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Un viaggio in Emilia Romagna: il cuore dell’Italia

Tipo di attivitàEnogastronomia, Turismo
StagioneTutto l'anno

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L’Emilia Romagna, situata nel cuore dell’Italia settentrionale, incanta i visitatori con il suo mix di paesaggi mozzafiato, ricca storia, cultura vibrante e prelibata cucina. Con una superficie di circa 22.446 chilometri quadrati, è una delle regioni più prosperose e dinamiche del paese.

Il nome stesso, Emilia-Romagna, riflette la fusione delle due antiche strade romane che attraversavano la regione: la Via Aemilia e la Via Emilia. Questo territorio è un tesoro di tesori artistici e architettonici, con città d’arte come Bologna, la sua capitale, Ferrara, Modena, Parma e Ravenna che catturano l’attenzione con i loro maestosi monumenti, le eleganti piazze e le strade acciottolate.

La regione è celebre per essere stata culla di grandi figure storiche, da artisti a compositori, come il celebre pittore rinascimentale Parmigianino e il compositore Giuseppe Verdi. La sua eredità culturale è viva anche oggi, con festival di musica, teatro e cinema che animano le sue città durante tutto l’anno.

Ma l’Emilia-Romagna è anche una terra di contrasti paesaggistici affascinanti. A nord si estende la Pianura Padana, una vasta distesa di campi fertili, interrotta solo dalle dolci colline di Reggio Emilia e Modena. Verso sud, il paesaggio si trasforma in dolci colline ricoperte di vigneti, che producono alcuni dei vini più pregiati d’Italia, come il Lambrusco e il Sangiovese.

E non si può parlare dell’Emilia-Romagna senza menzionare la sua cucina, rinomata in tutto il mondo. Da Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, a tortellini, tagliatelle e ragù alla bolognese, ogni piatto è un omaggio alla tradizione culinaria locale e alla passione per i sapori autentici.

In breve, l’Emilia-Romagna è una regione che incanta i sensi e nutre l’anima con la sua bellezza, la sua storia e la sua cucina. Con una ricchezza di esperienze da offrire, è una destinazione che non delude mai, accogliendo i visitatori con il suo calore e la sua autenticità.

I cenni storici di una delle regioni più belle d’Italia

La storia dell’Emilia-Romagna racconta di due realtà storico-geografiche, talvolta distinte, talvolta intrecciate. Le principali popolazioni italiche che si insediarono nell’Emilia furono i Celti e gli Etruschi, mentre nella regione della Romagna si trovavano anche gli Umbri insieme agli Etruschi. L’intreccio delle due zone si rinsaldò quando furono conquistate da tribù celtiche provenienti dal nord Europa, tra cui i Lingoni, i Galli Senoni e i Galli Boi, portando alla formazione della Gallia Cisalpina, seguita poi dalla conquista romana e dal dominio longobardo.

Successivamente, le sorti delle due regioni presero strade diverse: l’Emilia cadde sotto l’autorità comunale e ducale, mentre la Romagna fu soggetta al dominio teocratico papale. Questo periodo vide l’intera area diventare il teatro di violente guerre tra Guelfi e Ghibellini.

L’entroterra dell’Emilia-Romagna conserva numerosi tesori del periodo dei Ducati, con una rete di castelli che punteggiano il Ducato di Parma e Piacenza, testimonianze tangibili di un passato glorioso, caratterizzato da antiche dimore, ville, rocche e castelli.

L’istituzione dell’Università di Bologna segnò un traguardo significativo per la regione, poiché è uno dei più prestigiosi atenei in Italia e in Europa, nonché il più antico del mondo occidentale.

Infine, Emilia e Romagna si unirono al nuovo Stato italiano su impulso del dittatore Carlo Farini, che le annesse al Regno di Sardegna, successivamente divenuto Regno d’Italia.

Cosa fare in Emilia-Romagna? Visitare i 24 musei del gusto!

Città di aristocratiche tradizioni culturali e musicali, ricca di monumenti e di preziose opere d’arte, Parma è anche la capitale del gusto e della buona tavola. Così, i gloriosi prodotti della terra parmense, Parmigiano Reggiano, Pasta, Pomodoro, Vini dei Colli, Prosciutto di Parma, Culatello di Zibello e Fingo Porcino di Borgotaro nei Musei del Cibo trovano un luogo privilegiato di racconto, valorizzazione e celebrazione.

I Musei del Cibo della Provincia di Parma – integrati nel Sistema Museale regionale e nazionale – sono un circuito dedicato ai prodotti tipici del territorio parmense, un progetto per la conservazione e la promozione di quelle tradizioni enogastronomiche che sono ormai patrimonio nazionale. Ne fanno parte: il Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna, della Pasta e del Pomodoro a Collecchio, del Salame a Felino, del Vino a Sala Baganza, del Prosciutto di Parma a Langhirano, del Culatello a Polesine e del Fungo Porcino a Borgotaro.

Fin dall’epoca romana i prosciutti stagionati nel parmense erano ricercati e apprezzati nella capitale dell’impero; in epoca alto-medievale i monaci Benedettini mettevano a punto il processo di produzione del formaggio, ancor oggi in uso. Nel Seicento i duchi Farnese apprezzavano i Porcini di Borgotaro nei loro banchetti.

Nell’Ottocento poi, Parma sviluppava la più forte industria alimentare di trasformazione del pomodoro, favorendo così la specializzazione delle imprese meccaniche presenti sul territorio e la più ampia rete territoriale italiana di tramvie a vapore a scartamento ferroviario, capace, con i suoi 177 chilometri di binari, di collegare i principali siti produttivi alla città capoluogo, alla rete ferroviaria nazionale e al porto fluviale sul Po.

Nel 1877 iniziava il proprio cammino con un modesto negozio la Barilla, oggi leader mondiale della pasta ed europeo dei prodotti da forno. Il XX secolo vedeva la nascita nel capoluogo della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari, della Mostra delle Conserve, antesignana dell’odierno Cibus, e dei Consorzi di tutela dei prodotti tipici (Parmigiano, Prosciutto, Culatello, Vini, Fungo).

Una cultura del prodotto con radici così profonde non era, tuttavia, immediatamente percepibile dal turista e dal visitatore, che dalla qualità dei prodotti “si aspettava” una rilevanza visibile in loco e una “percezione” nel momento del consumo, ovunque esso si fosse collocato.

Cosciente di questo, già nel 2000 la Provincia di Parma, attraverso l’assessorato all’Agricoltura e Attività Produttive e l’assessorato al Turismo varava il progetto dei “Musei del Cibo della provincia di Parma” per la valorizzazione in varie località del territorio provinciale delle produzioni tipiche e d’eccellenza.
Soragna, nella bassa parmense, tra la via Emilia e il Po, lungo la strada dei Castelli, a un sospiro dalla casa natale di Giuseppe Verdi, offre la possibilità di riutilizzare lo splendido “casello” ottocentesco per la lavorazione del formaggio di proprietà dei principi Meli-Lupi a scopi espositivi, quasi museo di sé stesso, inaugurato il 30 novembre 2003.

Langhirano, culla del prosciutto, mette a disposizione l’ex Foro Boario, ampia costruzione ad arcate in sasso e cotto, di proprietà comunale, ormai in abbandono, per ospitare il Museo del Prosciutto e dei salumi, inaugurato il 2 maggio 2004.

A cinque chilometri lo straordinario quattrocentesco castello di Torrechiara, la Badia Benedettina e la strada pedemontana con la Fondazione Magnani Rocca (Dürer, Tiziano, Goya, Beato Angelico, Monet, Morandi,…).
Il 30 ottobre 2004 apre il Museo del Salame di Felino, prodotto tipico d’area, sostenuto dall’Amministrazione Comunale e ospitato nelle splendide cantine del castello trecentesco, di
proprietà privata e sede di un Ristorante di Charme, che si erge sui primi colli dell’Appennino fra la
Val Parma e la Val Baganza.


Lungo le sponde del Taro, presso Collecchio, si trova la splendida Corte di Giarola, storica Grancia
benedettina risalente all’anno Mille, sorta lungo il tracciato della Via Francigena, antico centro di produzione agricola, con stalle, caseificio, allevamenti di suini e una ottocentesca fabbrica di conserve di pomodoro.

Oggi è sede didattica del Parco Fluviale del Taro ed un’ala della vasta corte viene scelta per ospitare il Museo del Pomodoro (inaugurato il 25 settembre 2010) e il Museo della Pasta (aperto il 10 maggio 2014).
Nel 2013 partivano i lavori di restauro delle cantine della Rocca di Sala Baganza, scelte per ospitare
la “Cantina dei Musei del Cibo” dedicata ai vini del Parmense, aperta al pubblico dal 17 maggio 2014.

Nel 2012 anche il Museo Agorà Orsi Coppini dedicato all’olio d’oliva si associa al circuito e nel marzo del 2018 apre al pubblico il Museo del Culatello all’Antica Corte Pallavicina di Polesine, con un percorso che parla di querce e di maiali, degli Spigaroli norcini del Maestro Giuseppe Verdi e si conclude nella galleria ipogea dove maturano i culatelli e dove il profumo si trasforma in una esperienza indimenticabile.
Il 17 settembre 2022 inaugura a Borgo Val di Taro il “bosco incantato” in cui si scoprono la natura,
la storia, la gastronomia, l’arte, la cultura e le tecniche di trasformazione dell’unico fungo IGP d’Europa.

La sede di Albareto presenta invece approfondimenti sugli habitat, sulla fauna e sui funghi misteriosi e fantastici.

Il circuito dei Musei del Cibo è divenuto col tempo punto di riferimento qualificato per il turista enogastronomico, accogliendo anche scuole, stampa specializzata e delegazioni industriali,
contribuendo in modo significativo a far divenire la produzione alimentare una risorsa anche turistica.

Questa città, rinomata per le sue eccellenze gastronomiche, è stata insignita del titolo di Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco, confermando la sua posizione di centro culinario di prim’ordine.

Oggi sono 4.215 i prodotti esposti e, dalla apertura nel 2003 del primo museo ad oggi, il circuito
dei Musei del Cibo ha accolto oltre 305.000 visitatori.

Cosa fare in Emilia Romagna? Visitare le Terme storiche!

La pratica di utilizzare le proprietà terapeutiche delle acque termali ha una lunga storia radicata nel passato. Sin dall’inizio del XIX secolo, questa antica tradizione ha dato vita a diversi stabilimenti termali di grande valore artistico e architettonico, costruiti in stili caratteristici dell’epoca. Ancora oggi, queste strutture mantengono la loro attività, rappresentando autentiche testimonianze storiche e luoghi di benessere. Qui sono elencate le cinque terme storiche dell’Emilia Romagna:

Le terme di Salsomaggiore sono ospitate all’interno dell’affascinante Palazzo Berzieri, un gioiello in stile Liberty situato nella pittoresca cittadina dell’entroterra parmense. Questo maestoso edificio, inaugurato nel 1923, deve la sua magnificenza al talento del ceramista, pittore e decoratore Galileo Chini. La sua firma artistica si riflette nella decorazione della facciata e degli interni, impreziositi dagli eleganti motivi dell’Art Nouveau e da suggestioni orientali ispirate alla sua esperienza alla corte del re del Siam a Bangkok.

Le terme di Sant’Andrea sorgono sul finire dell’Ottocento, incastonate nelle colline parmensi a Sant’Andrea Bagni, una frazione di Madesano. La scoperta casuale di sorgenti d’acqua termale nella zona ha dato vita a questo rinomato stabilimento, noto per raccogliere ben otto acque dalle diverse composizioni chimiche e proprietà terapeutiche.

Le terme della Salvarola, nel territorio di Sassuolo, vantano una storia che affonda le radici nel Medioevo, quando le acque curative erano conosciute anche dalla Gran Contessa Matilde di Canossa. Nel 1910, fu eretto l’elegante edificio Liberty che ospita queste terme, rappresentando l’unica stazione termale della provincia di Modena.

Le terme di Riolo, situate tra Imola e Faenza, sono celebri fin dal Rinascimento per le loro proprietà curative. Il loro attuale stabilimento, costruito nel 1877, conserva ancora gli eleganti padiglioni in stile Liberty, immersi in un suggestivo parco secolare, frequentato nel passato da illustri personaggi come Lord Byron e Gioacchino Murat.

Infine, le terme di Castrocaro, incastonate sulle colline di Forlì, sono state scoperte nel 1838. L’enorme successo che riscossero portò alla realizzazione di uno stabilimento termale nel 1844, successivamente ampliato all’inizio del Novecento. L’imponente Padiglione delle Feste, inaugurato nel 1938, è un esempio superbo di stile Liberty, che si fonde armoniosamente con gli interventi architettonici Razionalisti dell’epoca.

Cosa fare in Emilia-Romagna? Le 7 tappe da non perdere!

Un’indiscussa tappa imprescindibile del vostro viaggio è la Riviera Romagnola, un tratto di costa adriatica che si estende per ben 91 chilometri, offrendo un’ampia gamma di opzioni per vacanze al mare, relax e divertimento. Da Riccione a Milano Marittima, da Cervia a Cesenatico, fino a Gabicce Mare e la rinomata Rimini, avrete l’imbarazzo della scelta tra le rinomate località balneari.

Se avete optato per la città simbolo della Riviera Romagnola, Rimini, che ha dato i natali al celebre regista Federico Fellini, non potete perdervi l’Italia in Miniatura, un affascinante parco divertimenti che vi offre una versione in miniatura del Bel Paese.

Un’altra tappa imperdibile, soprattutto per le famiglie con bambini, è Mirabilandia, uno dei parchi tematici più amati d’Italia, che offre anche un’area acquatica e si trova nelle vicinanze di Ravenna. Non dimenticate di fare una breve sosta a Lido di Classe, una località accogliente con numerose spiagge attrezzate anche per gli amici a quattro zampe.

Per coloro che amano immergersi nella storia e nell’atmosfera medievale, la scelta ideale potrebbe essere Bobbio, un incantevole borgo sull’Appennino Tosco Emiliano, nella provincia di Piacenza. Famoso per le sue antiche mura e il suggestivo Ponte del Diavolo che attraversa il fiume Trebbia, Bobbio è considerato uno dei borghi più belli della regione.

Per un momento di puro relax, le Terme di Tabiano, nella provincia di Parma, offrono una pausa rigenerante per tutta la famiglia, grazie alle proprietà curative delle loro acque sulfuree.

Infine, la vostra ultima meta sarà il Parco Delta del Po, un’oasi naturale caratterizzata da verdi pinete, boschi rigogliosi, una ricca varietà di flora e fauna, fiumi che si snodano fino a sfociare nell’Adriatico, regalandovi un’esperienza immersiva nella bellezza incontaminata della natura.

I più curiosi in cerca di chicche apprezzeranno Comacchio, località nel Delta del Po chiamata piccola Venezia perché è un’incantevole città lagunare, e Brisighella, un borgo medievale in provincia di Ravenna tra i più attenti al turismo sostenibile. Lontano dal turismo di massa, ma dalla bellezza sorprendente, è anche Bagno di Romagna, un borgo medievale che piace ai ciclisti e ai motociclisti per i suoi percorsi con panorami mozzafiato.

Cosa fare in Emilia-Romagna? L’enogastronomia!

Caseifici, prosciuttifici e acetaie organizzano visite guidate per mostrare l’intero processo produttivo dalla nascita al prodotto finale, facendo assistere anche a diverse fasi della lavorazione. L’esperienza si conclude con l’immancabile degustazione del prodotto freschissimo, che può anche essere acquistato direttamente. Si può prenotare una visita presso le aziende consorziate nel progetto in qualunque periodo dell’anno, o partecipare a quelle organizzate durante i Festival tematici che hanno luogo generalmente dopo l’estate, come Acetaie Aperte, Caseifici Aperti e Festival del Prosciutto di Parma.

Da Parma a Colorno si snoda un itinerario lungo il Po, percorribile anche in bicicletta tra natura e castelli, che conduce nei luoghi del pregiato e tradizionale Culatello di Zibello. Cuore del percorso è il borgo storico di Polesine Parmense, dove il ristorante Antica Corte Pallavicina ospita il Museo del Culatello e del Masalén che ne racconta la tradizione e il preciso rituale di degustazione, e invita nelle trecentesche e scenografiche cantine di stagionatura. L’esperienza si conclude con l’immancabile degustazione finale per il pubblico, che può visitare anche l’annesso allevamento allo stato brado dell’antica e pregiatissima razza del Maiale Nero di Parma.

La tradizione enogastronomica di questa zona è unica nel suo genere, ricca di sapori genuini e seducenti. Tra i prodotti tipici emiliani da non perdere certamente il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, due formaggi a pasta dura, ingredienti principali di tantissimi piatti tipici della cucina italiana, da assaporare a pezzi o grattugiati.

Di grande pregio è anche l’aceto balsamico di Modena DOP, un condimento ottenuto dal lungo invecchiamento del mosto cotto di uve tipiche modenesi all’interno di botticelle. Simboli della zona sono anche la mortadella bolognese, un insaccato a base di carne di suino dal profumo unico, e le ciliegie di Vignola, una varietà molto apprezzata. 

Insomma, in Emilia Romagna sicuramente non puoi non andare!

Scopri tutto ciò che vuoi, collegandoti al sito ufficiale dell’Emilia Romagna Turismo!

 Crediti Foto Luca Rossi

Pubblicato il
15/05/2024