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Proverbi e modi di dire che contengono il mese di gennaio

StagioneInverno

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L’italiano, d’altro canto come tutte le lingue neolatine, è ricco di espressioni idiomatiche, modi di dire e proverbi che nascono in gran parte dalla saggezza popolare, dal mondo contadino in quanto risultato dell’esperienza diretta con il mondo esterno.

Ne facciamo uso quotidianamente, soprattutto gli anziani, per indicare determinate situazioni, enfatizzare un concetto o descrivere con più immediatezza un’immagine o messaggio da trasmettere.

Molto spesso, proprio perché parte di una cultura, sono intraducibili se non con una descrizione o con un equivalente che non ne coglie tutte le sfumature. Ne abbiamo selezionati alcuni contenenti la parola “gennaio”. Scopriamo insieme quanti e quali sono. 

 

Il mese di gennaio nel calendario

Oltre ad essere il primo mese dell’anno, che rientra a pieno diritto nel periodo invernale, gennaio è un momento di “letargo” per la natura e di riposo per la terra e i contadini. Il nome deriva da Giano (dal lat. Ianus), divinità romana del passaggio che avviene mediante una porta (dal lat. ianua). È il dio che ha a che fare con gli inizi, concreti o meno, padre di tutti gli dei e tra i più venerati all’interno del cosiddetto pantheon. Rappresentato solitamente con due fronti (non a caso si parla di Giano bifronte), rispettivamente rivolte una verso il passato e l’altra al futuro.

È il primo dei 12 mesi e scandisce la transizione dal vecchio al nuovo ovvero che apre le porte all’inizio di un nuovo anno. Presso gli antichi Romani, che avevano un calendario più breve di quello gregoriano, la stagione invernale non veniva calcolata e, dunque, priva dei mesi invernali. L’aggiunta di gennaio e febbraio si deve a Numa Pompilio, secondo Re di Roma. In tal modo, l’anno coincideva con quello solare. Successivamente, con la riforma giuliana voluta da Giulio Cesare, il primo giorno del mese corrispondeva al Capodanno. Con l’Epifania, o Befana, il 6 gennaio si concludono i festeggiamenti del Natale cristiano. 

Gennaio nei proverbi 

Nell’aria si respira un silenzio in un’atmosfera caratterizzata da campi generalmente innevati e assopiti in attesa di riprendere il loro ciclo produttivo con l’arrivo della primavera. I rami degli alberi nudi, pronti a germogliare in un tripudio di colori non appena arriverà la stagione più calda. La bellezza dei proverbi e delle immagini che evocano, vere e proprie metafore, dipende da una ragione pratica. Molti, non sapendo né leggere né scrivere, si aiutavano a ricordare gli eventi del calendario con filastrocche in rima. Vediamo in che modo queste caratteristiche incidono sui detti popolari.    

Polvere di gennaio, carica il granaio. / Gennaio e febbraio, empie o vuota il granaio. Freddo e asciutto di gennaio, empiono il granaio/ Con gennaio asciutto, grano dappertutto./ Gennaio secco, lo villan ricco./ Il buon gennaio fa ricco il massaio. Queste espressioni, pressoché simili tra loro, stanno ad indicare che se il mese di gennaio è freddo, con neve e con poche piogge ci si aspetta un ottimo raccolto che darà una buona rendita al contadino. Un proverbio abruzzese afferma e ribadisce quanto sopra: Se gennare è cattive e triste, d’ogni frutte riimpie ie canistre. Tradotto in italiano, se gennaio è cattivo e triste, d’ogni frutto riempi il cesto.

Felice il bottaio che pota in gennaio. / Chi pota a gennaio, pota al grappolaio. Luna di grappoli a gennaio, luna di racimoli a febbraio./ La luna di gennaio è la luna del vino./ Chi pota alla mancanza di gennaio, pota a uva (con la luna calante). Questi detti, tutti pressoché simili tra loro, ci ricordano che il momento migliore per potare è gennaio, con luna calante per assicurare una buona vendemmia. 

Non v’è gallina o gallinaccia che di gennaio uova non faccia./ Il pollame di gennaio empie il gallinaio. Come ci insegna la saggezza popolare contadina, con l’allungarsi delle giornate, la deposizione delle uova riprende a pieno ritmo. 

Gennaio ingenera, febbraio intenera, marzo imboccia, aprile sboccia, maggio fiorisce. Questo proverbio descrive le varie fasi del ciclo delle piantagioni, a partire dalla nascita fino alla fioritura. Dal tempo che fa durante questi mesi dipende la buona riuscita del raccolto. 

Chi vuole un buon agliaio, lo ponga di gennaio. Il mondo contadino non fallisce mai in quanto a consigli sul momento della semina e sul periodo esatto in cui piantare.

Tempo chiaro e dolce a Capodanno, assicura bel tempo tutto l’anno. Quando il 1° gennaio è bel tempo e le temperature sono miti, si prevede generalmente un anno buono dal punto di vista meteorologico. 

Chi uccide le pulci a gennaio ne uccide un centinaio. È risaputo che il freddo uccide batteri e parassiti, evitando che questi proliferino. Non dimentichiamo che un tempo, quando non era disponibile l’acqua corrente in casa, le condizioni igieniche erano piuttosto precarie… pidocchi e pulci non erano rari.  

Quando gennaio mette erba, se tu hai grano tu lo serba. /Se gennare mette la jerve, tiette le grane ca’ te serve (variante in dialetto abruzzese). Se a gennaio cresce l’erba, dosa il grano perché ne avrai bisogno. 

Se l’ape gira di gennaio tieni da conto il granaio./ Quando canta il pigozzo (picchio) di gennaio, tieni a mano il pagliaio. L’ape che vola e il picchio che canta a gennaio, perché il clima è mite pur essendo gennaio, avvertono della necessità di tener d’occhio le scorte per i mesi a venire in quanto, come detto per i proverbi precedenti, un gennaio troppo caldo non è di buon auspicio per le colture ed i conseguenti raccolti. 

A mezzo gennaio, mezzo pane e mezzo pagliaio. Trovandoci nel bel mezzo della stagione invernale, le provviste per la casa e per il bestiame cominciano a scarseggiare. Dunque, spesso si era costretti a vendere qualche animale perché il fieno non era sufficiente a nutrirli tutti.

Ogni gatta ha il suo gennaio/ Gennaio dei gatti, febbraio dei matti. Questi due detti sono fondamentalmente due varianti. Entrambe fanno riferimento al periodo in cui le gatte entrano in calore nelle regioni più a Sud e con temperature più miti, mentre al Nord avviene più tardi. Quanto a quello che si chiude con la parola matti, sembra che esistano due ipotesi entrambe molto plausibili. La prima sottintende il Carnevale, periodo che spesso si festeggia in maniera folle e sfrenata; la seconda, invece, alluderebbe al carattere instabile di febbraio. 

A gennaio, tutti i gatti nel gattaio. Essendo freddo, è opportuno restare a casa al calduccio. Ovviamente il gatto è la metafora di questo adagio che, come in tutti gli altri casi, si basa sempre su immagini note a tutti e facili da ricordare, tratte dalla semplice osservazione della realtà.


La luna di gennaio fa luce come giorno chiaro. Il proverbio ci dice che la luna di gennaio è molto luminosa al punto tale che sembra fare giorno.

Guardati dalla primavera di gennaio. / Primavera di gennaio reca sempre un grande guaio./ Bello di gennaio, spesso brutto di febbraio./ Se gennaio sta in camicia, marzo scoppia dalle risa/ gennaio fa il peccato, e maggio è il condannato. Dall’osservazione del “comportamento” di gennaio è possibile prevedere come saranno i mesi successivi. Se è stato un mese caratterizzato da temperature miti, ci si aspetta instabilità in seguito.


La neve di gennaio diventa sale e quella d’aprile farina. È ormai risaputo che la neve, a gennaio, attecchisce e diventa ghiaccio. Al contrario, quella che cade in aprile si scioglie presto per via della sua consistenza farinosa.

Gennaio fa il ponte e febbraio lo rompe. /Gennaio mette il ghiaccio e febbraio lo distrugge./ Sant’Antonio (17 gennaio) fa il ponte e san Paolo (25 gennaio) lo rompe. Anche in questo caso, si fa riferimento al freddo e, in particolare, al fatto che in alcune zone i corsi d’acqua gelano, consentendo il passaggio a mo’ di ponte temporaneo. Talvolta, però, le temperature più miti di fine gennaio-inizi febbraio ne provocano lo scioglimento, ovvero la “rottura” citata nel proverbio. 


A mezzo gennaio, metti l’operaio. Un contadino che si rispetti assume nuovi braccianti verso la metà di gennaio per fare effettuare qualche lavoro di potatura e pulizie varie per avere tutto pronto prima che giunga la primavera.  


Gennaio e febbraio mettiti il tabarro / Gennaio bello, febbraio in mantello. Durante questi due mesi, si consiglia di abbigliarsi in modo opportuno per ripararsi dal freddo. In particolare, si fa riferimento al tabarro che gli uomini indossavano direttamente sull’abito o sui cappotti. Praticamente, si trattava di un ampio mantello dalla forma rotonda costituito da due semi ruote cucite tra loro che copriva fino al polpaccio per mantenere caldo chi lo indossava.

Quanti ne sapevate? Se pensate che ce ne siamo dimenticati qualcuno, anche nel vostro dialetto, segnalatecelo! Del resto, non si finisce mai di imparare… 

 

Pubblicato il
12/01/2023