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L’enoturismo spalanca le porte dell’Italia del vino

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Il termine “vendemmia” deriva dal latino “vinum”, cioè vino e “demere”, cioè raccogliere.
È dalla notte dei tempi che la cultura contadina tiene in considerazione la vigna, l’uva e la sua naturale trasformazione in vino.

 

Quando si procede alla vendemmia, si è portati a pensare ad un’atmosfera di festa, condivisione, dove si concentrano lavoro e fatiche di un intero anno in poche settimane di lavoro.

 

Dopo un lungo lavoro, si è finalmente giunti a sottoscrivere un protocollo d’intesa tra Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Associazione Nazionale Città del Vino. Questo accordo permette di dare il via libera per la prima volta in Italia alla “vendemmia turistica”.

 

Si offre così la possibilità a tutti coloro che vogliono provare la gioia di vendemmiare, turisti e visitatori, a poter partecipare in maniera gratuita e per breve tempo a questa attività senza incorrere in sanzioni, in quanto adesso è regolarizzato.

 

Il vino e l’enoturismo italiano

 

Questa attività, se sposata con soggiorni in strutture ricettive dei territori dove si effettua la vendemmia, permetterà al fenomeno dell’enoturismo di accrescere i propri numeri, sia di visitatori che di giro di affari. Basti pensare che il flusso economico si aggira sui 2.5 miliardi di euro l’anno.

 

Entusiasta del progetto è il vicepresidente nazionale delle Città del Vino e coordinatore regionale della Sicilia, che ha invitato i sindaci dei territori a non farsi sfuggire quest’occasione per accrescere il giro turistico, in modo da rilanciare i territori.

 

photocredits:profamily

Pubblicato il
18/07/2023