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15 maggio: la Festa dei Ceri di Gubbio

StagionePrimavera
RegioneUmbria

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Anche questo 15 maggio, Gubbio rinnova il suo appuntamento annuale con la storia e tradizione: la cittadina umbra celebra nuovamente la Festa dei Ceri, evento questo che attrae visitatori da tutta Italia e da tutto il mondo.

Tale evento è talmente iconico da divenire il simbolo ufficiale delle regione Umbria. Un riconoscimento non casuale, data la storia ed il legame folkloristico che questa giornata di festa è in grado di innestare. Durante la Festa dei Ceri, infatti, Gubbio cambia il proprio volto e si trasforma in un incrocio di persone, cittadini, colori e… legni oscillanti.

Noi di InItaly vi facciamo immergere in questa atmosfera.

Festa dei Ceri: la storia

La prima volta della Festa dei Ceri è, secondo la tradizione, il 1176. Siamo all’indomani della morte di Sant’Ubaldo (15 maggio) ed i cittadini di Gubbio, per commemorare questo evento, decidono di erigere una struttura in legno mobile, che commemorasse il santo vescovo.

Simbolo regione Umbria con i Ceri

Da quel momento, gli abitanti di Gubbio non ha mai abbandonato questa tradizione. Anzi hanno avuto cura di alimentarla ulteriormente, al fine di mantenere una tradizione identitaria. Come si diceva in precedenza, la Festa dei Ceri è così iconica, da essere divenuta il simbolo della regione Umbria, nel 1973.

In che cosa consiste, allora, la Festa dei Ceri? La tradizione vuole che si abbracci l’intero mese di maggio. Un mese durante il quale la città di Gubbio è addobbata a festa e sfoggia tutte le sue bellezze artistiche, folkloristiche ed enogastronomiche. Momento culmine è, senza dubbio, il 15 maggio, momento nel quale avviene la celebre Corsa dei Ceri.

Tuttavia, ad essa seguono altre due “corse”: la Corsa dei Ceri minori, che avviene il 17 maggio e la Corsa dei Ceri piccoli (portati dai bambini), che ha luogo il 2 giugno. Questi eventi scandiscono, poi, le celebrazioni delle Famiglie dei Ceraioli; ossia di quelle famiglie che hanno condotto il cero durante la corsa. Anche perché questo evento non ha vincitori, solo portatori che non hanno maturato troppo distacco dal cero precedente e che non hanno consentito che questo si rovesciasse.

La Corsa dei Ceri

Come già anticipato, l’evento culmine della Festa dei Ceri è la tipica Corsa, che avviene il 15 maggio – giorno dell’anniversario della morte del Santo Patrono Ubaldo.

I Ceri sono tre strutture in legno, formate da due unità ottagonali e separate da un asse. Poggiano su una barella, che consente ai ceraioli di portare a braccia le strutture. Sulla loro sommità sono presenti tre statue, ognuna rappresentante un Santo Patrono: Sant’Ubaldo, protettore della città e della Corporazione dei Muratori, San Giorgio, protettore della Corporazione dei Commercianti, Sant’Antonio, protettore della Corporazione dei Contadini.

È chiara, ovviamente, l’evocazione di stampo medievale e la definizione di Famiglia consiste proprio in questo. Non stiamo parlando, infatti, di famiglie di sangue; quanto di rappresentanti di Corporazioni associate al Santo. Per cui si distinguono: i Santubaldari, i Sangiorgiari e i Santantoniari.

Ceri oscillanti

La corsa attraversa un tracciato di 4 chilometri e 300 metri, con partenza presso la Chiesa dei Neri ed arrivo presso la Basilica di Sant’Ubaldo, in cima al Monte Ingino. Malgrado l’ovvia difficoltà di manovrare strutture tanto alte, ciò che caratterizza questa Corsa è la grande velocità con cui i ceraioli si muovono e si destreggiando lungo i vicoli della città umbra.

Uno spettacolo che è arricchito ancor di più dall’oscillazione dei Ceri, quasi a lambire gli edifici che delimitano il percorso. Il tutto avviene tra la folla entusiasta, che incita i ceraioli a dare il meglio di sè e, soprattutto, a non distaccarsi. È motivo di vergogna, infatti, imbattersi in una caduta, che significa avere il rischio che il cero si ribalti, o essere con troppo distacco rispetto al cero precedente.

Chi vince? Tutti e nessuno. Vince lo sfottò, vince la tradizione, vince la devozione, vince una città intera!

Questo il programma:

  • Alle 5.30 della mattina un gruppo di tamburini percorre le vie della città per dare la sveglia ai Capitani ed ai Capodieci.
  • Alle 6.00 il Campanone (la campana principale del Palazzo dei Consoli) suona la sveglia per tutta la città.
  • Alle 7.00 tutti i ceraioli, tamburini, capodieci e capitani si ritrovano al cimitero per deporre una corona di fiori e dedicare una preghiera ai ceraioli defunti.
  • Alle 8.00, presso la chiesetta di San Francesco della Pace (detta “dei Muratori”), viene celebrata la Messa. Appena terminata la messa, un bambino estrae da un’urna (detta “Bussolo”) i nomi dei Capitani che guideranno la festa due anni dopo.
  • Alle 9.00 ha inizio il “corteo dei Santi”, ovvero le tre statue che coroneranno i ceri sono portate in processione per le vie della città, fino al Palazzo dei Consoli, dove già ci sono i ceri ad attenderli.

Dopo questa processione, i ceraioli si ritrovano in via Baldassini, sotto gli arconi del Palazzo dei Consoli, per consumare la tradizionale colazione a base di baccalà alla ceraiola.

  • Alle 10.00 la Festa comincia ad animarsi: a Porta Castello vengono distribuiti dei “mazzolini di fiori” che i ceraioli si appuntano sul nodo del fazzoletto che gli cinge il collo. Da questo luogo prende vita il corteo di tutti i ceraioli che, attraversando le vie del centro storico, arriverà in Piazza Grande.
  • Alle 11.30, in Piazza Grande avviene uno dei momenti più intensi della giornata: i vari pezzi dei ceri escono dal Palazzo dei Consoli e vengono montati in Piazza Grande. In un crescendo di urla e di emozioni, i capodieci (in piedi sulla barella sopra la folla) si gettano in avanti per consentire al cero una leva che lo alzerà da terra. L’emozione è al massimo, i ceri iniziano la loro corsa in onore di s. Ubaldo, tra ali di folla che quasi impazzisce per la gioia. In questa fase si consiglia, a chi non è un esperto della corsa, di tenersi ai lati della piazza.
  • Alle 18.00 inizia la Corsa dei Ceri. I Ceri vengono portati di corsa sulle spalle dai Ceraioli, percorrono le vie cittadine e, dopo brevi soste, tornano in cima al monte Ingino nella Basilica di S. Ubaldo. In particolare, l’ultima tratta del percorso si svolge interamente in salita e viene percorsa in circa nove minuti.

Se si vuole godere di una delle tradizioni più antiche e colorate d’Italia non resta che andare a Gubbio e vivere la Festa dei Ceri!

Per maggiori informazioni, visita il sito.

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Pubblicato il
7/05/2024