Rivista online

Le mostre d’arte imperdibili in Italia a marzo

Condividi

L’intramontabilità de “Le Ninfee” di Monet a Padova

Celebrando i 150 anni dalla nascita della prima mostra d’arte impressionista, il centro culturale altinate-san Gaetano a Padova, in collaborazione con Arthemisia e il Musée Marmottan Monet, ospiterà le opere del cosiddetto padre dell’Impressionismo, uno degli artisti più amati al mondo.

Nato a Parigi nel 1840 e amante del disegno fin dalla giovane età Monet, grazie alle sue frequentazioni e ai suoi innumerevoli viaggi, sviluppò un particolare interesse per la pittura plein-air con un’attenzione specifica all’uso dei colori che si rivela perfettamente nelle sue opere e nella struttura della sua casa a Giverny, il cui giardino fu curato personalmente da Monet stesso e a cui è dedicata una delle sue opere più note, dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita fino al 1942.

Dal 9 marzo al 14 luglio sarà possibile ammirare alcuni dei suoi capolavori più celebri come le Ninfee (1917-1920), il Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), i Glicini (1919-1920) e tanti altri.

Le opere, accompagnate da numerosi contenuti audio e video, saranno distribuite secondo varie sezioni:

  • Prima sezione – Le origini del Musée Marmottan Monet: dall’impero all’impressionismo
  • Seconda sezione – La luce impressionista
  • Terza sezione – Il Plein Air
  • Quarta sezione – Il giardino di Monet a Giverny. Oltre l’impressionismo
  • Quinta sezione – Le Grandi Decorazioni
  • Sesta sezione – L’astrazione in questione

Sarà possibile visitare il centro il lunedì dalle 14:30 alle 19:30 e dal martedì alla domenica a partire dalle 9:00 fino alle 19:30 approfittando, anche in seguito, di alcune aperture straordinarie che permetteranno di entrare nell’intimità del mondo di questo straordinario artista.

Per saperne di più clicca qui

Il confronto tra l’arte Cezanne e Renoir a Milano

Sull’onda della celebrazione del movimento impressionista si pone anche la mostra organizzata al Palazzo Reale di Milano che permetterà di ripercorrere la vita, attraverso le opere, di altri due grandi artisti appartenenti a tale corrente ovvero Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir.

I due artisti, entrambi francesi e entrati in contatto più volte nell’arco della vita, si distinguono per le differenze essenziali caratterizzanti l’approccio singolare nei confronti dell’arte. Paul Cézanne, nato nel 1839, riuscì ad esordire nella sua vocazione artistica grazie alla visita presso la mostra di Eugène Delacroix nel 1863 tuttavia senza ottenere successo fino al suo isolamento in Provenza dove inizierà a dipingere nature morte, ritratti e paesaggi che lo portarono a sviluppare uno stile personale e a diventare uno degli artisti più apprezzati del suo tempo fino alla sua morte nel 1906. Auguste Renoir, nato nel 1841, prediligerà, invece, seppur con le difficoltà legate alla ricerca di uno stile autentico, la pittura plein-air e la rappresentazione della figura umana, manifestando, anche durante gli anni della malattia che lo porterà alla morte nel 1919, uno sconfinato ed irrefrenabile amore per la pittura.

Dal 19 marzo fino al 30 giugno sarà possibile infatti immergersi nell’eredità artistica di questi due grandi pittori contemplando quadri, realizzati dagli anni ’70 dell’Ottocento ai primi anni del Novecento, provenienti dal Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie di Parigi e lì esposti grazie all’operato di Paul Guillaume, uno dei più grandi mercanti d’arte del suo tempo.

La mostra, che esporrà anche due tele di Picasso, ha l’intento di porre a confronto i due artisti che, con i colori e lo stile delle loro tele, hanno influenzato i pittori di ogni epoca successiva diventando anch’essi parte fondamentale della corrente impressionista.

Per maggiori informazioni clicca qui

La poliedricità di Pino Pascali alla fondazione Prada

Volgendo, invece, lo sguardo all’arte contemporanea attrae particolare attenzione la retrospettiva dedicata a Milano all’artista italiano Pino Pascali.

Nato a Bari nel 1935, inizia a delineare il suo stile sotto l’influenza di Toti Scialoja mostrando fin da subito attenzione verso materiali inusuali come l’olio o il petrolio sperimentando dapprima nella volontà di rappresentare una vicinanza al reale e poi allo sguardo bambinesco. Il suo particolare stile nella scultura gli permetterà di passare alla storia come uno degli artisti più influenti dell’ultimo periodo nonostante la sua morte prematura nel 1968.

Dal 28 marzo al 23 settembre, dalle 10:00 alle 19:00, sarà possibile calarsi a pieno nelle opere di questo artista che, in particolare con le sue sculture ha influenzato numerosissimi eredi e critici attirando l’attenzione di nazionali e connazionali.

La mostra, a cura di Mark Godfrey, si divide in quattro diverse sezioni poste in tre diversi edifici, il Podium, la galleria nord e la galleria sud, con un totale di quarantanove opere provenienti dalle mostre dal 1965 a quelle del 1968, richiamanti costantemente le collaborazioni e i materiali utilizzati con l’obiettivo di analizzare ed esporre a pieno la genialità del poliedrico artista barese.

Per ulteriori dettagli clicca qui

Un po’ di Giappone a Torino – la prima mostra Shinhanga in Italia

Per la prima volta in Italia, al Palazzo Barolo di Torino dall’8 marzo al 30 giugno, sarà possibile esplorare le meraviglia dell’arte degli Shinhanga che, attraverso paesaggi suburbani e soggetti femminili, è stata in grado di rivitalizzare la stampa silografica tradizionale.

Nato ufficialmente nel 1916 tale stile si allontanò dalla corrente tradizionale dell’ukiyoe, rappresentante località celebri o personaggi famosi, al fine di porre l’attenzione su scorci rurali o cittadini, non raggiunti dalla modernizzazione, a cui si aggiunsero pian piano i ritratti di donne moderne nella loro quotidianità.

L’intento dell’esposizione, costituita da circa 80 opere e visitabile dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00, è quello di mostrare come il movimento abbia saputo preservare le tecniche tradizionali pur lasciandosi influenzare dalle innovazioni, con uno sguardo quasi nostalgico alla trasformazione del paesaggio giapponese negli anni. 

Per saperne di più clicca qui

Esposizioni imperdibili già in mostra

Oltre alle mostre in arrivo, è possibile già trascorrere, in varie regioni d’Italia, moltissime giornate all’insegna dell’arte, lasciandosi trasportare dalla bellezza pura e complessa degli artisti più importanti del mondo.

Prima fra tutte la mostra dedicata a Francesco Hayez, intitolata “Hayez. L’officina del pittore romantico”, la cui collezione è esposta al Palazzo Barolo di Torino già dal 17 ottobre 2023 ma permarrà fino al 1° aprile dell’anno corrente.

L’esposizione, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, è visitabile dalle 10:00 alle 18:00 dal martedì alla domenica e si propone di realizzare, in dieci sezioni, comprendenti circa 100 opere, un resoconto delle opere di Hayez, partendo dai suoi capolavori più prestigiosi, come La Meditazione e L’accusa segreta, fino a giungere ai disegni per la Sete dei crociati, a cui il pittore lavorò fino al 1850, al fine di tracciare il vero e proprio percorso creativo dell’artista.

In essa Hayez è celebrato in tutte le sue sfaccettature indossando la veste di pittore civile e al contempo anche di cantore della bellezza e dei valori del Risorgimento.

Per maggiori informazioni clicca qui

Altra mostra a cui non poter rinunciare assolutamente è quella organizzata a Trieste, presso il Museo Revoltella – Galleria d’arte moderna, dedicata a Vincent Van Gogh, uno degli artisti a cui, in Italia, sono state dedicate più esposizioni come la mostra tenutasi a Palazzo Bonaparte l’anno scorso o le innumerevoli mostre multimediali. Amato e ammirato oltre ogni tempo e cambiamento.

L’esposizione, prodotta anch’essa in collaborazione con Arthemisia e accessibile dalle ore 9:00 alle ore 19:00 del lunedì e dal mercoledì alla domenica, si pone ancora una volta l’obbiettivo, attraverso oltre 50 capolavori provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, di documentare l’intero percorso artistico del pittore rivelando i numerosi aspetti del suo animo tormentato e complesso.

Bonus d’eccezione di questa mostra è la presenza dei ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del caffè di Arles frequentato da Van Gogh) i quali, conservati rispettivamente al Kröller-Müller Museum e al Galleria Nazionale di Roma, trovano qui l’occasione per rincontrarsi come amanti ritrovati.

Per ulteriori dettagli clicca qui

Ultima, ma non per importanza, è la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher e presentata al Palazzo Bonaparte di Roma, in occasione del centenario del suo trasferimento nella capitale, fino al 5 maggio.

L’esposizione, arricchita da capolavori illustri ma anche inediti mai presentati pubblicamente in precedenza, comprenderà circa 300 opere tra cui spiccano, senza dubbio, Mano con sfera riflettente (1935), Metamorfosi II (1939) e la serie completa dei 12 notturni romani prodotta, proprio nella capitale ospitante, nel 1934.

La mostra, organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits e curata da Federico Giudiceandrea, è accessibile dal lunedì al giovedì dalle 9:00 alle 19:30 e dal venerdì alla domenica dalle 9:00 fino alle 21:00 accogliendo, nel mondo di Escher, individui appartenenti ai più vari ambiti grazie alla mescolanza, nelle sue opere, di arte, matematica, geometria, scienza, design, grafica.

Per saperne di più clicca qui

Nota di merito va anche alla prima mostra sullo spazio, intitolata Space Dreamers e svolta in Piazza Cesare Beccaria a Milano, che permetterà a tutti coloro che vorranno di immergersi nelle atmosfere spaziali fino al 30 giugno.

Per informazioni aggiuntive clicca qui

Non perderti l’evento dell’anno: partecipa anche tu al Balloon Museum.

Pubblicato il
10/03/2024
Scritto da