Chi sono gli stilisti che hanno firmato gli abiti del Festival di Sanremo 2024? È una domanda, questa, che interessa un pò tutti, essendo Sanremo ormai un vero e proprio polo di attrazione non solo mediatica, ma anche e soprattutto indirizzo delle nuove tendenze in moda dell’anno. Ritroveremo allora dai marchi classici a quelli meno conosciuti che, tuttavia, hanno accompagnato sempre la vita dei protagonisti della kermesse.
Buon viaggio tra gli abiti del Festival!
Chi ha vestito Amadeus?
Innanzitutto, com’è d’obbligo, ci concentriamo sul conduttore e direttore artistico di Sanremo. Gli abiti di Amadeus per il Festival sono firmati da Gai Mattiolo. Il rapporto instaurato tra il mattatore e lo stilista è un rapporto che travalica la semplice collaborazione.
Lo stilista romano ha sempre firmato gli abiti di Amadeus, da quando il conduttore non aveva ancora ricoperto ruoli di così primo piano nel panorama televisivo italiano. Quella che si è instaurata è, allora, una relazione di reciproca stima e fiducia: Mattiolo ha fin da subito creduto in Amadeus, Amadeus si fida della capacità di Mattiolo nel saper interpretare i suoi gusti.
Chi ha vestito i coconduttori?
Percorso più accidentato, per avere una panoramica sugli stilisti che hanno firmato gli abiti del Festival, diviene spostando la nostra attenzione sui coconduttori. Diverse e variegate, infatti, le scelte dei coprotagonisti delle cinque serate.
Giorgia ha confermato il suo sodalizio con Dior. Come nello scorso Sanremo, la cantante e coconduttrice si è affidata ad una linea “comoda” , da lei sempre prediletta, congiunta ad una vestibilità che esalti la sua eleganza femminile.
Anche per Marco Mengoni si è trattato di una riconferma. Il cantante e coconduttore si è affidato a Fendi per i suoi abiti e a Tiffany&Co per i suoi gioielli. Scelte calibrate che hanno donato colori sgargianti e la giusta dose di elegante attenzione ai dettagli allo scorso vincitore di Sanremo, durante il suo ritorno trionfale all’Ariston.
Gli abiti del Festival di Teresa Mannino sono stati invece firmati, per l’occasione, da Roberto Cavalli. La storica casa di moda è riuscita ad inquadrare pienamente la personalità della coconduttrice, attraverso abiti sgarcianti ed energici senza, tuttavia, mai scadere nell’eccentricità.
Gli abiti del Festival di Lorella Cuccarini sono stati affidati alle cure di Mariasole Galanti, stylist che ha esaudito il desiderio della show girl di ritornare ad una moda vintage. Abiti, quindi, costruiti sugli esempi delle conduttrici storiche della RAI, in ottemperanza anche ai tanti anni trascorsi dalla Cuccarini come donna di spettacolo. Una ricerca lunga, quasi di filologia della moda, che ha dato, però, i suoi frutti.
Chi ha firmato gli abiti del Festival per gli artisti in gara?
Di particolare interesse ovviamente, è la scelta dei propri stilisti da parte dei cantanti in gara. Ci piace, per questo, arrivare subito al dunque e proporvi alcuni degli artisti più iconici.
La vincitrice, Angelina Mango, per i suoi abiti del Festival si è affidata alle cure della Maison Etro e dello stilista Nicolò Cerione. Una scelta più che mai azzeccata, data la sapiente commistione di abiti liberi ed eversivi rispetto al solito abito lungo, ma anche capaci di accompagnare i diversi momenti della gara. Piccolo intoppo: il retro troppo lungo dell’ultima serata, che ha causato la caduta divertente di Angelina. Anche Il Volo ha scelto Nicolò Cerione per un felice restyling: pur non rinunciando alla loro consueta eleganza, il gruppo è parso più al passo dei tempi, nella propria libertà di espressione.
Gli abiti del Festival di Geolier sono stati firmati dallo stylist Raffaele Morlando. Anche lui napoletano, il giovane stilista è riuscita a traghettare il rapper 23enne da uno stile solitamente urban ad una presenza (come la stessa “I p me, tu p te”) molto più “sanremese”, a tratti scintillante.
La scelta di Annalisa, invece, è ricaduta su Dolce & Gabbana, che ha compiuto un lavoro di decodificazione del mondo del brano portato in gara nell’outfit dell’artista. Ogni sera un diverso abito, ma con un unico comun denominatore: il reggicalze nero, segno di continuità tra un’esibizione e l’altra.
Anche con Ghali si è assistito ad una transizione dallo stile strettamente urban ad un’originale varietà di eleganza. I suoi abiti del Festival sono stati realizzati da Narni e soprattutto l’abito della serata conclusiva (total black e maniche luccicanti) ha catturato l’attenzione di tutti.
Quest’anno, invece, Mahmood ha completato il suo percorso tra le grandi firme d’alta moda, affidandosi a Valentino. Optando per una totale aderenza dell’oufit al testo (non a caso “Tuta gold”), il cantautore milanese non ha sbagliato un colpo.
Protagonista indiscussa, non solo canora ma anche in termini di presenza scenica, è stata certamente Rose Villain, che ha scelto un outfit Antonio Marras con scarpe La Silla. Anche per lei, come per Annalisa, particolari che collegano tutte le esibizioni. Ma soprattutto spiazzante è stata (vedi Gazzelle) la scelta, durante la seconda serata, della misse totalmente bagnata.
Per gli abiti del Festival, è continuato invece il dialogo di Dargen D’Amico con la moda. Collaborando con Moschino, l’artista ha reso anche i suoi abiti veicolo di dialogo intelligente. Particolarmente toccante la scelta di usare il marchio Moschino (i pupazzetti) per trattare la piaga dei bimbi morti in mare.
Ha colpito, infine, per la sua eleganza Fiorella Mannoia, che si è affidata a Luisa Spagnoli per il racconto della sua “Mariposa”. Un testo poetico posto in una signorilità sartoriale di rara eleganza.
Qui si conclude il nostro viaggio tra gli abiti del Festival!
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