“È finita! Sono le 22 e 37 minuti del giorno 4 maggio 2023! Il Napoli è campione d’Italia per la terza volta nella sua storia leggendaria! Tutti i tifosi in campo a festeggiare con i giocatori di Luciano Spalletti che si è immediatamente rifugiato negli spogliatoi o che invece è lì, anche lui, a cercare di placare la grande gioia dei suoi tifosi che provano in qualche modo a sorreggerlo, a portarlo in trionfo. È un momento incredibile, gentili ascoltatori. Tutto quello che aspettavano dopo 33 anni i tifosi del Napoli si è infine materializzato in una notte alla Dacia Arena di Udine, a mille chilometri da Napoli, dal capoluogo campano.”
Solo due anni fa, un celebre telecronista raccontava così l’impresa straordinaria del Napoli di Luciano Spalletti. Una squadra arrembante, protagonista di un campionato dominato con largo anticipo, capace di riportare lo scudetto sotto il Vesuvio dopo 33 lunghi anni. Era il Napoli dei sogni, quello che aveva riacceso la passione di un’intera città.

Oggi, a distanza di appena due stagioni, gli azzurri sono di nuovo sul tetto d’Italia, al termine di un testa a testa avvincente con l’Inter di Simone Inzaghi.
Conquistato nell’anno dei 2500 anni dalla fondazione di Parthenope, gli azzurri, il prossimo anno, in occasione del centenario della fondazione del club, avranno cucito sul petto il tricolore.
Ma per capire davvero la portata di questa nuova vittoria, bisogna ripercorrere il cammino iniziato con un nome: Antonio Conte.
Dopo 10 giorni dalla disfatta, torna a splendere il sole in casa Napoli
Il 26 maggio 2024, al termine dell’ultima giornata di campionato, la scena è drammatica: i giocatori azzurri crollano sul campo dopo un pareggio umiliante contro il Lecce. La squadra chiude con un pesante -40 dalla capolista, abbandonando lo scudetto conquistato solo un anno prima.
Una stagione travagliata, segnata da instabilità in panchina, delusione nello spogliatoio e una tifoseria ferita. Ma bastano dieci giorni per ribaltare tutto: il Napoli annuncia Antonio Conte come nuovo allenatore. Con lui anche Lele Oriali come dirigente e il DS Giovanni Manna. L’obiettivo è chiaro: ripartire dalle macerie, con grinta e lavoro. “Amma faticà”, il messaggio di Conte alla città.

La campagna acquisti tarda a decollare: “Così è dura”
Conte non perde tempo e mette subito le cose in chiaro: “Chi non si sente parte del progetto, lasci la squadra”. La società si affida a lui totalmente, e iniziano ad arrivare i primi rinforzi: Spinazzola, il giovane Rafa Marin e il colpo Buongiorno dal Torino, a rinforzare la difesa.
Ma il centrocampo e l’attacco restano incompleti. E la pesante sconfitta per 3-0 contro il Verona in pre-campionato lancia un campanello d’allarme. “Così è dura!”, avverte il mister.
Una settimana di fuoco: ecco il brasiliano, il belga e gli scozzesi!
È il DS Giovanni Manna a dover rispondere al momento delicato. In una settimana infuocata, il profilo social di Aurelio De Laurentiis si riempie di annunci. Arrivano il brasiliano David Neres, il bomber Romelu Lukaku – fortemente voluto da Conte – e la coppia scozzese formata da Billy Gilmour e Scott McTominay.
Proprio McTominay, inizialmente alternativa al mancato arrivo di Brescianini (soffiato all’ultimo dall’Atalanta), si rivelerà uno dei protagonisti assoluti della stagione. Chi avrebbe mai immaginato che “l’alternativa” sarebbe diventata l’uomo scudetto?

L’inizio della cavalcata azzurra: il Napoli si incammina verso il sogno
La stagione parte col piede giusto: il Napoli impone il proprio gioco sin dalle prime giornate, mostrando solidità difensiva e una rinnovata compattezza. Le vittorie contro Monza, Como ed Empoli danno fiducia. Anche nei momenti più difficili, come la sconfitta interna con l’Atalanta, la squadra sa reagire: le vittorie contro Udinese e Genoa riportano serenità.
Il momento chiave arriva a San Siro, dove il Napoli domina il Milan con personalità. Da lì in avanti, gli azzurri diventano una macchina da punti. Le vittorie contro Verona, Atalanta e Juventus risultano decisive, soprattutto lo scontro diretto con i bergamaschi, fondamentale per classifica e morale.
Nel finale, con l’Inter sempre alle calcagna e un’Atalanta agguerrita, il Napoli resiste, malgrado il pareggio interno con il Genoa riduca il vantaggio a un solo punto.
La penultima giornata di campionato vede il Napoli scontrarsi con il Parma, in una sfida all’ultimo respiro: gli azzurri non trovano mai il gol, colpendo però tre volte i pali avversari, e negli ultimi minuti di gioco, Neres si guadagna un rigore, che però viene annullato dal VAR per un fallo precedente.
Il match finisce 0-0, ma le speranze non sono ancora finite per il Napoli: finisce in parità anche l’incontro tra Inter e Lazio, in cui i nerazzurri vengono beffati da una doppietta di Pedro che manda in delirio i tifosi napoletani. Il 2-2 costringe l’Inter a rimanere nuovamente un punto dietro la squadra partenopea.
Il 23 maggio 2025 è la giornata decisiva, in cui le due contendenti per lo scudetto si giocano tutto.
Il Napoli deve affrontare il Cagliari, il quale si è appena conquistato la salvezza, mentre l’Inter deve scontrarsi con il Como. Tanta emozione, tanta ansia, non vi sono certezze: il calcio, si sa, non smette mai di regalare sorprese.
Il Napoli combatte con le unghie e con i denti e riesce a resistere all’assalto del Cagliari, conquistandosi così la vittoria: il Napoli è campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia, nonché per la seconda volta nel giro di tre anni.

Lo scudetto del gruppo e degli uomini dalla panchina
Con l’addio di Kvaratskhelia e diversi infortuni durante la stagione, Conte ha dovuto reinventare la squadra. E proprio questa capacità di adattamento si è rivelata l’arma vincente. Spinazzola è tornato brillante come a Euro 2020, Juan Jesus si è confermato leader, Raspadori ha ricoperto più ruoli segnando gol decisivi.
Importante anche il contributo di Billy Gilmour, il giovane scozzese che, grazie alla sua somiglianza calcistica con Lobotka, ha dato un grosso contributo come doppio play a centrocampo.
Meret ha risposto alle critiche con prestazioni solide, Di Lorenzo è passato da possibile partente a capitano ritrovato. Buongiorno, pur limitato dagli infortuni, ha dato sicurezza, mentre Rrahmani ha guidato la retroguardia fino a farne la migliore del campionato. Olivera si è adattato anche in ruoli inediti, conquistando la fiducia del tecnico.
A centrocampo, Anguissa ha brillato dedicando ogni vittoria al giovane Daniele, scomparso a gennaio. Lobotka ha orchestrato con classe, mentre McTominay – ormai “McFratm” – è diventato un idolo. Lukaku ha lottato per la squadra, più assistman che finalizzatore. Politano, napoletano nell’anima, ha dato tutto per il quarto scudetto. Neres, pur limitato dagli infortuni, ha regalato giocate da fuoriclasse.
E poi loro: Antonio Conte e Lele Oriali, due vincenti che hanno restituito mentalità e fame a una piazza esigente. “La storia la scrive chi vince, non chi arriva secondo”, disse Conte dopo la vittoria a Lecce. Promessa mantenuta.

Lo scudetto e la ripartenza della città
Questo scudetto non è solo un trionfo sportivo, ma anche simbolo della rinascita di Napoli. La città vive un momento d’oro anche fuori dal campo: è ufficiale, l’America’s Cup 2027 si terrà proprio nel golfo partenopeo. Un evento di portata mondiale, con un indotto economico stimato attorno al miliardo di euro.
Napoli è sempre più set a cielo aperto, destinazione ambita da registi, artisti e investitori. Tra le sue mille contraddizioni e i suoi “mille culure”, la città sembra finalmente avviata verso il futuro che merita.
Il quarto scudetto non è solo un trofeo: è un tassello importante nel grande mosaico di una Napoli che vuole essere capitale d’Europa. E, oggi più che mai, ne ha tutte le carte in regola.
Segui il Napoli su Instagram, clicca qui