Napoli è, senza dubbio, città dalla grande bellezza monumentale. Vari, infatti, sono gli edifici storici, religiosi, le statue, gli scorci paesaggistici, capaci di rendere Napoli una città al di fuori di ogni paragone; oltre ogni confine. Tra questi bellissimi monumenti, figura certamente la Cappella Sansevero. Luogo misterico, affascinante, immensamente prezioso e viziosamente bellissimo, la Cappella rappresenta un punto d’approdo per turisti da tutto il mondo. Le sue leggende, la grazia delle sue sculture, le opere rare ivi custodite, alimentano un luogo dalla fama incommensurabile.
Scopriamo insieme, allora, la Cappella Sansevero!
Capella Sansevero: perchè tanto misteriosa?
Accade che la Cappella Sansevero sia stata legata inevitabile alla sua famiglia, ma soprattutto ad una figura particolare: Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Prima d’essere un luogo di culto dell’arte assolutamente senza eguali, potremmo dire fosse luogo di altri culti. Culti, nel dettaglio, esoterici, misterici ed alchemici.

Così, la Cappella Sansevero non è costituita solo da un semplicissimo pavimento in marmo finemente decorato. Ma quel pavimento pare essere una strada iniziatica. In punti specifici del pavimento si ritrovano particolari simboli iconografici che pare facciano pensare ad un’iniziazione di carattere massonico. Che Raimondo di Sangro principe di Sansevero non fosse lui stesso un massone? Che la Cappella Sansevero, con la sua fosca aure di accompagnamento, non fosse essa stessa un “santuario” massonico? Chi può dirlo!
Questo, tuttavia, non è il solo grande segreto di Cappella Sansevero e del suo grande committente? Pare, infatti, che il principe fosse un grande cultore dei saperi alchemici e questa sua predilezione non era nascosta. Tutt’altro: veniva sbandierata dallo stesso principe in ogni occasione, ritenendo d’essere uno scopritore dei segreti più oscuri sulla Natura. C’era, dato il suo carattere estremamente solitario e restio alla vita mondana, chi avrebbe scommesso di aver ascoltato di notte, nei pressi della Cappella Sansevero, urla umane, da motivarsi negli strani esperimenti realizzati dallo stesso principe!

I napoletani, lo sappiamo, sono stati sempre, in fondo, un po creduloni ed anche abbastanza fantasiosi. Ed allora, come si giustificano le celebri Macchine anatomiche? Quegli stessi napoletani credevano si trattasse di una strana pozione eleborata dallo stesso Sansevero su alcuni suoi servi, per rendere eterna la composizione arterio-venosa di un essere umano. Nulla di più fantasioso! Secondo gli ultimi studi, il principe, per la Capella Sansevero acquistò la prima delle due Macchine anatomiche da un anatomopatologo di grande fame, Giuseppe Salerno, e pare si offrì di pagare allo stesso Salerno una cospicua pensione, perchè realizzasse la seconda Macchina Anatomica.
Si scopre così, in fondo, che dietro ogni leggenda si nasconde una realtà molto più semplice ed anche tanto più affascinante. Le due Macchine anatomiche, dunque, presenti nella cavea sotterranea della Cappella Sansevero, sono non altro che l’esito di una grande ricerca anatomo-patologica, capace di mostare quanto possa essere intricato il nostro albero arterio-venoso.
Ciò che, alla fin fine, realmente affascina è la bellezza scultorea di Cappella Sansevero. Una bellezza scultorea che sottolinea anche la grande relazione del principe Sansevero con i più grandi artisti del tempo. Dalla cura sublime del marmo nascono le Statue delle Dieci Virtù. Nell’incrocio simbolo significante dell’iconografia richiesta dal nostro committente, spicca una lavorazione del marmo finissima, a tratti chirurgica, capace d’essere così reale, da commuovere chi osserva questo complesso statuario e da lasciare stupiti dinanzi alla prova di quanto il talento umano possa considerarsi portatore di simili grandezze.

Il Cristo velato: l’opera delle opere
Tendenzialmente, la Pietà di Michelangelo o il Mosè della Tomba di Giulio II (sempre di Michelangelo) non hanno rivali nella storia dell’arte e nella possibilità creativa data a ciascun essere umano. Eppure, questo primato viene battuto da un’unica scultore, secondo molti esperti: il Cristo velato.

Custodita al centro di Cappella Sansevero e realizzata da Giuseppe Sanmartino, rappresenta un vera e propria cristalizzazione della carne umana nel marmo. La deposizione del Cristo, infatti, è realizzata in tutta la sua drammatica e commuovente componente umano. E’, dinanzi allo spettatore, il Cristo morto nelle carni, con i segni visibili della crocifissione, a nascondere il suo volto nel velo, che aderisce al volto scavato, all’unghi addirittura visibile, alla rientranza della ferita nel costato. Fu Canova, giunto in Cappella Sansevero, a confessare: Darei dieci anni della mia vita, per essere l’autore di quest’opera.
In fondo, Cappella Sansevero insegna proprio questo: la bellezza sa essere un mistero ed un mistero fascinoso!
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