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I 10 piatti tipici della cucina toscana

Tipo di attivitàEnogastronomia
RegioneToscana

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Nel nostro viaggio culinario in giro per le regioni italiane, la Toscana è sicuramente una tappa d’obbligo. Terra dai paesaggi mozzafiato e detentrice di una cultura millenaria, la Toscana è senza alcun dubbio l’emblema della cultura italiana, che si riflette non solo nelle innumerevoli città d’arte, ma anche nella tradizione culinaria, una versa e propria espressione dell’identità e della storia di questa regione.

La cucina toscana ha origini molto antiche, che risalgono addirittura alla civiltà etrusca, e si è poi evoluta e arricchita nel tempo. Oggi, le parole chiave sono semplicità e autenticità: è di una cucina che utilizza ingredienti freschi e di alta qualità, valorizzando la vastissima scelta di prodotti locali e l’originalità nella preparazione di ogni piatto.

Per comprendere la maestria e la bontà della cultura gastronomica della Toscana, vi proponiamo una selezione di piatti tipici, famosi in tutta Italia e non solo.

Ecco i 10 piatti tipici della cucina toscana

Caciucco alla livornese

Siamo a Livorno, sulla costa occidentale della Toscana, luogo famoso soprattutto per le innumerevoli specialità di pesce, tra le quali la più famosa è sicuramente il caciucco: il piatto nasce come una zuppa di pesce realizzata con diversi tipi di pesce, di solito poco pregiati e che spesso non venivano venduti al mercato, cotti in salsa di pomodoro e poi serviti su pane abbrustolito sfregato con aglio fresco.

Si tratta di un piatto di mare ricco e saporito, ma allo stesso tempo estremamente bilanciato, le cui origini, tuttavia, non sono del tutto note e molte sono le leggende che cercano di raccontarle; tra queste, una delle più popolari racconta che il piatto sia stato ideato da un guardiano del faro di Livorno, mentre altri credono che la parola caciucco derivi dal termine turco küçük (“piccolo”), pronunciata per la prima volta verso la fine del Seicento, da un pescatore che cercava i pesci più piccoli al mercato per preparare la zuppa.

Lardo di Colonnata

Nei pressi delle cave di marmo di Carrara si trova il piccolo borgo di Colonnata, famoso in tutto il mondo per la produzione dell’iconico lardo.

Il lardo di Colonnata, nato come piatto povero destinato agli operai delle cave, oggi è un prodotto IGP estremamente pregiato, considerato il sovrano dei salumi toscani. Viene ricavato dalla schiena del maiale, per poi essere arricchito con una miscela di sale marino e spezie (pepe, rosmarino, salvia, cannella, chiodi di garofano).

Noto per il suo colore bianco-rosato, per l’estrema scioglievolezza e per il sapore speziato ma delicato, il lardo di Colonnata può essere gustato in vari modi, ma l tradizione prevede di tagliarlo a fettine sottili e servirlo su fette di pane abbrustolito ancora calde.

Pappa al pomodoro

La pappa al pomodoro è un vero e proprio classico della cucina toscana, un piatto senza tempo che ne rispecchia la semplicità e la genuinità degli ingredienti.

La ricetta ha origine nelle antiche campagne toscane, in particolare fiorentine, pensata come un modo per utilizzare il pane raffermo: si inizia facendo soffriggere aglio e basilico tritati, per poi aggiungere la polpa di pomodoro, condire con sale e pepe e, infine, aggiungere le fette di pane e lasciare cuocere per almeno un’ora aggiungendo dell’acqua o del brodo per far amalgamare il pane con la salsa.

Nonostante l’apparente semplicità, si tratta di un piatto ineguagliabile grazie alla qualità e alla stagionalità dei prodotti: ecco perché vi consigliamo di provarlo soprattutto in estate, quando, con i pomodori di stagione, raggiunge l’apice del suo sapore.

Dunque, se siete in Toscana dovete assolutamente provare questa prelibatezza e, come cantava Rita Pavone nel 1965… “W la pappa al pomodoro”!

Lampredotto

Il lampredotto è considerato un simbolo dello street food fiorentino, generalmente servito nei classici panini toscani chiamati “semelle”.

Tradizionalmente accompagnato da condimenti come sale, pepe e la tipica salsa verde, il lampredotto si ottiene dall’abomaso, una delle quattro sezioni dello stomaco dei bovini.

La storia del lampredotto ha delle origini molto particolari; nel periodo del Rinascimento, infatti, i nobili fiorentini, seguendo la moda inglese, erano soliti consumare la lampreda, un pesce d’acqua dolce estremamente prelibato. Il popolo, però, non potevano permettersi alimenti di un tale prestigio, ma dovevano accontentarsi degli scarti delle carni macellate: la maggior parte di questi “scarti” vaniva bollita e venduta, ricavando dei pasti gustosi e consistenti con il minimo sforzo. 

Oggigiorno, il lampredotto è più di una semplice esperienza culinaria: per i toscani, è un rito sociale e per i turisti alla ricerca dell’autenticità della cucina locale è una delle migliori soluzioni.

Bistecca alla fiorentina

Protagonista indiscussa della cucina toscana è la bistecca fiorentina, simbolo della cultura gastronomica di Firenze e della Toscana e apprezzata in tutto il mondo.

La fiorentina trae le sue origini da antiche tradizioni fiorentine, in particolare nel lontano ‘500, quando, durante i festeggiamenti del 10 agosto in onore di San Lorenzo, la famiglia De’ Medici offriva quarti di bue arrostiti al popolo; secondo la leggenda, il termina “bistecca” è stato italianizzato dall’esclamazione “beef-steak” da parte di alcuni inglesi che si unirono alla festa.

La vera bistecca fiorentina si ottiene da un taglio preciso della carne di vitellone, preferibilmente di  Chianina, Maremmana, Marchigiana o Romagnola. Il taglio, inoltre, deve includere l’osso a forma di T, il filetto e il controfiletto, con un peso complessivo compreso tra 800 grammi e 1,2 kg.

È sicuramente un piatto da provare in uno dei numerosi ristoranti tipici di Firenze, ma ve la consigliamo solo se vi piace la carne poco cotta, poiché, come dicono i fiorentini, la bistecca fiorentina si mangia al sangue!

Pici all’aglione

Nella zona della Valdichiana nasce una delle pietanze più apprezzate della cucina toscana, i pici all’aglione, che deriva dall’unione di due ingredienti tradizionali.

I pici sono un tipo di pasta lunga fatta a mano, molto spessi e irregolari, realizzati con farina di grano tenero, acqua e sale. Hanno origini molto antiche, addirittura risalenti alla civiltà etrusca, e nascono come un piatto povero, alla base della cucina contadina, ma richiedono grande manualità ed esperienza. Oggi, la preparazione dei pici è diventata a tutti gli effetti una tradizione familiare, tramandata di generazione in generazione.

L’aglione è una varietà di aglio gigante, tipica della Valdichiana, che si distingue per le dimensioni notevoli e per la buccia di colore rosso intenso.

La ricetta dei pici all’aglione rappresenta un connubio irresistibile, che incarna a pieno l’autenticità della cucina toscana. Si inizia cuocendo gli spicchi d’aglione con olio extravergine d’oliva e vino bianco e, una volta ammorbiditi, si forma una deliziosa crema a cui vengono poi aggiunti salsa di pomodoro e i pici.

Pappardelle al ragù cinghiale

Se siete alla ricerca di un primo piatto ricco e saporito, che vi faccia sentire il gusto autentico della cucina rustica toscana, non potete rinunciare alle tradizionali pappardelle al ragù di cinghiale.

Quella di cinghiale è una carne pregiata e dal sapore intenso, che si sposa perfettamente con la pasta fresca all’uovo, larga e porosa.

Le varianti regionali e personali di questo piatto sono molte, in base ai gusti o alle disponibilità degli  ingredienti: c’è chi aggiunge olive e funghi porcini al ragù, chi prepara il ragù in bianco, cioè senza pomodoro, alcuni usano la carne tritata, altri la tagliano o la macinano.

Ogni variante ha il suo fascino e il suo sapore, ma tutte sono accomunate dalla bontà e dalla genuinità senza eguali.

Castagnaccio

Il castagnaccio è un dolce tipico della tradizione culinaria della Toscana e di altre regioni appenniniche, traboccanti di coltivazioni di castagni.

Per un castagnaccio a regola d’arte, si consiglia di utilizzare la farina dolce di castagne: è la qualità della farina, infatti, a fare un buon castagnaccio e, grazie alla sua naturale dolcezza, non occorre aggiungere lo zucchero all’impasto.

Anche questa ricetta risulta piuttosto antica: le prime testimonianze si hanno intorno al Cinquecento, quando veniva utilizzato come “pane dei poveri”, dal momento che essendo ricco di amido, e quindi molto energetico e saziante, era un valido sostituto del pane.

Il castagnaccio è ottimo da gustare sia tiepido che freddo, da solo oppure accompagnato con del miele o con una crema di panna, ricotta o mascarpone. Tuttavia,  questa prelibatezza dolce ma non dolcissima è perfetta anche con il salato, come ad esempio con affettati e formaggi. Vi consigliamo, inoltre, di abbinarlo al vino novello o, meglio ancora, al vinsanto toscano, per poter vivere un esperienza unica di sapori.

Cantucci

Se siete in Toscana non potete non provare i famosissimi cantucci, dei biscotti secchi alle mandorle, croccanti e delicatamente dolci. Rappresentano un sapore autentico della tradizione toscana, grande vanto di forni e biscottifici di tutto il territorio regionale, in grado di conquistare milioni di consumatori.

L’impasto viene preparato con farina, mandorle dolci intere e non pelate, zucchero, burro, uova e miele, raggiungendo una consistenza morbida ed elastica. Viene diviso in lunghi filoni che, dopo la cottura in forno, vengono tagliati a mano e rimessi in forno per ultimare la cottura: grazie a questa tecnica, i cantucci assumono la croccantezza che li contraddistingue.

Sono biscotti molto versatili, ma la tradizione vuole che l’abbinamento per eccellenza sia con il Vinsanto toscano, che ammorbidisce ed esalta il sapore dei biscotti, per una combinazione tipica di un fine pasto o per una merenda unica e gustosa.

Panforte

Il panforte di Siena è uno dei dolci più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo per il suo sapore deciso e la sua consistenza compatta.

Tipica preparazione del Natale, il panforte vanta una storia antica e affascinante, tra curiose leggende e realtà.

Le origini del panforte di Siena sono molto antiche: si pensa che derivi dal “Panpepato”, un tipo di pane ricco di spezie e pepe che veniva preparato già all’inizio del Duecento. Successivamente, alla ricetta fu aggiunta frutta fresca autunnale, perlopiù fichi, prugne e uva; se il prodotto non veniva consumato subito, l’umidità causava delle muffe che “regalavano” all’impasto una nota acidula, “forte”, e da qui nacque il nome “Pans Fortis”. Per ovviare a questo problema, si iniziò a sostituire il pepe con le spezie e ad arricchire il panforte con canditi e zucchero, rendendolo un simbolo di occasioni solenni e feste sontuose.

Il panforte presenta diverse varianti, ma vi consigliamo di provare soprattutto quello di Siena, che è sempre stato il vanto più grande della tradizione dolciaria senese.

Grazie a questa breve panoramica culinaria attraverso alcuni dei piatti tipici, è evidente che la cucina toscana sia veramente un’esperienza, dove ogni piatto racconta una storia legata a una terra straordinaria, madre di una tradizione tramandata con grande fierezza.

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Pubblicato il
28/02/2024