Il tardo successo editoriale del romanzo “Il Gattopardo”
In Sicilia molte storie hanno dietro un travaglio che le rende esasperate: così è anche per Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Bocciato inizialmente da Einaudi – per la stroncatura di Elio Vittorini -, viene poi rivalutato da Feltrinelli, grazie al giudizio positivo dello scrittore e poeta Giorgio Bassani, regalando così al mondo uno dei più grandi capolavori della letteratura. Il romanzo è stato pubblicato postumo ed è diventato ancora più vivo nell’immaginario collettivo grazie alla magnifica trasposizione cinematografica diretta da Luchino Visconti con Claudia Cardinale e Alain Delon.
La simbiosi tra luoghi e storia
C’è sempre un eterno dilemma: sono le storie che rendono eterni i luoghi dove sono raccontate, oppure sono i luoghi a rendere indimenticabili le storie?
Nel caso del Gattopardo, si può affermare che la simbiosi tra luoghi e storia ha creato un capolavoro che rimarrà per sempre nella nostra memoria.
Sicilia: i luoghi del romanzo
Andiamo a scoprire dove tutto diventa meraviglia: rimarrete infatti affascinati dalla bellezza dei palazzi, delle ville e dei quartieri dove tutto sembra che cambia, ma in realtà non cambia nulla…
I luoghi che fanno da cornice al racconto de “Il Gattopardo” si trovano principalmente a Palermo e Donnafugata, città di fantasia che comprende Palma di Montechiaro e Santa Margherita di Belice.
Il Bar Mazara di Palermo
Prima di partire alla scoperta dei luoghi, è doveroso fermarsi al bar. No, non stupitevi, perché è proprio in un bar di Palermo, il Bar Mazara, purtroppo ormai chiuso da tempo, che la storia ha inizio. Tomasi di Lampedusa, si sedeva al tavolo del locale e lì, tra paste di mandorla, biscotti di pistacchio e cassatelle, trovava l’ispirazione per scrivere il romanzo.
L’ispirazione del libro “Il Gattopardo”
Lo scrittore, per creare la figura del Principe di Salina, prese spunto dalla figura del bisnonno, per cui molte scene sono evocazioni dei luoghi dove Giuseppe da bambino ha vissuto.
Villa Lampedusa (Palazzo Salina)
Palermo è il punto di partenza per andare alla scoperta dei luoghi del capolavoro.
All’inizio degli anni ’60, ben poco restava della vecchia Villa Lampedusa, appartenuta alla famiglia dello scrittore e che aveva ispirato la creazione del suggestivo Palazzo Salina, luogo in cui il romanzo ha inizio.
Il film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti
Pertanto, per le riprese del film, Luchino Visconti decise di utilizzare un’altra villa situata nella suggestiva Piana dei Colli e nelle vicinanze dell’originale. Villa Boscogrande, una Villa settecentesca che fu restaurata e parzialmente modificata.
Villa Boscogrande
Esterno
Si tratta di una residenza costruita, in un periodo di transizione dall’architettura barocca a quella neoclassica, dal Duca Sammartino di Montalbo, prendendo ispirazione dalla Reggia di Versailles. Un palazzo raffinato e sontuoso, la cui magnificenza risalta grazie all’imponente scalinata sormontata da un’ampia terrazza che domina un giardino secolare.
Interno
L’interno è caratterizzato da splendidi affreschi, pavimenti in maiolica decorata e ampi saloni che attualmente ospitano eventi e ricevimenti. Durante le riprese del film Luchino Visconti, famoso per la sua puntigliosità, fece rifare la pavimentazione della terrazza da ceramisti di Caltagirone, e per rendere la lavorazione originale, fece usare la stessa tecnica lavorativa di cento anni prima.
La frase di Tancredi
Ed è proprio nei saloni di questa villa che, presi dalla suggestione, immagineremo di sentire l’eco di Tancredi che pronuncia la frase più famosa del film: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Palazzo Valguarnera-Gangi
Spostiamoci adesso verso Palermo per raggiungere il Palazzo Valguarnera-Gangi.
È probabile che il palazzo risalga al XVI secolo, mentre la sua forma attuale è il risultato di un imponente progetto di ristrutturazione voluto nella seconda metà del XVIII secolo dal Principe Pietro Valguarnera. Nel corso degli anni, importanti architetti hanno lavorato per la ristrutturazione del prospetto e numerosi artisti si occuparono della decorazione degli interni e dei superbi saloni.
L’affresco e la Sala degli Specchi
Uno degli elementi più belli del palazzo è l’affresco centrale presente nel grandioso salone da ballo, che rappresenta la Virtù della fede. La Galleria degli Specchi, conosciuta anche come la sala degli specchi è, invece, un capolavoro del rococò siciliano e prende il suo nome dalla presenza di quattro antichi specchi in oro zecchino.
Il pavimento
Ma non solo soffitto e pareti, anche il pavimento è un incantevole opera d’arte, composto da circa tremilacinquecento ceramiche di Vietri decorate con varie scene, alcune delle quali raffigurano le Fatiche di Ercole.
La scena del ballo
Per girare la scena del ballo furono usate molte comparse, tra cui diversi nobili siciliani, che se dapprima furono ben felici di partecipare, si stancarono poi sia per la durata – ci volle circa un mese per realizzare l’intera scena -, sia per il gran caldo. Le riprese furono infatti girate di sera durante un’estate torrida.
La Kalsa
Continuando il nostro tour, ci dirigiamo verso la Kalsa, uno dei più antichi quartieri di Palermo, che risale al periodo della dominazione islamica. Il suo nome deriva dall’arabo al khalisa, “l’eletta”.
Qui vennero girate le scene della battaglia fra l’esercito borbonico e le camicie rosse di Garibaldi. Questi luoghi sono anche le zone dove visse Tomasi di Lampedusa, durante la stesura del manoscritto. Il quartiere della Kalsa è anche il luogo dove nacquero i giudici Falcone e Borsellino e dove si sviluppò la loro profonda amicizia.
Donnafugata
Altro luogo da visitare è quello dove i Salina si recavano per villeggiare, Donnafugata. Un luogo di pura fantasia che in realtà ne comprende due, come lo stesso scrittore confida in una lettera all’amico Barone Merlo: “Donnafugata, inteso come paese, è equivalente a Palma, mentre come palazzo si riferisce a Santa Margherita“.
Palma di Montechiaro
Una visita nella città di Palma di Montechiaro ci mostrerà uno dei luoghi più amati dallo scrittore, qui si può visitare la Chiesa principale e il Monastero delle Benedettine, dove riposa la Beata Corbera, Suor Maria Crocifissa della Concezione, al secolo Isabella Tomasi, lontana parente dello scrittore.
Una curiosità legata a questo luogo è la cosiddetta Lettera del Diavolo, una missiva risalente al 1676 che sarebbe stata dettata da Satana alla suora. L’originale è tutt’oggi custodito nelle teche del monastero.
Santa Margherite di Belice
Il Palazzo Filangeri di Cutò, situato proprio al centro del paese di Santa Margherita di Belice, apparteneva alla famiglia della madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Fu qui che egli trascorse le sue estati felici durante l’infanzia e la giovinezza, fino all’età di vent’anni.
Il palazzo fu distrutto dal terremoto del 1968, e grazie alla ricostruzione voluta dal Comune di Santa Margherita di Belice oggi ospita il Municipio e il Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dove si possono ammirare la riproduzione del manoscritto originale del Gattopardo, lettere e foto d’epoca. In esso ci è inoltre un Museo che celebra il film di Visconti.
Dopo aver letto questo articolo, non vi rimane che indossare, metaforicamente, i panni di un nobile siciliano e andare a scoprire i luoghi che hanno ispirato il romanzo e i set cinematografici legati alla storia della Sicilia durante la fase di transizione del Risorgimento, dal Regno dei Borboni all’avvento dell’unità d’Italia. Luoghi che raccontano la storia, l’architettura, la fantasia e l’attitudine esistenziale di questa terra.
Informazioni
Palazzo Valguarnera-Gangi
Indirizzo: Piazza Croce dei Vespri 6
90133 Palermo
Visite: Visita guidata solo su prenotazione telefonica (minimo 20 persone) in orario pomeridiano
E-mail: palazzogangi@hotmail.com
Telefono: 091 6162718
Palazzo Filangeri Cutò
Parco Museo letterario del Gattopardo
Indirizzo: Piazza Giacomo Matteotti – Santa Margherita di Belice (AG)
E-mail: info@parcogattopardo.com
Telefono: 0925 30111