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“Non è vero ma ci credo” nei teatri con Enzo Decaro

Tipo di attivitàAttività culturali, Eventi

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Oltre centosettanta repliche. È la forza di “Non è vero ma ci credo” dell’immortale Peppino De Filippo, una commedia del 1942. Ma è anche la forza della compagnia Luigi De Filippo, guidata dalla sapiente regia di Leo Muscato.

Una storia spostata avanti nel tempo, in una Napoli anni ’80 ancora impregnata di credenze e superstizioni. Un testo agile e dinamico, per una rappresentazione dal sapore decisamente contemporaneo. C’è tanto di Muscato, ma c’è anche tanto di Enzo Decaro, per cui le cose «riescono ancora meglio quando si è in tre» e lui ne sa qualcosa. Tre atti in origine condensati in un atto unico, un gruppo affiatatissimo di attori: Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, accompagnati dalle scene di Luigi Ferrigno, Chicca Ruocco per i costumi e Pietro Sperduti per il disegno luci.

“Non è vero ma ci credo”, in una Napoli tragicomica e surreale degli anni ’80

Sul solco del figlio Luigi De Filippo, veniamo proiettati in questa Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano figure come Mario Merola, Nino D’Angelo, Pino Daniele e Maradona. In mezzo a tutti questi “credo”, quello più forte per il nostro protagonista, l’avaro imprenditore Gervasio Savastano (Enzo Decaro), è la superstizione. Anzi, lui non è che crede, è proprio convinto di essere vittima della iettatura. Dal gatto nero all’imprenditore Malvurio, dai riti di “entrata” e di “uscita” nelle stanze ai cornetti esibiti sulla scrivania del suo ufficio.

Fino a che non arriva il “redentore”, colui che apparentemente risolverà tutte le questioni in sospeso: Sammaria, giovane ingegnere in cerca di lavoro e innamorato di sua figlia Rosina. Sammaria ha la gobba, la più efficace tra tutte le misure anti-jella, l’antidoto da tenere sempre “vicino”, tra una folle preghiera e un esaurimento nervoso (quello degli altri!). La conclusione però è inattesa: anche di fronte all’evidenza, alla dimostrazione concreta che la jella non esiste, ma che tutto dipende dal caso, il dubbio in fondo rimane: non è vero…. ma ci credo lo stesso!

Non è vero ma ci credo - Ph. Samanta Sollima
Non è vero ma ci credo – Ph. Samanta Sollima

Tra l’ironia di De Filippo e l’umanità di Molière

Ogni attore in scena porta la freschezza e la bellezza del suo contributo, regalando al pubblico una pièce divertente e raffinata. Enzo Decaro, gigante del palcoscenico, intesse la sua recitazione su toni discreti dai quali scaturisce una comicità “progressiva.” Inondando il palco pezzetto dopo pezzetto, in un crescendo interpretativo dosa uno stile attoriale spiccatamente partenopeo con uno di tipo più moderno, e internazionale, da prosa classica. Come per “L’Avaro Immaginario” che siamo andati a vedere al Teatro Parioli di Roma qualche mese fa, i personaggi inoltre presentano quei tratti autentici e umani caratteristici del teatro di Molière.

Novanta minuti di sorrisi e un omaggio a colui che racconta non di teatro, ma di vita.

Non è stato un compito facile quello della compagnia De Filippo, ma degno di nota e stima. Per essere riuscita ad attualizzare ancora di più quel pensiero “defilippiano” che vedeva protagonista ad esempio la scissione concettuale di Peppino rispetto al fratello Eduardo. Un linguaggio non dialettale, e poi vero, diretto, come le interpretazioni. Peppino non riteneva necessario identificare immediatamente il personaggio con una determinata città: bastava parlare e agire come nella vita quotidiana, con spontaneità e naturalezza. Questo sarebbe bastato al pubblico per capire di cosa si stava parlando. Va in tal senso ricordato che la commedia originale non fu scritta in napoletano, ma in italiano, utilizzando un registro severo ma ironico, tipico della sua comicità.

E anche questa rappresentazione di “Non è vero ma ci credo” riflette le cieche speranze e i tratti peculiari di un italiano condizionato dalle proprie tradizioni, regalando al pubblico novanta minuti di sorrisi, e omaggiando nel modo migliore l’arte di un genio che racconta non di teatro, ma di vita.

“Non è vero ma ci credo”, le date del tour

Noi siamo andati a vederlo al Teatro Vittoria di Roma, ma sono ancora disponibili le seguenti date (il tour riprenderà poi nel 2025 con nuova tournee):

Aprile 2024

19/04 Benevento (BN), Teatro Comunale V. Emanuele ore 20.45

20/04 Melito (NA), Teatro Barone ore 21.00

21/04 Lacedonia (AV), Teatro Comunale ore 21.00

Maggio 2024

3/05 Milano, Teatro Manzoni, ore 20.45

4/05 Milano, Teatro Manzoni, ore 20.45

5/05 Milano, Teatro Manzoni, ore 15.30

La produzione è firmata da I Due Della Città Del Sole.

Controlla i biglietti disponibili e acquista QUI.

Non è vero ma ci credo - Ph. Samanta Sollima
Non è vero ma ci credo – Ph. Samanta Sollima

Pubblicato il
19/04/2024