La Sicilia è una terra dalle tante particolarità: oltre ad essere la più grande isola del Mar Mediterraneo, è anche quella che ospita il vulcano più alto d’Europa, l’Etna, che con le sue eruzioni spettacolari incanta cittadini e turisti da tutto il mondo.
Nasce così, nel 1987, l’esigenza di istituire un’area naturale protetta, il Parco dell’Etna, per proteggere il territorio e le sue peculiarità.
Scopriamolo insieme!
Parco dell’Etna: una struttura eterogenea a tutela del territorio
Il Parco dell’Etna è il più antico dei parchi siciliani: fu costituito il 17 marzo 1987 con il Decreto del Presidente della Regione Rino Nicolosi, a fronte della necessità di tutelare il territorio locale dal turismo di massa, che stava conducendo sempre più visitatori presso l’Etna e le zone circostanti.

Osservando questo vulcano, risultano evidenti i dettagli che lo distinguono, tra cui la sua forma conica e la sua altezza, pari a 3403 metri sul livello del mare.
L’attività vulcanica dell’Etna si testimonia sin dall’antichità, tra pareti di lava, paesaggi vulcanici, strati rocciosi, pendii. Indubbiamente, questo vulcano fornisce bellezze naturali e culturali uniche nel loro genere, nonché un importante contributo scientifico. Ne è dunque fondamentale la tutela: si tratta di un rilievo montuoso senza eguali nel Mediterraneo.
Il parco dell’Etna si estende su una superficie di circa 59mila ettari che comprende venti comuni differenti, tra cui Nicolosi, Randazzo e Bronte. Esso è suddiviso in quattro zone.
La zona A si estende per 19mila ettari, e non presenta insediamenti umani: l’area è quasi tutta di proprietà pubblica e vanta grandi spazi incontaminati in cui vivono grandi rapaci, come l’aquila reale.
26mila ettari costituiscono invece la zona B, in cui è possibile scorgere la presenza, sin dall’antichità, dell’uomo: qui sono ubicate antiche case contadine e ricoveri per animali, nonché dei piccoli appezzamenti terreni privati.
Infine, le zone C e D, che insieme coprono i restanti 14mila ettari, costituiscono una sorta di “pre-parco” in cui vi è spazio per gli insediamenti turistici.
Il Parco dell’Etna, per via della sua natura vulcanica, è caratterizzato anche da una vegetazione eterogenea, che differisce al variare dell’altitudine, per merito delle colate laviche che si sono susseguite nel tempo, così come delle precipitazioni e temperature diverse al variare della zona.

Nelle altitudini più basse, vi è un’abbondante presenza di vigneti, noccioleti, querce e castagni. Salendo verso i 2000 metri sul livello del mare, appare in misura maggiore il faggio e la betulla.
Continuando a procedere verso la cima, la pianta più diffusa è l’astragalo, fino a circa 2450 metri di altitudine. Al di sopra di questa quota, inizia il deserto vulcanico: nessun organismo vivente riesce a sopravvivere alle condizioni ambientali presenti.
Il territorio del Parco dell’Etna è dunque legato ad un’importante tradizione agricola, che si concretizza, ad esempio, nella produzione di vini: il Vino Etna DOC è stato il primo riconosciuto in Sicilia nel 1968. Si coltivano, inoltre, specialità locali come le pere autunnali Ucciardone o Spinella, o anche le mele Cola, Gelato e Cola-Gelato piccole e gialle.
Le attrazioni del Parco dell’Etna
Sono innumerevoli le attrazioni degne di nota che i turisti possono ammirare durante una visita al Parco dell’Etna.
Ad attirare l’attenzione dei visitatori sono sicuramente i crateri vulcanici.
Si suddividono in: Crateri Sommitali, che includono quello di Nord-Est, quello di Sud-Est e quello Centrale (Voragine e Bocca Nuova); e i Crateri Silvestri, formatisi successivamente all’eruzione del 1892, lungo una frattura radiale che ha portato alla formazione di cinque coni eruttivi.

I due crateri principali, il Cratere Superiore e il Cratere Inferiore, sono detti Silvestri in onore del vulcanologo Orazio Silvestri.
Questi ultimi sono molto popolari tra i visitatori, poiché tra i due passa la strada che da Zafferana e Nicolosi porta al piazzale del Rifugio Sapienza, una delle zone più frequentate del Parco, nel versante sud dell’Etna.
A sud del Cratere Centrale si erge uno dei coni più imponenti dell’Etna: la Montagnola, Esso si formò a seguito dell’eruzione avvenuta nell’estate del 1763, ed è localizzato a circa 2500 metri di altitudine, sull’alto versante meridionale.
Da non dimenticare anche le grotte, costituite in lava solidificata, attraverso le quali è possibile addentrarsi all’interno del vulcano. Sono oltre 200 le grotte di scorrimento lavico, note già nell’antichità, che l’uomo utilizzava come luoghi di riparo, di accumulo di neve, ma anche come luoghi sacri e di sepoltura. Tra le grotte più note si ricordano la grotta dei Lamponi, dei Tre Livelli, del Gelo, delle Palombe.
Un punto panoramico molto misterioso ed affascinante del Parco è la Valle del Bove.
Questa grande vallata non è sempre esistita: si è creata dopo il collasso, avvenuto circa 64mila anni fa, di una parte del vulcano.
La valle, se osservata dall’alto, sembra un esteso mare nero: questo perché essa accoglie molti flussi di lava che hanno origine nei Crateri Sommitali, evitando che essi giungano nei centri abitati.
Il nome di questa caldera è probabilmente dovuto al fatto che in tempi remoti, al posto della valle, ci fossero dei prati e boschi in cui si facevano pascolare i buoi.

Non dimenticatevi, quindi, di fare tappa in Sicilia e scoprire il Parco dell’Etna in prima persona!
Per maggiori informazioni, visitate il sito ufficiale.
Photo credit: sito ufficiale Parco dell’Etna