L’Italia si trova al quattordicesimo posto al mondo per lunghezza di coste: un posizionamento alto, data la sua superficie contenuta: i chilometri costieri sono circa 7.500.
La particolarità di essere penisola
L’Italia è una penisola attaccata al continente dal suo arco settentrionale. Lo status di penisola dà, in qualche modo, incertezza esistenziale: non ha l’adamantina e fiera autonomia e riconoscibilità certa dell’isola e neanche la trama continua ed equilibrata dei collegamenti fisici e simbolici della terraferma, finita (se non al nord Italia). La penisola italiana è dunque in prevalenza in bilico tra buon senso e anarchia, tra cooperazione e singolarità.
L’Italia, circondata dal mare
Quel che è certo è che l’Italia è circondata dal mare. Delle sue venti regioni, soltanto cinque – Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto-Adige e Umbria – non hanno un affaccio sul mare. Per il resto, è immersa nel Mar Mediterraneo.
Il Mare Mediterraneo: la terra di mezzo
E parto, come spesso amo fare, dall’etimologia della parola. Medius e terra, la terra di mezzo. Il nome del mare europeo storicamente più importante, il più suggestivo, è un nome che non porta con sé l’acqua. La Mesopotamia era detta mediterranea, nel senso di continentale, termine opposto a marittimo. Il Mar Mediterraneo è un mare circondato dalle terre. Sta, come dice il suo significato, in mezzo alle terre. Bagna diversi stati: europei, africani, asiatici. L’Italia si trova al centro di questo incanto terracqueo.
Il Mare nostrum
Il Mare nostrum, come lo chiamavano i Romani, assume vari nomi, a seconda della latitudine. E così, l’Italia è bagnata da: Mar Adriatico, Mar Ionio, Mar Tirreno, Mar Ligure, Mar di Sicilia, Mar di Sardegna.
Partendo da questi sei mari, arrivo a parlare di sei zone caratteristiche e imperdibili delle coste italiane.
Il Mare Adriatico e la Riviera romagnola
Se si parla di mare Adriatico, non si può che parlare della riviera romagnola, icona insostituibile, nell’immaginario giovanile, di baldoria ed attraenti eccessi.
La Riviera romagnola si dipana lungo le coste dell’Alto Adriatico, per circa 90 chilometri, a partire – da nord – dalla provincia di Ravenna, passando per quella di Forlì-Cesena e finendo a quella di Rimini. I limiti sono a nord la provincia di Ferrara e a sud quella di Pesaro-Urbino, nelle Marche.
Le spiagge
I litorali sono sabbiosi e ampi, il mare è facilmente praticabile per i fondali bassi e la lenta gradualità della sua profondità. Le spiagge sono molto pulite, il mare un po’ meno, in particolare per l’affollamento massiccio e il fondale sabbioso e pieno, nei mesi più cadi, di alghe. Le spiagge romagnole sono molto adatte alle famiglie, perché offrono servizi di ogni tipo e attività per tutti i gusti.
L’organizzazione
L’organizzazione è spesso perfetta, la ricettività alta, anche per i vasti spazi pianeggianti retrostanti. Molti sono alberghi, ristoranti, bagni – come vengono chiamati qui. L’Emilia-Romagna accoglie turismo italiano e straniero dagli anni Sessanta, è meta estiva privilegiata di chi ama ricevere servizi vari e impeccabili a prezzi accessibili. L’ospitalità e la capacità imprenditoriale romagnole sono notevoli.
Il Ravennate
Punta Marina e Marina di Ravenna
Punta Marina e Marina di Ravenna sono le località marine della città di Ravenna.
più note del ravennate. Molto noto, a Marina, è l’Hana-Bi, un lido in cui si trovano, oltre a un’ampia offerta gastronomica e a diversi campi sportivi, tra le migliori offerte musicali estive di concerti e dj set.
Cervia
Cervia è nota per il suo sale (le prime tracce scritte sulle saline – prima Ficocle – risalgono al X secolo) e per l’ospitalità data a Grazie Deledda – una delle due donne italiane ad avere vinto il Premio Nobel, insieme a Rita Levi Montalcini -, che vi trascorreva le sue estati e dove ha scritto alcuni dei suoi romanzi, tra cui “La fuga in Egitto”.
Milano Marittima
Vi è poi la “Città giardino” di Milano Marittima, nata nel 1912 e destinata al turismo di élite e poi divenuta una delle mete dei locali notturni e discoteche chic e alla moda.
Il Cesenate
Cesenatico
Il porto-canale di Cesenatico fu costruito all’inizio del XIV secolo per dare un affaccio sul mare alla città di Cesena. È delizioso e costituisce l’asse attorno cui sorge il centro della cittadina, con ristoranti e bar che vi si affacciano e che rendono ancora più gradevole una vista già suggestiva. Si può visitare lì, inoltre, il Museo della Marineria.
Rimini
Poi vi è Rimini, città capoluogo di provincia – con interessanti monumenti romani: il Ponte Tiberio e l’Arco d’Augusto – che sta proprio sul mare e che è inondata da turisti a partire già dalla primavera.
Riccione e Cattolica
Riccione e Cattolica chiudono la costa romagnola. Entrambe sono molto carine (a Cattolica vi è un bel teatro, il Teatro della Regina, progettato nel 1884 da Cervellati) e ben tenute e sono luoghi dove mangiare dell’ottimo pesce. Molto famoso, soprattutto negli anni Ottanta e Novante, il Cocoricò di Riccione, una discoteca nata nel 1989 e meta del turismo di giovani provenienti da tutta la penisola, una sorta di tempio della notte.
Da segnalare le belle piste ciclabili che in parte costeggiano il mare, in parte vanno fino ai colli.
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L’Abruzzo
Andando verso sud, è d’obbligo citare i circa 40 chilometri di costa abruzzese tra Ortona e Vasto con i meravigliosi – e ora finalmente noti – trabocchi (il trabocco era un’antica macchina da pesca dell’Adriatico centro-meridionale). Man mano che si “scende”, il numero e le dimensioni dei lidi progressivamente diminuiscono, le spiagge si accorciano, la presenza umana pure un po’ scema.
Tra Mare Adriatico e Mar Ionio
E poi, c’è la Puglia, nota soprattutto per il Salento.
Il Salento adriatico: Otranto e Santa Maria di Leuca
Il Salento ha quasi 200 chilometri di coste ed è bagnato sia dal Mare Adriatico che dal Mare Ionio. Il mare del Salento è a tratti caraibico. Del versante Adriatico, i luoghi più rinomati sono senz’altro Otranto – con la sua meravigliosa cattedrale (fondata nel 1068) che unisce gli stili paleocristiano, bizantino, romanico e, nel rosone, gotico, i suoi preziosi mosaici -, e Santa Maria di Leuca, dove i due mari s’incontrano e dal cui faro talvolta si riescono a distinguere nitidamente le due correnti.
Il Salento ionico
Il Salento ionico è noto per diverse località, tra cui spiccano: Torre Vado, Gallipoli – khalé polis, cioè città bella, in greco -, Porto Selvaggio e Punta Prosciutto.
Torre Vado
Torre Vado è tra Leuca e le Maldive del Salento e il suo litorale è caratterizzato dall’alternanza tra scogliera bassa e rocciosa e spiaggia di sabbia fine, sia libera che attrezzata, ed un piccolo porticciolo da cui svetta una bellissima torre del XVI secolo.
Gallipoli
Gallipoli ha un litorale di circa 20 km. Il centro, molto bello, è composto dalla città vecchia che si trova su un’isola calcarea collegata alla terraferma con un ponte seicentesco, e dal borgo, che accoglie la parte più moderna della città. In estate, da alcuni anni a questa parte, vi è un numero di turiste.i impressionante!
Porto Selvaggio
A Porto Selvaggio vi è un parco di 1.100 ettari che è area marina protetta al cui interno vi sono finanche pini di Aleppo. Inoltre, potrai visitare la cosiddetta Palude del Capitano, uno specchio d’acqua dove convivono correnti d’acqua marina e acqua dolce e fredda di falda freatica, creatosi probabilmente a causa dello sprofondamento di un’antica caverna.
Punta Prosciutto
Al confine tra Lecce e Taranto sta Punta Prosciutto, costituita da zone più rocciose, a nord, e da una lunga striscia di sabbia bianchissima verso sud. Il suo mare trasparente e poco profondo la rende perfetta per chi ami fare snorkeling.
L’ospitalità del Salento
Le distese degli ulivi, il cibo buonissimo (i pasticciotti, il pesce, i vini), i festival di canti e danze popolari – la pizzica – nata nel Salento-, la taranta – tipica di diverse regioni della Magna Grecia e pure qui diffusa –, luoghi stupendi (non si può dimenticare lo splendido barocco di Lecce) e un’ospitalità diventata di buoni e ottimi livelli negli ultimi decenni fanno del Salento una meta agognata e spesso in overbooking, nei mesi di luglio di agosto.
Il Mar Tirreno
Proseguendo, idealmente, lungo lo stivale, si passa per la dolente bellezza della Calabria – come non citare Tropea con i suoi anfratti – e, risalendo la costa calabra tirrenica, si arriva a Maratea, che si può dire avamposto meridionale del Cilento, pur se non ne fa parte, trovandosi in Basilicata.
Maratea
È difatti, Maratea, l’unico affaccio lucano tirrenico. Come riporta una targa nella piazzetta principale del paese, è la “Città dalle 44 Chiese” – ve ne sono, oltre che nel centro storico, in ognuna delle altre, numerose, frazioni. Il centro storico di Maratea è davvero grazioso e ben tenuto, a metà tra il mare e il Cristo.
Il Cristo Redentore
Maratea è infatti nota soprattutto per un imponente Cristo Redentore, in cima al Monte San Biagio. La statua, eretta dal fiorentino Bruno Innocenti tra il 1963 e il 1965, è visibile da tutti i paesi del Golfo di Policastro e non guarda verso il mare, ma verso l’interno, verso la frazione di San Biagio, a protezione degli abitanti. Essa andò a sostituire una vecchia croce costruita per commemorare la resistenza dei marateoti contro i Francesi nel 1907. Dal 2013 c’è anche un gemellaggio con il più noto Cristo Redentore di Rio de Janeiro.
Il porto di Maratea
Un gioiellino è il porto, dove sono attraccate belle imbarcazioni, vi sono ristoranti di pesce – su tutti, “Za’ Mariuccia” -, gelaterie, locali, negozi.
La costa
La costa è lunga 32 chilometri e ha 28 tra spiaggette – alcune di sabbia, la maggior parte di ciottoli -, secche, insenature, pareti di rocce che si tuffano a mare. Ce n’è per tutti i gusti e sensibilità. Ognuna è incantevole.
Cesare Pavese, “Il fuoco grande”
Maratea, tra monti, colli, anfratti, ha dei paesaggi mozzafiato, tra i più incantevoli in Italia, paesaggi citati per la loro bellezza anche da Cesare Pavese nel romanzo “Fuoco grande”, scritto nel 1946 con la Leucò dei “Dialoghi”, la sua amica Bianca Garufo, e rimasto incompiuto, ma pubblicato postumo nel 1959. “U focu ranni”, in dialetto marateote, è una situazione sentimentale o emotiva difficile e pesante al cuore. Il romanzo è ambientato a Maratea. Pavese scrive: “Respiravo quel vento che veniva di lontano. Maratea era alle falde di un monte selvoso e bagnava le sue case al mare. Silvia era quel paese. Quante volte ne aveva parlato».
L’incanto di terra e mare
Le bouganville, le chiese, i vicoli, le salite, il bosco di ogliastre intorno, il monte sopra, il mare sotto: un incanto senza tempo, con pochi paragoni.
Un posto imperdibile, non tanto affollato, dal mare stupendo, perfetto per chi ama andare in canoa per vedere le grotte marine. La costa è bella quasi come quella del Cilento, la sua naturale prosecuzione in Campania.
coste italiane – Maratea panorama dal Cristo
Il Cilento
Il Cilento è un’ampia zona marittima e interna della provincia di Salerno. Il Cilento ha una costa di un centinaio di chilometri tra il già citato Golfo di Policastro fino, andando verso nord, al Golfo di Salerno. Dal 1991 è oasi naturalistica protetta: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano fanno parte infatti del Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Marina di Camerota
Non si può non partire da Marina di Camerota, con il suo centro delizioso e famosa per la “lamparata”, l’antica arte della pesca notturna di questo borgo. Escono un gozzo e un peschereccio: da un lampione posto sul primo, e maneggiato da un “lumista” con maestria, parte una forte luce che si muove, attira e irretisce il pesce azzurro; dal peschereccio – detto cenciola – scende allora una rete che raccoglie i tanti pesci che, freschissimi, verranno poi consumati. Un rito locale antico, aperto da diversi anni anche ai turisti.
Palinuro
Più a nord, Palinuro, con le sue spiagge di sabbia chiara, la Grotta Azzurra (lo stesso nome di quella di Capri, sì!), le scogliere di Capo Palinuro, il bel porticciolo. Meta famosa era la discoteca Il Ciclope, una discoteca scavata nelle grotte di fronte alla spiaggia, chiusa da alcuni anni per la difficoltà, a causa della sua ubicazione tra gli anfratti, di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza. Ora vi è il Ciclope Beach Bar.
Acciaroli e Hemingway
Più a nord troviamo, tra le altre località, Pisciotta, Ascea, Casalvelino e Acciaroli, luogo amato da Hemingway, con un centro storico di origine medievale, Le case colorate, il porticciolo dei pescatori, l’acqua cristallina e le scogliere su cui dolcemente o con impeto si riserva. Tra il 1950 e il 1953 Hemingway soggiornò qui, prima in un hotel, poi in una casa, e molto probabilmente trasse ispirazione da queste bellezze e dai racconti dei pescatori per il suo libro “Il vecchio e il mare”.
Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano
Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è il secondo in Italia per dimensioni (180.000 ettari, 80 comuni, 8 comunità montane, siti archeologici) e si estende dalla costa tirrenica ai piedi dell’Appennino campano e lucano. Ha una straordinaria varietà di paesaggi e di fauna. Vi sono diversi itinerari da potere seguire, una Rete dei Musei con oltre 20 piccole realtà laboratorio della cultura e civiltà locale del Parco, eventi e iniziative culturali. L’offerta di agriturismi, b&b è buona. Questa perla della Campania è assolutamente da scoprire.
Paestum
I Greci
Chiudo con Paestum, sito antichissimo e straordinario. La città fu fondata verso il 600 a.C. dai Greci – pare dorici provenienti dalla Calabria – e chiamata Poseidonia, in onore di Poseidone (Nettuno, per i Romani), dio del mare. I coloni greci eressero la Basilica (550 a.C.) il Tempio di Cerere (circa 500 a.C.) a sud ed il Tempio di Nettuno (450 a.C.) a nord, che per la maestosità è da considerare un autentico capolavoro. Alla fine del V sec. A.C. venne occupata dalla popolazione dei Lucani e il nome fu Paistom.
I Romani
Nel 273 divenne colonia romana e prese il nome di Paestum (chiamata Pesto fino al 1926). Grazie ai Romani nacque il Foro, venne costruito l’Anfiteatro, sorse il Tempio della Pace e il comparto urbanistico riceve un notevole contributo. È di origine romana il perimetro murale ancora oggi esistente, costituito da circa 5km di mura difensive. Tutte le strade furono pavimentate, le abitazioni modernizzate mentre gli edifici sacri dei Greci rimasero intatti. Da segnalare in queste zone (Paestum, Capaccio, Battipaglia) la rinomata mozzarella di bufala DOP.
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La Riviera Ligure
Ci spostiamo ora a nord per conoscere le meraviglie marine del Mar Ligure.
Le Cinque Terre sono note ovunque nel mondo: cinque paesi piccoli, pittoreschi, che sembrano scolpiti nella collina o nella roccia, le Cinque Terre, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, si trovano in provincia de La Spezia, a est della Liguria.
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è invece molto piccolo, ma ha la più alta densità abitativa: nei cinque Comuni vivono circa 4.000 persone. I pendii delle colline sono stati modificati dall’essere umano per ottenerne parti coltivabili – detti ciàn– tenuti da muretti a secco ed è Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
La fauna e la flora
Come fauna, si trovano, in basso, lecci, diversi arbusti, specie aromatiche come rosmarino, timo, elicriso e lavanda. C’è anche il cappero; ad altitudini maggiori, castagneti e querce. Come flora, ci sono gabbiani reali e molti piccoli uccelli, piccoli roditori, rettili. Nel 1997 è stata istituita l’Area Marina Protetta per i Comuni di Riomaggiore, Vernazza, Monterosso e per una piccola porzione Levanto, considerabile la “sesta terra”.
I cinque borghi sono deliziosi, con case torri genovesi e tutti sul mare, tra scogliere e promontori che vi si insinuano, a eccezione di Corniglia che è un po’ in alto.
I sentieri
Vi sono due sentieri, il numero 1, detto Alta via delle Cinque Terre, un’antica mulattiera, sentiero di crinale che consente di raggiungere le Cinque Terre attraverso sentieri secondari, e il sentiero n. 2, il Sentiero Azzurro che include il famoso tratto a picco sul mare detto la Via degli Dei.
Il Parco di Portofino
La Liguria è nota anche per il Parco di Portofino la cui estremità nel mare più suggestiva è San Fruttuoso, raggiungibile a piedi dalla sommità del parco dalle località Ruta di Camogli o in traghetto da Santa Margherita Ligure, Portofino e Camogli.
San Fruttuoso
A San Fruttuoso c’è l’abbazia dell’omonimo vescovo catalano, le cui ceneri – narra la passio cattolica – arrivarono via mare dalla Spagna dove sarebbero state traslate da san Prospero a seguito dell’invasione araba della Spagna. Fruttuoso – si sostiene – fu ucciso a Tarragona nel 259 d.C. perché si rifiutò di adorare l’imperatore romano e non rinnegò la sua fede cristiana – all’epoca Roma era nemica dei cristiani.
La torre, la baia, l’ospitalità
Vi è anche una torre edificata dai Doria, famiglia patrizia che partecipò allo sviluppo commerciale ed economico di Genova. E la piccola baia di San Fruttuoso offre anche posti in cui rifocillarsi e qualche stanza in cui dormire. All’interno del Parco vi è un agri-rifugio delizioso – raggiungibile dal monte, cioè da Ruta di Camogli, o proprio da San Fruttuoso – rigorosamente a piedi – che offre cibo e ospitalità per i camminatori e, in generale, per chi ami il silenzio, la natura, il mare, lo sconvolgimento sensoriale di un panorama mozzafiato.
La Sardegna
Di fronte alle coste liguri, oltre la Corsica, sta la prima delle due grandi isole italiane, la Sardegna, la regione italiana con più chilometri di coste (1.800 circa). Selezionare tra tanto mare è difficile.
Stintino – Sassari
Partendo da Nord Ovest, in provincia di Sassari, segnalo Stintino, una penisola dal mare incredibile posta di fronte al Parco dell’Asinara. Sabbia lucente, mare trasparente e poco profondo ha ad est nella Pelosa e nella Pelosetta le spiagge più famose, mentre ad ovest vi sono calette rocciose; alle Saline, invece, si può fare surf. Inoltre, c’è un’oasi salmastra dove si possono osservare fenicotteri rosa.
Alghero – Sassari
La città
Più a sud, sempre nel sassarese, sta Alghero, fondata all’inizio del XII secolo dai già citati Doria. Nel 1350 passò sotto il controllo catalano-aragonese prima, spagnolo poi, e la sua architettura, con numerose torri dentro e fuori la città e i bastioni, ne sono un’evidenza storico-artistica. Anche nella lingua si ritrovano delle espressioni catalane: Alghero è considerata un’enclave linguistica catalana. Molto bello il centro storico, ampio e dinamico il porto, splendide le spiagge.
Il mare
Essendo un luogo carsico, vi sono anfratti e grotte, molte delle quali ancora inesplorate, perché raggiungibili solo via mare. In alcune zone si può fare snorkeling. Molte spiagge sono raggiungibili tramite piste ciclabili. Da segnalare la spiaggia del Lazzaretto e delle Bombarde a nord, di Porto Ferro a sud.
Ad Alghero sembra di ascoltare la voce incredibile di Giuni Russo, nelle sue strade, e di sognare.
Cagliari
Spostandoci a sud, si arriva a Cagliari, capoluogo di regione, di fondazione fenicia e trascorsi storici cartaginesi. Una città molto antica, insomma, con parchi, santuari, chiese, una cittadella fortificata e un castello pregevoli, e spiagge molto note. Da citare la spiaggia del Poetto, un litorale lungo ben otto chilometri in cui potere ammirare la bella torre (poetto potrebbe derivare da poeta o da porto), fare sci nautico, dedicarsi alla movida.
Villa Simius
A circa 40 chilometri c’è Villa Simius, una spiaggia con acqua trasparente e riflessi di colori racchiusa in una baia fitta di macchia mediterranea che la ripara dai venti.
Cala Luna – Nuoro
A est, in provincia di Nuoro, sta Cala Luna (Elune, in sardo). Il nome pare le sia stato dato dai pastori per la difficoltà a raggiungerla e la conseguente considerazione che fosse lontana come la luna. Si raggiunge via terra o via mare ed è un paradiso, anche perché non affollatissima. A pochi chilometri vi sono grotte marine con stalattiti e stalagmiti. Cala Luna è stata set del film del 1974 “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmüller, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.
L’arcipelago della Maddalena – Sassari
L’arcipelago de La Maddalena, la punta più a nord est dell’isola, fa parte dell’omonimo parco e comprende varie isole: oltre alla Maddalena anche quella, pure nota, di Caprera. Le prime tracce umane risalgono all’epoca neolitica; rimase poi quasi spopolato fino al 1767, quando vi fu insediato un distretto militare. Alla Maddalena nel 1793f u fermato Napoleone, mentre a Caprera dimorò, una settantina di anni dopo, Garibaldi. Oggi l’isola è meta turistica privilegiata di chi ama la natura incontaminata, i vasti spazi, il vento, l’acqua cristallina.
La Sicilia
La Trinacria è l’isola più grande del Mediterraneo, e seconda in Italia, quanto a chilometri di mare, alla Sardegna: è cinta da 1.639 km di costa. Anche qui, difficile scegliere i posti più significativi.
Taormina – Messina
Taormina fu fondata da coloni greci nel IV secolo a.C. con il nome di Tauromenion e furono quindi costruite l’agorà, il teatro e l’acropoli. Il magnifico Teatro Antico fu eretto nel III secolo a.C. (e poi più volte sistemato, modificato, arricchito), sfruttando la struttura morfologica della collina dove risiede che offre una vista sul mare e anche, a una estremità la vista del Vulcano Etna. A governare la città furono Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Spagnoli.
Personaggi noti a Taormina
I suoi paesaggi e le sue ricchezze architettoniche hanno richiamato personaggi del calibro di D.H. Lawrence, André Gide, Quasimodo, Liz Taylor, Greta Garbo, la poeta Anna Achmatova e molti altri.
Isola Bella e Giardini Naxos
Suggestiva, nella baia di Naxos è la piccola Isola Bella – il nome le fu dato da un aristocratico tedesco -, una lingua di sabbia che collega la terraferma a un isolotto. I giardini Naxos costituiscono un Parco archeologico di tutta rilevanza, con agrumeti e palme, resti di templi e di cinte murarie. Al suo interno si trova anche il Castello di Schisò, una suggestiva fortezza situata a pochi passi della Spiaggia di Giardini Naxos.
Aci Trezza – Catania
Andando a sud, dieci chilometri dopo Catania, troviamo Aci Trezza, ispirazione per il romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga. Qui sono i famosi faraglioni del Ciclope, quelli che – narra la leggenda – Polifemo scagliò contro Ulisse che lo aveva accecato, senza coglierlo, e che si inabissarono sulle sue rive La Riviera dei Ciclopi è di origine vulcanica. Degno di menzione è il castello normanno di Aci Castello.
Porto Palo di Capo Passero – Siracusa
In provincia di Siracusa, alla punta estrema meridionale dell’Italia, superata solo da Linosa e Lampedusa, c’è Porto Palo di Capo Passero. Abitata fin dall’antichità, per la sua centralità nel Mediterraneo e le sue coltivazioni, passò sotto gli Arabi – fu abitata dai Berberi che gli diedero il nome di Capo Pachino. Successivamente, con la partenza degli Arabi, rimase pressoché disabitato, finché non fu ripopolato nel 700 grazie ai nobili Baroni di Noto.
La tonnara
Gaetano Moncada fece costruire delle case vicino alla storica tonnara e mutò il nome nell’attuale Porto Palo. Da lì il paese si espanse e arricchì e la tonnara rimase in attività fino agli anni Venti del secolo scorso, quando i nuovi sistemi produttivi la resero obsoleta. Oggi Porto Palo è diventato un delizioso borgo tenuto benissimo dove i visitatori possono vedere un mare blu che tende all’infinito.
Scicli – Ragusa
In provincia di Ragusa ci sono le spiagge di Scicli – cittadina barocca molto suggestiva -: la spiaggia di Sampieri, molto lunga e ben attrezzata, e quella di Donnalucata, con sabbia sottile, mare splendido, tanta spiaggia libera e poco antropizzata.
Eraclea Minoa – Agrigento
Nell’agrigentino splendida – anche se negli ultimi anni erosa dalle mareggiate – è la pineta di Eraclea Minoa. L’antica città di Eraclea Minoa -fondata probabilmente dai Selinuntini – si estende su un bianco promontorio proteso verso un incantevole paesaggio marino. Le origini di Minoa affondano nel mito antichissimo della spedizione di Minosse in Sicilia sulle tracce di Dedalo, l’architetto del labirinto, fuggito in volo con ali di cera insieme al figlio Icaro.
Selinunte – Trapani
Imperdibile, più a ovest, Selinunte. Fondata nel VII secolo a.C. su un pianoro a 30 metri sul livello del mare, si trova nel Parco archeologico più esteso d’Europa ed è un’acropoli dall’imbarazzante maestosità lambita dal mare. Vi sono sette templi dorici, stile che più degli altri trasmette il senso dell’essenzialità e della naturalità, caratteristiche dell’immortalità della divinità. Vi sono poi santuari, altari. Una vista così ampia e commovente che sfugge alla portata, fisica ed emotiva, dell’occhio.
La Riserva naturale orientata dello Zingaro – Trapani
Più a nord, sempre nel trapanese, tra San Vito lo Capo e Scopello, si distende per sette chilometri la Riserva naturale orientata dello Zingaro. Si possono visitare, con gommoni a noleggio, le sette calette. Inoltre, ci sono grotte sia marine che terrestri
Scopello – Trapani
Scopello è un gioiello del Seicento e noto per i suoi faraglioni e il buonissimo “pane cunzato”. Anche qui vi è una bella e antica tonnara, forse del XII secolo.
Terrasini, Isola delle Femmine, Mondello – Palermo
Nel palermitano ti sorprenderanno -a parte la città, che vive il mare e nel mare – le scogliere e la sabbia rossa di Terrasini – da terra sinus, la terra delle insenature -, l’Isola delle Femmine – con le sue belle spiagge non prese d’assalto dai turisti -, la famosa Mondello, la larga e accogliente spiaggia dei Palermitani.
La Sicilia incanta con la sua stratificata storia millenaria, con i suoi colori, con i suoi gusti intensi e ricchi, con un calore non solo climatico, con architetture e paesaggi strabilianti.
Il resto delle coste italiane
Mi sono mossa seguendo i sei mari che vanno a costituire il nostro Mediterraneo italiano, vario, affascinante, commovente, intrigante, in un ideale giro intorno all’Italia, non esaustivo. Ci sono infatti le isole della Sicilia, dalle Eolie alle Egadi a Pantelleria e Ustica. C’è la Costiera amalfitana. Ma questa, come quella di molte altre località marittime italiane meritevoli di racconto, è un’altra storia, senz’altro da venire!