E. Marinella, fondata nel 1914 a Napoli da Eugenio Marinella, è un’azienda sartoriale specializzata in cravatte e accessori di lusso. La sua bottega originale, situata in Piazza della Vittoria, nel quartiere di Chiaia, aveva soli 20 metri quadrati.
Qui, Eugenio Marinella iniziò a creare camicie e cravatte su misura, utilizzando sete stampate a mano provenienti dall’Inghilterra. Nel corso dei suoi oltre 100 anni di storia, E. Marinella è diventata famosa per le sue cravatte, indossate da celebrità italiane e persino da capi di stato. Enrico de Nicola, il primo presidente della Repubblica Italiana, regalava spesso una scatola contenente cinque cravatte della Maison ai leader di altri paesi.
Questo marchio di lusso ha aperto negozi a Milano, Roma, Tokyo e ha esportato i suoi prodotti in rinomati grandi magazzini come Bergdorf Goodman a New York e Le Bonne Marché a Parigi. Oggi, oltre alle cravatte, E. Marinella offre una vasta gamma di accessori per uomini e donne, tra cui camicie, profumi, borse, foulard e pelletteria.
Benvenuti in Initaly, grazie per aver accettato il nostro invito. Iniziamo subito con una
domanda sulla vostra storia: come nasce l’azienda Marinella?
La storia del marchio E. Marinella risale al 1914, Eugenio Marinella – nonno di Maurizio Marinella,
terza generazione della famiglia – decise di aprire un negozio in Piazza Vittoria, sull’elegante Riviera
di Chiaia a Napoli. Consapevole che all’epoca che la moda maschile guardava soprattutto a quella
inglese creò nel piccolo negozio di 20mq un angolo d’Inghilterra. Iniziò ad importare brand come
Acquascutum, Briggs, i profumi di Penhaligon’s e Floris.
L’azienda sartoriale Marinella è stata fondata 110 anni fa, negli anni si è mantenuta la
tradizione o si è puntato sull’innovazione?
La tecnologia in generale, rappresenta certamente un grande supporto alle aziende, sia per quel che
riguarda la produzione, che per quel che riguarda la produzione. Personalmente, sono uno attento ai
cambiamenti, ma resto legato ancora a una certa tradizione per la mia produzione sartoriale. Siamo
attenti alle sete, a come sono stampate a mano, secondo metodi tradizionali, forse i finissaggi nel
tempo sono stati migliorati, ma la lavorazione proprio resta al 100% manuale.
Non vi sono macchinari industriali a supporto delle nostre bravissime sarte, solo la loro grande maestria nel tagliare le stoffe una ad una, nel cucire le cravatte passo dopo passo. Sembra assurdo, ma l’unico
passaggio fatto con l’ausilio di una macchina è quello con la macchina da cucire, per garantire alla
punta una robustezza e una centratura del disegno perfette. La tecnologia non può sostituire certe
cose. Allo stesso modo io sono uno che predilige i vecchi metodi di comunicazione, sarà per questo
che ancora non mi sono aperto all’e-commerce. Per me vale ancora il contatto umano con il cliente.
Quanto impegno è stato necessario per ottenere la consacrazione da parte di Forbes che
annovera Maurizio Marinella tra i primi 100 manager di successo?
Durante il mio percorso lavorativo ho avuto la grande chance di imparare tanto, ma la cosa per la
quale mi ritengo più fortunato è quella di portare avanti un’azienda basata su valori umani e tant
tradizione. Una tradizione che va assolutamente preservata ma adattata ai tempi affinché possa
perdurare e passare di generazione in generazione.
Avere clienti illustri, da personaggi dello spettacolo sino a capi di stato, ha contribuito
all’ascesa del marchio Marinella a livello mondiale?
Il negozio è passato attraverso avvenimenti storici importanti che hanno cambiato anche il corso della sua
storia: le due guerre mondiali, il declino dell’antica nobiltà e la comparsa della nuova borghesia con l’avvento dei prodotti americani che portano sostanziali cambiamenti della moda. In quest’epoca fu Luigi Marinella a portare avanti con grande determinazione la produzione e le scelte di Eugenio Marinella (suo padre), mantenendo alti il nome e la reputazione della casa Marinella.
La vera crescita si ha negli anni Ottanta, quando Francesco Cossiga, allora Presidente della Repubblica, diventa un vero e proprio ambasciatore del marchio prendendo l’abitudine di portare in dono ai Capi di Stato, nelle loro visite ufficiali, una scatola contenente cinque cravatte Marinella.
Il marchio comincia così a fare il giro del mondo. Il G7 organizzato a Napoli nel 1994 spalanca definitivamente le porte al di là dei confini italiani. Gli organizzatori decidono, infatti, di offrire a tutti i Capi di Stato presenti, una scatola contenente sei cravatte Marinella, facendo, così, un’enorme pubblicità al marchio.
Tra una cravatta e l’altra all’interno dei vostri cassetti ci sono ancora sogni da realizzare?
E’ un mondo dove non si può restare fermi. Noi continuiamo a guardarci intorno e a muoverci, ma
sempre con grande attenzione. Dobbiamo costruire dei percorsi adatti alla nostra realtà, al nostro
modo di operare. Sarebbe bello e interessante ampliare alcuni dei mercati dove siamo già presenti.
Oggi in azienda, è presente anche mio figlio Alessandro, quarta generazione della famiglia.
Certamente con lui si affronteranno nuove situazioni.