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La Casa Grotta di Vico Solitario e la memoria della civiltà contadina materana

Tipo di attivitàAttività culturali
StagioneTutto l'anno
RegioneBasilicata

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Nel cuore dei Sassi di Matera, patrimonio UNESCO dal 1993, si cela una testimonianza unica della vita contadina lucana: la Casa Grotta, una tipica abitazione scavata nella roccia che racchiude storia, povertà e ingegno umano.

Un’abitazione scavata nella pietra

Le Case Grotte non sono semplici abitazioni bensì spazi scavati direttamente nel tufo, modellati nei secoli secondo le esigenze delle famiglie che vi abitavano. La roccia calcarenitica – tenera e facilmente lavorabile – ha permesso agli abitanti dei Sassi di costruire un sistema abitativo in perfetto equilibrio con l’ambiente.

La più famosa tra queste è la Casa Grotta di Vico Solitario. Oggi, aperta ai visitatori, restituisce con fedeltà l’immagine cruda e autentica della vita quotidiana che animava le grotte dei Sassi di Matera fino agli anni ’50.

Credit - Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera
Credit – Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera

Un museo che respira il passato

L’allestimento museale della Casa Grotta rispecchia fedelmente le realtà descritte dai documenti d’archivio e dai cronisti locali dell’epoca. 

Ogni dettaglio – dai mobili ai piccoli oggetti – è stato ricostruito per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e realistica. E non serve molto per sentirsi dentro una giornata qualsiasi dei primi anni ‘50.

Oggetto presente nella Casa Grotta
Credit - Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera
Oggetto presente nella Casa Grotta
Credit – Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera

Le grotte erano ambienti multifunzionali: vi si trovavano stalle, cisterne, fosse per grano, formaggi e biade. Alcune di queste cavità erano impermeabilizzate con calcina, mattoni e bolo rosso, capaci di conservare gli alimenti anche per oltre dieci anni.

Un verbale tecnico del 1951 descrive con precisione la tipica abitazione-grotta: un unico vano, chiuso da una parete in muratura con una porta e una sola finestra. All’interno, si trovava la cucina, un letto matrimoniale con la coperta a righe rosse e blu, pochi mobili, cassoni per il raccolto, lettiere scavate lateralmente per i figli e la stalla – separata da un muretto di tufo – per il mulo o l’asino, considerati a tutti gli effetti parte integrante della famiglia e della sopravvivenza.

In un angolo della stalla, le “fogge” nella roccia raccoglievano la paglia per il lettime, mentre gli escrementi degli animali – conservati per mesi – venivano poi trasportati nei campi come fertilizzante. 

In casa non mancavano mai gli attrezzi da lavoro – zappa, aratro, setacci – né gli oggetti simbolici, come foto di famiglia, quadri e il trofeo in cartapesta del Carro della Madonna della Bruna. Dalle travi del soffitto pendevano collane di pomodori, peperoni, cipolle, panni da asciugare. 

I pasti erano modesti: la “cialledda” a base di pane raffermo, minestre di legumi e qualche frutto. La domenica era giorno di festa con pasta fatta in casa. Pane e vino si condividevano in un unico piatto e bicchiere. I commensali sedevano attorno a una tavola di legno: chi poteva su uno sgabello, chi in piedi. Il gesto di tagliare il pane era riservato al capofamiglia, che lo distribuiva con misura.

Credit - Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera
Credit – Storica Casa Grotta di Vico Solitario nei Sassi di Matera

Più che vivere, un sopravvivere

Fresche d’estate e calde d’inverno”, scrivevano i cronisti locali del tempo. Ma la realtà era ben più amara e l’apparente comfort termico non compensava le drammatiche condizioni igieniche.

Si viveva così. Senza ventilazione né impianti idrici e con l’umidità che stagnava costantemente. Durante lo scirocco, le pareti trasudavano acqua, la quale cadeva direttamente sui letti. Quasi tutte le case erano dotate di cisterne scavate sotto il pavimento, dove si raccoglievano le acque piovane per usi domestici e agricoli. Ma anche queste contribuivano ad aumentare l’umidità degli ambienti.

Nell’aria una memoria ruvida, ma ancora calda.

Secondo una statistica del 1938 dell’Ufficio di Igiene del Comune di Matera, il 54,85% delle abitazioni dei Sassi (1.641 su 2.997) era in grotta. La mortalità infantile raggiungeva il 44,42%. 

Questi tristi numeri offrirono al mondo uno spaccato di miseria che, dopo la denuncia di Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli, divenne simbolo della “vergogna d’Italia”. L’opinione pubblica si accorse delle condizioni disumane in cui vivevano migliaia di persone tra le grotte dei Sassi. Le immagini fecero il giro del Paese: bambini scalzi, famiglie accalcate in stanze umide, nessuna igiene e nessuna prevenzione per malattie endemiche.

Cinque secoli di vita nella roccia

La storia della Casa Grotta di Vico Solitario è documentata dal 1571, quando compare in un atto notarile come parte di una dote matrimoniale. 

Da allora, ha attraversato secoli di matrimoni, vedovanze, eredità e cessioni. Nel 1956, in applicazione della legge sul risanamento dei Sassi, l’ingresso fu murato e lo Stato ne acquisì la proprietà. L’abitazione, dichiarata inabitabile, venne abbandonata.

Ma da quella chiusura forzata è rinata una consapevolezza. Negli anni ’80 e ’90 qualcosa cambia. L’abbandono lascia spazio al recupero. La memoria torna a farsi valore. Matera viene riscoperta, amata, restaurata. Oggi, il recupero della Casa Grotta come museo è parte di un progetto più ampio di valorizzazione della cultura materiale lucana. 

Matera, diventata Capitale Europea della Cultura nel 2019, ha trasformato la sua storia di marginalità in un esempio di riscatto culturale.

Informazioni utili per i visitatori

All’interno della Casa Grotta è disponibile un’audioguida in ben nove lingue: italiano, inglese, tedesco, francese, giapponese, spagnolo, russo, cinese e in dialetto materano. Una scelta non solo inclusiva, ma anche profondamente simbolica, che punta a preservare e valorizzare il patrimonio immateriale della città, restituendo dignità alla sua lingua popolare.

La gestione del sito è affidata all’associazione culturale Gruppo Teatro Matera, che negli anni ha saputo trasformare questo luogo in una tappa imprescindibile per chi visita i Sassi. 

Passione, rigore storico e competenza hanno reso il progetto un esempio virtuoso di valorizzazione culturale.

L’esperienza non si esaurisce tra le pareti della Casa Grotta: negli ambienti adiacenti si possono visitare una neviera secolare, una grotta naturale dove vengono proiettati video e documentari sulle bellezze del territorio, e una suggestiva chiesa rupestre risalente al IX–X secolo, autentico scrigno di storia scavato nella roccia.

Tariffe

  • Biglietto intero – €5,00

  Include l’ingresso alla Storica Casa Grotta di Vico Solitario, alla Neviera, alla Grotta naturale e alla Chiesa rupestre di Sant’Agostino al Casalnuovo.

  • Biglietto ridotto – €3,00

  Riservato a: Gruppi accompagnati da guida turistica autorizzata, Soci F.A.I. e IGIIC, Visitatori over 65, Studenti universitari.

  • Biglietto ridotto per scuole e ragazzi (11–18 anni) – €2,00
  • Ingresso gratuito

  Per: Bambini fino a 10 anni, Persone con disabilità, Giornalisti, Guide turistiche autorizzate, Residenti nella città di Matera.

Orari di apertura

Gennaio – Febbraio – Marzo

Lunedì–Venerdì: 9:30 – 18:00

Sabato e Domenica: 9:30 – 19:00

Aprile – Maggio – Giugno

Lunedì–Venerdì: 9:30 – 19:00

Sabato e Domenica: 9:30 – 20:00

Luglio – Agosto

Tutti i giorni: 9:00 – 20:30

Settembre

Lunedì–Venerdì: 9:30 – 19:00

Sabato e Domenica: 9:30 – 20:00

Ottobre – Novembre – Dicembre

Lunedì–Venerdì: 9:30 – 18:00

Sabato e Domenica: 9:30 – 19:00

Orari speciali

2 luglio: 9:00 – 13:30

24 dicembre: 9:30 – 17:00

25 dicembre: 10:00 – 13:30 e 15:30 – 19:00

31 dicembre: 9:30 – 17:00

1° gennaio: 10:00 – 13:30 e 15:30 – 19:00

Per visite fuori orario, è possibile concordare un accesso personalizzato con almeno un giorno lavorativo di preavviso.

Per maggiori informazioni, clicca qui per accedere al sito della Storica Casa Grotta.

Perché visitarla

Visitare la Casa Grotta è un’esperienza coinvolgente. Non è solo un luogo turistico, ma una finestra autentica sul passato di un’Italia contadina dimenticata troppo in fretta. 

Camminare tra le sue stanze, ascoltare i racconti delle guide locali e osservare gli oggetti del quotidiano permette di comprendere meglio chi ha modellato la roccia a mani nude e vi ha inciso la propria esistenza e la propria dignità.

Pubblicato il
3/06/2025
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