Una realtà a dir poco originale e stimolante, priva di confini, in cui si avverte la sensazione di essere parte del mondo intero. Il Museo del Turismo, infatti, non possiede frontiere di alcun tipo e si sta espandendo a macchia d’olio su scala globale.
L’origine del Museo del Turismo
Il Museo del Turismo affonda le sue radici nella passione di Alberto Bosque Coello, da sempre interessato al settore. Persona dalla spiccata sensibilità per l’arte in ogni sua forma, Alberto ha fatto da calamita, attraendo sempre nuove collaborazioni. Ma non corriamo, andiamo per gradi. Da anni, colleziona con grande dedizione oggetti molto datati riguardanti il turismo come, ad esempio, guide, cartoline, souvenir e foto.
Da una guida del 1929 alla nascita del Museo del Turismo
Tuttavia, l’impulso più energico arrivò da un suo amico belga, Serge Patelli che gli dono una guida Michelin della Spagna del 1929.
Nell’atto di porgere questo primo “reperto”, Serge pronunciò una frase che ebbe un duplice effetto sul nostro Alberto: «Do a te questo libro perché sei l’unico spagnolo che conosco che apprezza queste cose. Gran parte della cultura spagnola è finita nella spazzatura».
Questa fu la molla che aprì un autentico varco al progetto presente nella sua mente, ovvero mettere a disposizione di tutti e diffondere un grande patrimonio altrimenti destinato all’oblio.
Il carattere diffuso di una realtà sui generis
Per la creazione di un progetto così ambizioso e di ampio respiro, Alberto Bosque aveva rivolto inizialmente la sua attenzione agli enti pubblici per ottenere dei finanziamenti.
Pensandoci bene, però, questo luogo dove mostrare la storia del turismo non poteva dipendere sempre da eventuali aiuti pubblici. Dunque, divenne una sfida personale e considerò una modalità alla quale potesse partecipare chiunque e da ogni parte del globo.
Il Museo del Turismo: ispirazione italiana del progetto
Partì dunque dall’idea di chiara matrice italiana del museo “diffuso”, termine che difficilmente trova un equivalente in altre lingue, pressoché da tradurre. Nonostante questo piccolo ostacolo linguistico, il concetto è quello di istituire un museo con sale sparse in tutto il mondo, ovvero spazi espositivi tematici che fossero gestiti dai relativi responsabili a livello locale.
Una natura partecipativa senza barriere
Al progetto collaborano non solo figure legate al settore turistico ma chiunque può partecipare a qualunque titolo e in diverse modalità. Come? Mettendo a disposizione una sala, donando materiale, contribuendo alla gestione dei social o scrivendo per il blog, seguendo e facendo seguire questa realtà in continua espansione.
In altre parole, anche un semplice like può contribuire a tutelare e tramandare la storia del turismo. Le caratteristiche chiave del Museo sono la partecipazione a 360 gradi e l’apertura verso qualsiasi tipo di proposta che possa alimentare l’interesse nei confronti di questa straordinaria impresa.
Il Sogno di una sala in ogni nazione
La sede del Museo è il mondo, proprio a ribadire la sua natura inclusiva, collaborativa e priva di confini. Dopo Albero Bosque Coello, coordinatore del Museo del Turismo, altre 3 persone di altrettanto spessore si sono unite nel fantastico ed infinito viaggio attorno al mondo:
Rafael Guzmán Villarreal, Javier Mateos de Porras Gómez e Raúl García Cuesta. Dunque, 4 spagnoli che ne supervisionano e coordinano le attività. L’obiettivo grandioso è quello di aprire almeno una sala in ogni paese del mondo.
Il Museo del Turismo in cifre
- Ad oggi, si contano ben 94 sale presenti in 13 nazioni;
- La 1° sala in assoluto è quella di Valladolid, in Spagna, presso l’Hotel Zentral Parque;
- Per la comunicazione e la diffusione delle notizie, i canali social utilizzano 17 lingue, tra cui anche l’italiano;
- Oltre al sito ufficiale, si sfrutta la viralità di 6 reti come Facebook, Instagram, Twitter, Tik tok, LinkedIn e Spotify;
- 10 sale inaugurate in Italia (che vedremo a breve).
Lo spirito del progetto
Premettiamo, innanzitutto, che visitando una singola sala non è possibile arrivare a conoscere e comprendere l’intera storia del turismo. Infatti, ogni sala è solo un piccolo “assaggio” che costituisce un importante tassello di un disegno ben più grande ed importante. Come si è detto poc’anzi, nelle varie sedi museali sarà possibile toccare da vicino la realtà locale a seconda della tipologia di struttura che le ospita.
Tra passato e futuro
Si va, dunque, da un hotel a un ente locale, piuttosto che da un’agenzia viaggi a un tour operator. È bene sottolineare che le visite sono totalmente gratuite e aperte a tutti. Trattandosi, inoltre, di luoghi di passaggio sono facilissime da raggiungere. Ciò che conta è preservare la memoria passata di ciò che è avvenuto per tramandarla e proiettarla in una dimensione che guarda al futuro.
Le sedi del Museo del Turismo in Italia
Ecco arrivati finalmente alle 10 sedi che conosceremo prossimamente e, più nello specifico, in un altro momento.
- SALA 3: FH 55 Grand Hotel Mediterraneo, Firenze;
- SALA 14: FH 55 Grand Hotel Palatino, Roma;
- SALA 16: Hotel de La Ville, Genova;
- SALA 18: Museo Castello D’Albertis, Genova;
- SALA 51: Agenzia “Proyecto España”, Napoli;
- SALA 60: Hotel Oxford, Roma;
- SALA 67: Comune di Praiano, (provincia di Salerno);
- SALA 73: Sede di Lab Travel Group, Torino;
- SALA 76: Museo Fisogni, Tradate (provincia di Varese);
- SALA 81: Museo Touriseum-Museo Provinciale del Turismo, Merano (provincia di Bolzano).
PROSSIMA APERTURA… Sala 84: Hotel Saturnia International (Venezia)
Un’infinita ed eterna scoperta…
A rendere grande il Museo del Turismo siamo tutti, addetti ai lavori e non, perché se ci pensiamo tutti siamo turisti e viaggiatori. Che lo si visiti fisicamente o virtualmente attraverso il web, andremo alla scoperta di un settore trainante non solo economicamente ma anche, e soprattutto, dal punto di vista socio-culturale. E allora, allaccia le cinture… ti aspettiamo alla prossima tappa!
Per ulteriori info:
https://www.facebook.com/ILMUSEODELTURISMO/
oppure https://themuseumoftourism.org/
Photo credits: Museo del Turismo