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La “lezione” di Chiara Ferragni: Impariamo ad usare i social diversamente.

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Il caso di Chiara Ferragni, o come molti giornali hanno titolato “il pandoro gate”, ha animato nelle ultime settimane il dibattito pubblico del paese. Sia sui social, ça va sans dire, sia sui giornali e in tv non c’è stato opinionista giornalista commentatore o affine che non abbia detto la sua sullo “scandalo” del Natale 2023.

Chi vi scrive non ha voglia di aggiungersi alla lista dei giudicanti. C’è un’inchiesta in corso, vari esposti in numerose Procure italiane, ed è opportuno che questa vicenda faccia il suo corso. Nelle sedi competenti si accerteranno eventuali violazioni e le diverse responsabilità. I processi, se processi ci saranno, si fanno nei tribunali e non nelle piazze. Questo è il principio fondamentale delle democrazie mature e dei paesi occidentali. Vale, o dovrebbe valere, per Chiara Ferragni e per qualsiasi cittadino italiano. Tuttavia è indubbio che questa storia impone una riflessione generale sul fenomeno degli influencer e su quanto i social, nelle loro varie articolazioni e piattaforme, abbiano influito in questi anni sulla nostra società.

Sarebbe ridicolo farne oggi, nel 2024, una demonizzazione. Più del 71% degli italiani , pari a 43 milioni di persone, sono attivi regolarmente sui social. La percentuale sale all’80% se consideriamo i connazionali di età superiore ai 13 anni. Un numero impressionante. In particolare 28 milioni di uomini e donne del nostro paese seguono almeno un influencer. Questi dati dimostrano che la gran parte della nostra opinione pubblica, considerando anche il crollo delle vendite dei giornali e il calo degli ascolti medi dei tg, si forma sulle piattaforme virtuali.

Non sorprende quindi che la reazione avversa alla Ferragni sia stata veemente, a volte anche esageratamente a dire il vero.

Più persone ti scelgono come “modello”, a torto o a ragione, più persone ti verranno contro nel momento in cui si sentiranno “tradite”. Se questo poi avviene su argomenti sensibili come la beneficenza allora il risultato inevitabile è quello che abbiamo visto.

La Ferragni rappresenta la punta dell’iceberg, migliaia e migliaia di influencer e creator digital veicolano ogni giorno messaggi promozionali su strutture, ristoranti, locali, abiti, creme, accessori, e qualunque tipo di cosa in commercio. Siamo bombardati in questo senso. E’ tutta una truffa? Assolutamente no. Prima c’erano i volantini, poi i manifesti, poi le inserzioni sulla stampa, poi gli spot in tv e le televendite, infine eccoci giunti alla pubblicità 4.0

Avviene in tutto il mondo e noi non facciamo eccezione. Quello che possiamo fare è selezionare, decodificare, informarci, approfondire. I social e gli influencer svolgono il loro compito, anche noi di IN ITALY, ne facciamo uso e pensiamo siano fondamentali per veicolare di più e meglio i nostri contenuti.

A patto, che i contenuti diffusi siano reali non fake. Vale per i pandori, vale tanto più per le notizie. Ecco, che l’anno nuovo sia portatore di verità, trasparenza, onestà e professionalità per tutti. Dentro e fuori la rete.

Pubblicato il
5/01/2024
Scritto da