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Cosa vedere a Città della Pieve e dintorni

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Salita alla ribalta per la serie “Carabinieri”, Città della Pieve è una fascinosa cittadina medievale umbra arroccata su una collina che guarda la Valdichiana. Paciano e Panicale con le fiction non ci azzeccano niente (almeno finora) ma rientrano nella classifica dei borghi più belli d’Italia. E, credete a noi, lo sono.

 

Città della Pieve

In 48 ore vi innamorerete di Città della Pieve, della sua eleganza casuale, di quella sua aria un po’ aristocratica e un po’vezzosa, sonnacchiosa ma attenta alla vita che scorre tra le antiche mura. Se ne innamorò, per nominare una delle numerose vip legate alla storia pievese, Vittoria Guerrieri di Mirafiori, la figlia illegittima del Re Vittorio Emanuele II e della Bella Rosina. Racconta Maria Luisa Meo, autrice del libro Vittoria la figlia del Re (Edizioni Primapagina, 2022), che Vittoria dapprima acquistò la proprietà di Salci ( oggi borgo abbandonato ma visitabile) e successivamente, nel 1891, una serie di beni tra cui un complesso in via Garibaldi che diventò la sua abitazione pievese.

Il centro storico

Tornando al terzo millennio, il primo coup de foudre scatta nel centro storico, da visitare tutto d’un fiato. Palazzi, chiese e abitazioni sono costruiti in laterizio locale il cui colore va dal rosso al rosa chiaro. Unico nel suo genere.

In piazza Gramsci, di fronte al Duomo, si trova Palazzo della Corgna costruito nel 1500 per volere di  Ascanio della Corgna, governatore di Castel della Pieve (l’antico nome di Città della Pieve). Sobria e signorile nella facciata, la nobile dimora nasconde al suo interno soffitti affrescati da Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Al primo piano entrate nella sala grande, alzate gli occhi al cielo e godete della meraviglia.

Il tessuto urbano, a forma di aquila (simbolo dell’Imperatore Federico II di Svevia), è un intreccio di piazze, piazzette e vicoli tra cui spicca Vicolo Baciadonne, nato in origine forse con lo scopo di separare confinanti litigiosi, ribattezzato oggi vicolo degli innamorati. Alla fine del percorso si apre un inaspettato scorcio panoramico della Val di Chiana e del monte Cetona. Effetto wow garantito.

A noi piacciono molto anche via del Cocciaro e via del Fango, dove una volta c’erano le botteghe dei cocciari appunto, ovvero i fabbricanti di vasi, e l’aria indolente di via Manni con la sua vista riposante sulla valle.

 

Il Perugino

Per chi ama l’arte Città della Pieve è il luogo di nascita di Pietro Vannucci, più noto con i nickname di Perugino o Divin pittore, nato costì nel 1448. La casa in cui visse si trova ancora oggi tra la piazza del Duomo e via Vittorio Veneto. Lo ricorda una lapide affissa al muro che dà sulla piazza. Quest’anno il Divin Pittore celebra il suo cinquecentenario con una serie di mostre ed eventi di importanza nazionale.

Non si può passare da queste parti senza vedere le sue opere e i luoghi che le ospitano. Tra le più importanti c’è la monumentale Adorazione dei Magi, affresco che il Maestro dipinse nel 1504. Si trova nell’antico Oratorio dei Bianchi lungo il Corso principale della cittadina (Corso Vannucci, per restare in tema).

Nel Duomo trovate la Madonna In Gloria tra i Santi protettori Gervasio e Protasio, consegnata nel 1514 e firmata Petrus Christoferi Vannutii de Castro Plebis pinxit MDXIII. A imperitura memoria.

Parlando del Perugino e di bellezza, uno dei luoghi che più ci affascina è la chiesetta di San Pietro. Al suo minuto, intimo interno, sulla parete di fondo è collocata l’opera Sant’Antonio Abate tra i Santi Paolo Eremita e Marcello riportata su tela in seguito ad un terremoto avvenuto nel 1861. All’esterno… un mondo.

La chiesa si  trova fuori dalle mura, raggiungibile a piedi dal centro storico tramite la scalinata di San Pietro. La corte antistante la chiesa è un piccolo gioiello che si affaccia sulla valle. Il muro laterale è percorso da una passerella a parete. Nell’attraversarla, la sensazione è di essere sospesi nel nulla mentre la vista e il pensiero si perdono nella grazia e nella bellezza. Meraviglie inaspettate.

 

La cucina

A dirla tutta, di Città della Pieve ci garba anche la cucina, ricca e abbondante, un rustico mix di confine tra Umbria e Toscana senese: ottime zuppe, pici fatti a mano, cereali antichi, salumi divini, formaggi, lenticchie, cinghiale, e fili purissimi di zafferano, l’oro rosso di produzione locale.

Paciano

Paciano in Umbria, le mura

A poca distanza da Città della Pieve si trova Paciano, in lista tra i borghi più belli d’Italia. Se arrivate in una piazzetta linda e pinta, con i numeri civici dipinti su ceramica, e vi aspettate che da un momento all’altro sbuchino fuori gentildonne e gentiluomini in abiti rinascimentali mentre il regista grida il Ciak, siete arrivati a Paciano.

La prima impressione è proprio quella di essere sul set di un film storico. Con poco più di 900 abitanti, di cui un centinaio vive nel centro, questo borgo è una piccola gemma incastonata nel monte Petrarvella. 600 metri circa, eh, non impressionatevi.

Come la maggioranza dei piccoli comuni umbri, Il centr(in)o storico di Paciano è delimitato da mura antiche. Vi si accede da tre porte: la Fiorentina, la Perugina e Porta Rastrella. Fuori dalle mura, la vista sul lago Trasimeno vi catturerà.

Panicale

Vista di una piazzetta a Panicale, Umbria

48 ore non possono non includere una visita alla bella Panicale, situata su una collina ai piedi del monte Petrarvella ( sempre quello). Un castello medievale che ha conservato la sua struttura tipica con tre piazze su tre livelli diversi tra le due porte di ingresso principali: Porta Perugina e Porta Fiorentina. Entrando dalla prima vi trovate in piazza Umberto I. La fontana che vedete era originariamente la cisterna del paese. Per chi ama lo stile Barocco la Collegiata di San Michele ne è uno splendido esempio. Stessa piazza.

Della piazza Umberto I noi amiamo molto il teatro Cesare Caporali, fondato nel 1600 da un gruppo di panicalesi. Con i suoi 180 posti circa e 9 metri di larghezza di palcoscenico ( da muro a muro) è uno dei teatri più piccoli dell’Umbria. Una chicca che conserva il sipario dipinto nell’800 dal pittore marchigiano Mariano Piervittori. Piccole preziosità.

Se puntate in alto, andate alla scoperta di piazza Masolino, la terza e più alta piazza di Panicale, sede del Palazzo del Podestà. Sarete premiati da una vista spettacolare. Panicale è nota per essere la terrazza naturale sul lago Trasimeno.

Ah, e non perdetevi il Museo del Tulle e del Merletto. Trasuda nobiltà e imprenditorialità femminile da tutti i pori. Fino al 1800 il ricamo era infatti appannaggio delle monache ma Anita Belleschi Grifoni, panicalese, intravede il potenziale economico e fonda non solo la scuola ma anche il marchio “Ars Panicalensis” che vende tulle e merletti a tout le monde inclusa la Casa Savoia. Occhio lungo.

Pubblicato il
27/02/2023
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