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Turismo sostenibile e turismo lento: definizioni, storia e consigli

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StagioneTutto l'anno

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Hai mai sentito parlare di turismo sostenibile o di turismo lento?

Si tratta di due concetti che fanno capo a forme di turismo alternative attorno alle quali si è destato grande interesse, da diversi anni ormai. Alla base di tutto, c’è soprattutto un grande rispetto per l’ambiente e per le culture locali.

Ma andiamo con ordine, esplorando la definizione di queste espressioni.

 

Cosa si intende per turismo sostenibile

Il turismo sostenibile è un approccio al turismo che cerca di minimizzare l’impatto ambientale e sociale del turismo di massa. Si tratta di un modello di sviluppo turistico che tiene conto delle esigenze ambientali, sociali ed economiche delle comunità locali, promuovendo un turismo responsabile, ecologico e a basso impatto ambientale.

Esso mira a preservare le risorse naturali e culturali per le generazioni future, a migliorare la qualità della vita delle comunità locali e a garantire un equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità.

Come nasce il turismo sostenibile

L’espressione “turismo sostenibile” nasce tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ’90 quando, già da tempo, si parlava dei danni provocati dal turismo di massa.

Tappa importante verso questa presa di consapevolezza è il 1987 quando, nella relazione intitolata “Our Common Future”, prodotta dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, si dà una definizione di sostenibilità. Il documento,  noto anche come Rapporto Brundtland, dà la seguente definizione di sviluppo sostenibile: “uno sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”.

Successivamente, nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo a Rio de Janeiro, il turismo sostenibile viene riconosciuto come un’importante via per lo sviluppo sostenibile. La Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, conosciuto anche come documento Agenda 21, afferma quanto segue: “il turismo sostenibile rappresenta un’opportunità importante per la conservazione del patrimonio naturale e culturale, nonché per generare benefici economici e sociali”.

Da allora, il concetto di turismo sostenibile comincia ad assumere crescente importanza, portando a iniziative e politiche a livello internazionale, nazionale e locale volte a promuovere un turismo responsabile e sostenibile, ovvero un turismo che prenda in considerazione l’impatto ambientale, sociale ed economico e in cui si adottino le giuste misure per ridurre al minimo le conseguenze negative che ne possono derivare.

 

Il turismo sostenibile nella pratica

Ma quali sono le azioni pratiche che rendono un viaggio sostenibile?

Innanzitutto, occorre ridurre l’impatto ambientale utilizzando mezzi di trasporto pubblici o a basso impatto ambientale, evitando sprechi di energia e acqua e riducendo l’uso della plastica.

Altro aspetto importante è il rispetto della cultura e della comunità locale attraverso la tutela delle tradizioni ma anche attraverso il sostegno dell’economia locale.

Oltre ad avere riguardo della comunità, è necessario rispettare anche il patrimonio artistico e ambientale del luogo che si decide di visitare. Questo non vuol dire solo evitare atti di vandalismo ma anche scegliere guide e strutture ricettive che conducano le proprie attività secondo i principi di sostenibilità.

 

Turismo sostenibile e turismo lento: quali differenze?

Il turismo lento può essere considerato, senza dubbio, una forma di turismo sostenibile

Ma cosa significa esattamente turismo lento o slow tourism?

 

Definizione di slow tourism

Il turismo lento si riferisce ad una tipologia di turismo che promuove la qualità dell’esperienza turistica piuttosto che la quantità. Si tratta di un approccio al turismo che incoraggia la lentezza, la contemplazione e il godimento del territorio e della cultura locale.

Il turismo lento può includere attività come il cicloturismo, l’escursionismo, la visita di mercati locali e la partecipazione a eventi culturali. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza di viaggio autentica, rispettosa dell’ambiente e delle comunità locali.

Turismo lento in Italia

Il turismo lento può essere praticato in qualsiasi tipo di destinazione, sia urbana che rurale, ma trova la sua massima espressione in luoghi caratterizzati da paesaggi naturali e culturali di grande bellezza. È per questa ragione che il nostro Paese, con il suo patrimonio paesaggistico e culturale, è meta ambita per gli amanti del turismo lento.

In Italia, il turismo lento si è sviluppato soprattutto nelle aree rurali, grazie alla presenza di itinerari naturalistici, storici e culturali di grande bellezza. Ad esempio, la Toscana, con le sue colline, i suoi borghi medievali, i suoi vigneti e le sue tradizioni gastronomiche, è stata una delle prime regioni italiane a promuovere il turismo lento. Anche altre regioni, come il Piemonte, la Liguria, il Veneto, la Puglia e la Sicilia, hanno iniziato a sviluppare offerte turistiche legate al turismo lento, valorizzando le proprie risorse naturali, culturali e gastronomiche.

Oltre alle regioni, anche i piccoli centri urbani italiani hanno iniziato a promuovere il turismo lento, valorizzando le proprie tradizioni e il proprio patrimonio storico-artistico. Ad esempio, molti borghi medievali italiani, come Civita di Bagnoregio, San Gimignano, Matera e molti altri, sono diventati mete turistiche apprezzate per la loro autenticità e la loro bellezza.

 

Il turismo dei cammini

Un buon esempio di slow tourism è il turismo dei cammini, una nicchia che ha visto un vero e proprio boom negli ultimi anni.

Il turismo dei cammini fa riferimento alla pratica di viaggiare a piedi lungo sentieri o itinerari specifici, spesso di lunga durata, con l’obiettivo di esplorare una regione o parte di essa in modo sostenibile e immersivo. In Italia, gli itinerari per chi ama viaggiare a piedi sono molto numerosi e molto frequentati.

Tra i più noti, ci sono:

  1. La Via Francigena;
  2. Le Vie della Transumanza;
  3. Il Cammino di Sant’Antonio;
  4. Il Cammino dei Briganti;
  5. Il Sentiero degli Dei.

Ciascuno di essi è un mondo da esplorare, un’avventura indimenticabile nel segno della lentezza.

Ma come nasce il turismo lento?

Come nasce il turismo lento

Esso nasce come accezione di un movimento più ampio sorto alla fine degli anni ’80 e denominato Slow.

Il movimento nasce inizialmente legato al cibo e ne è promotore Carlo Petrini, gastronomo. Petrini, nel 1986, mette in atto una protesta contro l’apertura di un McDonald’s a Roma, in difesa dei tradizionali metodi di produzione del cibo e non solo, contro le abitudini frenetiche dell’epoca moderna.

Rapidamente, il movimento si allarga anche ad altri settori, tra cui il turismo.

Oggi il turismo lento è in rapidissima ascesa. Basti pensare che sono nate tutta una serie di associazioni a sostegno e promozione di questa forma di turismo. Inoltre, si sono moltiplicate le iniziative a livello regionale che propongono itinerari slow.

 

La BIT di Milano nel segno della sostenibilità

Anche nell’ultima edizione della BIT di Milano è stata data enorme importanza alle tematiche del turismo lento e del turismo sostenibile in generale.

Si è trattata di un’importante occasione per molte Regioni italiane di presentare i loro pacchetti vacanza alla scoperta dell’enogastronomia, della storia e delle tradizioni locali nel pieno rispetto del territorio e delle comunità che lo abitano.

Pubblicato il
24/02/2023