovviamente adesso approfittano per darle addosso, ci sono tante persone che avevano fiducia in Chiara Ferragni e nei suoi messaggi e che oggi si sentono tradite.
Penso alle famiglie che affollavano i suoi Store per comprare qualsiasi gadget riconducibile al suo nome; giovanissimi e meno giovani che in lei avevano in qualche modo un modello da seguire e emulare è che oggi sono profondamente deluse.
Basta guardare le immagini dei suoi negozi vuoti o analizzare i dati di vendita dei suoi oggetti che sono sempre più bassi.
Nel corso della sua intervista Chiara Ferragni ha anche detto che proverà a trarre una lezione da questa storia e che cambierà il suo modo di utilizzare i social.
Noi nel frattempo, per il suo bene e quello della sua famiglia, le auguriamo di ritrovare la serenità che evidentemente ha perso e lo si leggeva nitidamente nei suoi occhi guardandola durante l’intervista televisiva.
Ma quello che è più importante è che lei possa trovare la forza di fare una seria analisi autocritica indipendentemente da come andrà la vicenda giudiziaria.
Chiara Ferragni è ancora una donna giovane, non ha sicuramente il problema che hanno milioni di italiani di arrivare alla fine del mese, e quindi potrà sicuramente cercare di risalire la china.
Il come, però, non è assolutamente irrilevante.
C’è voluto addirittura un decreto del governo per regolamentare le attività degli influencer in materia di pubblicità. Bene, ma triste. Perché quello che manca, spesso e volentieri, è semplicemente il buon senso.
Che è qualcosa che non si compra, come ad esempio i followers, ma attiene ai valori di ciascuno di noi.
Sarebbe bello che, proprio alla luce dei tempi tristi che stiamo vivendo, qualcuno tornasse a parlare di quello che ci rende semplicemente umani e civili.
Cosa di cui, a quanto pare, abbiamo un disperato bisogno…dentro e fuori la rete.