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Alla scoperta del cuoppo: la merenda perfetta per una gita a Napoli

Tipo di attivitàEnogastronomia
RegioneCampania

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Fare una gita a Napoli, come un po’ in qualsiasi città d’Italia, vuol dire anche esplorare la sua cultura culinaria: pizza, caffè, sfogliatelle (obbligatoriamente ricce, se non si vuole passare per persone poco coraggiose), babà e almeno un cuoppo.

Il cuoppo napoletano: cos’è, dove assaggiarlo e come prepararlo

Il cuoppo è uno degli elementi tipici della cucina napoletana, che racchiude l’amore della città per il fritto e i cibi non troppo facilmente digeribili, ma così tanto gustosi che sarebbe un sacrilegio tornare via dalla città senza averlo assaggiato.

Il cuoppo Napoletano
Il cuoppo Napoletano di zeppole

Il programma della gita gastronomica è presto fatto: appena arrivati alla Stazione centrale si prende un caffè e una sfogliatella nel bar dai tendoni a strisce rosse e bianche sul lato opposto della piazza; a pranzo una pizza all’Antica pizzeria da Michele, uno dei locali più antichi della città, risalente al 1870; e per merenda, rientrando verso la stazione, un cuoppo nella storia via dei Tribunali, che realizza cuoppi per tutti i gusti (anche vegetariani) sul momento, richiedendo quindi qualche minuto di attesa, che si può attendere osservando il variopinto panorama delle strade napoletane.

Pizza Margherita Antica pizzeria da Michele
Pizza Margherita all’Antica pizzeria da Michele

Il cuoppo: alla scoperta di cos’è e delle sue origini

Ma precisamente, cos’è un cuoppo? In realtà una risposta univoca non c’è, perché la caratteristica del cuoppo è proprio quella di riunire in sé molti diversi fritti, lasciando piena libertà creativa al compositore di questo “mazzo di frittura”.

Cuoppo Napoletano frittura
Arancini per il cuoppo napoletano

L’elemento imprescindibile infatti, che rende riconoscibile il cuoppo, è proprio la caratteristica forma a cono della carta assorbente in cui è venduto. Si dice infatti che il cuoppo sia stato inventato proprio per permettere di mangiarlo senza essere unti dall’olio della frittura, facendo tra l’altro del cuoppo probabilmente una delle prime forme di streetfood.

Il cuoppo è solitamente o di mare o di terra, e si racconta che i primi cuoppi, attestati intorno al 1800, sia nati proprio come cuoppi di mare, cucinati dalle persone meno abbienti che si recavano dai pescatori e compravano i pesci più piccoli per spendere meno, e poi per renderli più appetibili li avvolgevano nella frittella, fatta solo di acqua e farina, alimenti poveri, e li buttavano nell’olio bollente.

Il cuoppo Napoletano
Il cuoppo napoletano di fritto misto di pesce

Se il cuoppo di mare può quindi ricordare la più interregionale frittura di pesce, il cuoppo di terra è invece un’unicità della Campania. Composto da piccole porzioni di frittura mista: supplì, crocché, zeppole semplici o farcite, verdure fritte, mozzarella in carrozza… e insomma tutto quello che può venire in mente, l’importante è che si possa mangiare in un boccone!

Cuoppo Napoletano Mozzarella in carrozza
Mozzarella in carrozza

 

E ovviamente per gli amanti del dolce, esiste anche la versione zuccherata arricchita di crema al cioccolato o anche qui, le più fantasiose varianti.

Un’altra informazione utile sui cuoppi e che li rende ancora più appetibili è che costano veramente poco!

La ricetta per un cuoppo fai da te

Ma se tornati a casa da questa full immersion nella cucina e nella cultura campana sentiste la nostalgia di questa sfiziosità, sul web sono per fortuna facilmente reperibili le più svariate ricette. Ne consigliamo due: quella della crocché, la crocchetta di patate con del formaggio fuso dentro, e della zeppola ai friarielli, verdura tipica del napoletano contornata dal classico impasto della zeppola fatto di acqua, farina e lievito.

Cuoppo Napoletano Friarielli
Cuoppo Napoletano Friarielli per le zeppole

Fondamentale per ricreare la perfetta atmosfera dell’esperienza napoletana resta comunque il cono di carta assorbente da cucina e una buona dose di olio da frittura!

La comicità napoletana nei modi di dire legati al cuoppo

Si sa, i napoletani sono famosi per la loro comicità innata da scugnizzi, per quella convivialità che abbatte le distanze e fa essere subito compagni di risate. E proprio intorno al cuoppo, parte della sua cultura da più di due secoli, sono nati modi di dire ed espressione emblematiche della verve napoletana.

Ad esempio, per indicare uomini di bassa statura e esili, si suole chiamarli “cuoppo d’acene e pepe”, probabilmente riferendosi alle forme della bottiglia dell’aceto e alla pepiera.

Oppure ancora “pigliare o cuoppo aulive p’o’ campanaro o Carmene”, l’equivalente del romano “prendere fischi per fiaschi”, ossia prendere un grosso abbaglio scambiando un cuoppo per il campanile della Basilica Santuario di Maria Santissima del Carmine Maggiore, che si trova nella centralissima Piazza del Carmine e da cui deriva la celeberrima espressione “Maronna d’o Carmene”.

È evidente quindi che il cuoppo sia un elemento imprescindibile della cultura campana, e un viaggio nella regione non sarebbe completo senza aver passeggiato almeno una volta per le vie di Napoli, o Amalfi, o Favignana senza un cartoccio tra le mani.

Pubblicato il
12/05/2023
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