In occasione della festa della donna, a partire dal 5 marzo fino al 30 maggio 2025, Galleria Fumagalli, a Milano, ospiterà una mostra ispirata alle parole di un’icona femminile di libertà, Oriana Fallaci, dal titolo ESSERE DONNA
Il corpo come strumento di creazione e atto di ribellione.
Siete pronti a scoprirla con noi?
Oriana Fallaci – libertà e passione
Nata a Firenze nel 1929, in piena era fascista, Oriana Fallaci si distingue fin da subito per essere divenuta parte della resistenza, guidata dal padre, dedicandosi, soltanto in seguito, alla scrittura come professione. In un primo momento la scrittrice si distingue soprattutto nell’ambito del giornalismo, attraverso interviste (tra cui quella ad Ayatollah Khomeini e ad Henry Kissinger) e reportage che la porteranno a collaborare con varie testate sia in Europa che in America e che saranno in seguito raccolta nel libro “Intervista con la storia” (1974).

Successivamente, sempre spinta dai valori morali ed etici che la contraddistinguono, si dedica alla stesura di varie opere tra le quali annoveriamo “Lettera a un bambino mai nato” (1975), “Insciallah” (1990), “La forza della ragione” (2004) e “Un cappello pieno di ciliegie” (pubblicato postumo nel 2008).
La mostra alla Galleria Fumagalli
Fondata a Bergamo nel 1971, negli ultimi decenni la galleria ha presentato più di 90 mostre personali e 30 collettive, pubblicato più di 50 volumi e collaborato con istituzioni e musei italiani e stranieri. Tra queste, si distingue, oggi, la mostra ESSERE DONNA Il corpo come strumento di creazione e atto di ribellione, a cura di Maria Vittoria Baravelli e Annamaria Maggi, ispirata alle parole di Oriana Fallaci in “Lettera ad un bambino mai nato“:
«Essere donna è così affascinante. E un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata.»
Il percorso espositivo riunisce iconici esempi di Body Art, come “Thomas Lips” (1975-2002) di Marina Abramović (Belgrado, Serbia, 1946), documentazione di una tra le performance più brutali dell’artista, o ancora “Cicatrice de l’action” (1974-1975) di Gina Pane (Biarritz, Francia, 1939 – Parigi, Francia, 1990) nella quale l’autolesionismo è un atto di indagine del proprio corpo. Si distinguono anche le opere di Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957) tra le cui serie fotografiche più note vi è “Women of Allah” che indaga, attraverso l’autoritratto, la figura femminile e il suo ruolo nella società iraniana dopo la rivoluzione islamica. In generale, per tutte le donne della mostra, il corpo si configura dunque come strumento attraverso cui agire nella vita e nell’arte.
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Biglietti ed informazioni aggiuntive
Aperta dalle 13:00 alle 19:00 dal lunedì al venerdì, sarà possibile visitare questa mostra gratuitamente. La galleria è raggiungibile in diversi modi:
- Bus: 60, 61, 81, 90, 92
- Treno: S1, S5, S6
- Metro: M1
- Tram: 33, 5
Non perdetevi questa mostra!
In occasione dell’8 marzo non perdetevi anche la proiezione del film “Il mio posto è qui“.