E’ così anche questa estate 2024 si avvia alla conclusione. Mancano 3 settimane e poi tutti, o quasi, torneremo alla nostra frenesia quotidiana e alla routine che tanto critichiamo ma di cui nessuno riesce (o può far a meno).
Anche questi giorni di caldo infernale, ci hanno portato la consueta dose di polemiche. Abbiamo parlato del caso di Imane Khelif e di tutta la vagonata di veleno che la vicenda della pugile algerina ha portato anche in Italia.
Non vale la pena tornarci, francamente.
Ho scritto qualche giorno fa che abbiamo ben altro a cui pensare.
Le guerre ancora in corso, i problemi strutturali del nostro paese fra vecchie e nuove povertà, ma anche le occasioni importanti di rigenerazione urbana che ci vengono dal PNRR e lo sviluppo interessante di tanti territorio, su tutti quello di Napoli che è la città dalla quale la gran parte di noi di IN ITALY vi scriviamo. Insomma non vale la pena perdere tempo ed energie dietro polemicucce sterili che rischiano di essere solo un gigantesco diversivo per l’opinione pubblica.
Restiamo piuttosto concentrati su quello che possiamo fare come comunità e non soltanto come singoli. Ecco, un bel proposito per la ripresa settembrina è proprio questo: ritroviamo quel meraviglioso senso profondo del NOI che è poi la motrice fondamentale che ha fatto grande questo paese soprattutto nel secondo dopoguerra.
Passiamo le nostre giornate a pensare all’IO e a quello che magari dobbiamo mostrare agli altri utilizzando la straordinaria quanto illusoria vetrina dei social.
E’ comprensibile e legittimo, per carità. Viviamo tempi complessi e le incertezze aumentano. Il senso di precarietà, d’altronde, alberga tanto nelle nuove quanto nelle vecchie generazioni.
Anche i più giovani, i cosiddetti millennials, hanno paura del futuro. Un drammatico ossimoro.
Di fronte a tutto questo forse, ma chi vi scrive non ha e non pretende di avere certezze, la risposta davvero innovativa e radicale è riscoprire il valore del NOI.
Serve uno sforzo collettivo, non più e non solo individuale, per combattere la paura e vivere il tempo presente e la prospettiva futura con ritrovato slancio.
Pensiamoci, magari sotto l’ombrellone o in montagna o nel verde delle nostre campagne. Senza stress, naturalmente.
Del resto le “vacanze” non sono ancora finite.
PS. Un pensiero, doveroso e sincero, a chi però le vacanze non può farle perché anche un solo giorno fuori porta costa troppo. Agli anziani che spesso vengono abbandonati e tutti coloro che sono costretti in un letto d’ospedale. A voi che avreste davvero bisogno del Noi, anzi di Noi. Nessuno escluso.