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Renoir e l’Italia: a Rovigo una mostra racconta come il Belpaese rivoluzionò il suo stile

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RegioneVeneto

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“Pierre-Auguste Renoir: l’alba di un nuovo classicismo” è ospitata, dal 25 febbraio al 25 giugno 2023, a Palazzo Roverella

ROVIGO – Conosciuto come uno tra i più raffinati pittori dell’Impressionismo, Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) è protagonista a Rovigo di una grande rassegna, a cura di Paolo Bolpagni.

L’esposizione è dedicata all’intera parabola creativa del pittore francese, ma più in particolare al viaggio in Italia, che segnò un netto “cambio di rotta” nella sua produzione e un progressivo allontanamento dalla poetica e dalla tecnica impressionista.

La mostra di Palazzo Roverella, presentando un Renoir insolito, meno noto al grande pubblico, intende immergere il visitatore in quell’evoluzione stilistica del pittore, destinata a far scuola alle successive generazioni di artisti e a lasciare un’impronta indelebile nella storia dell’arte. 

 

 

Renoir, Studio per Le Bal au Moulin de la Galette
Renoir, Studio per Le Bal au Moulin de la Galette @Palazzo Roverella

 

Renoir impressionista, il pittore della gioia

 

Renoir si unisce al gruppo degli Impressionisti, capeggiato da Camille Pissarro, nel 1873 insieme a Claude Monet, Alfred Sisley, Edgar Degas, Berthe Morisot.

Se Monet “tiene banco” con la sua pennellata e con il suo occhio pronto a cogliere, senza filtri, le sensazioni pure suggerite dalla natura, Renoir non è da meno e, con lo stesso intento, riesce a immortalare la mutevolezza dell’attimo, gli effetti della luce e il movimento nel suo divenire, attraverso la varietà dei colori brillanti  e senza ricorrere a toni scuri e ombre.

La mostra di Palazzo Roverella ci accoglie dunque con il Renoir Impressionista, soffermandosi sulla nascita del movimento e sulla scelta di dipingere en plein air, all’aria aperta, soprattutto paesaggi, vedute urbane, scene di svaghi, divertimenti della borghesia cittadina, nudi femminili.

Renoir si fa “portavoce” della vita parigina di fine ottocento, in tutta la sua prorompente dinamicità, sostenendo l’inopportunità di rappresentare in pittura le sofferenze umane, restituendo invece l’atmosfera di un’esistenza serena.

Nel contenuto, come nel linguaggio innovativo e vivace, l’artista finisce per essere identificato come il pittore della joie de vivre, della gioia di vivere. 

Tra i capolavori di questa fase ci sono Après le bain e Le Moulin de la Galette, di cui in mostra è esposto anche uno studio preparatorio. Nell’opera, il pittore  immortala i soggetti còlti en plein air nella piazza di Montmartre, focalizzandosi in particolare sulla folla brulicante e sugli effetti luministici. L’effetto di moto vorticoso è ottenuto tramite linee oblique e sovrapposizioni delle figure.

 

 

Renoir, Après le bain, 1876 – Belvedere Vienna

 

Renoir e il Grand Tour in Italia

 

A partire dal XVIII secolo, il cosiddetto Grand Tour, il lungo viaggio nell’Europa continentale, era divenuto una tappa fondamentale per l’aristocrazia e la classe intellettuale europea. Lo stesso termine turismo ha avuto origine proprio dal celebre Tour settecentesco, anche se oggi ne ha perso le caratteristiche di esclusività.

Un Grand Tour, ma tutto dedicato al Belpaese, fu un’esperienza imprescindibile anche per Renoir che, giunto alla soglia dei quarant’anni, in un momento di particolare inquietudine creativa, decise tra il 1881 e il 1882 di intraprendere un viaggio lungo la penisola italiana.

Il pittore scelse come prima tappa Venezia, dove rimase colpito soprattutto da Carpaccio e Tiepolo. Si spostò a Padova, poi a Firenze e Roma, dove poté ammirare i maestri rinascimentali, Raffaello tra tutti.

Rimase, quindi, folgorato dal Golfo di Napoli e dalle meraviglie di Pompei e fu rapito dal fascino ammaliante di Capri.

A Palermo, infine, conobbe Richard Wagner a cui dedicò un ritratto, in realtà non molto apprezzato dal musicista, che pare abbia emesso questo “curioso” giudizio “sembra un embrione d’angelo ingoiato da un epicureo che lo ha scambiato per un’ostrica”.

 

 

Renoir, Nu au fauteuil, 1900, Kunsthaus, Zurigo

 

Renoir e l’Italia, oltre l’Impressionismo

 

Se da una parte, con la sua pittura vibrante, Renoir influenzò una sostanziale porzione di arte italiana di fine secolo, l’Italia a sua volta rappresentò la spinta decisiva a rivoluzionare la sua creatività, sviluppare una nuova sensibilità e arricchire il proprio sguardo sull’esempio degli antichi, ma in forma più audace, del tutto moderna e rivisitata.

L’artista, infatti, non intendeva imitare l’antico “così com’era“, ma prendere dai grandi del passato il metodo e la tecnica per “essere del proprio tempo“.

Abbandonata parzialmente la pittura impressionista e il racconto del divertimento della borghesia parigina, Renoir elabora uno stile personale, ispirato al classicismo, ai grandi maestri italiani del passato (senza mai dimenticare la devozione a Ingres).

In mostra le sue opere sono poste a confronto con capolavori di Carpaccio, Tiziano, Tiepolo.

Tra le opere esposte è possibile ammirare la Baigneuse blonde, ritratto della modella ventiduenne Aline Charigot, che diventerà sua moglie, qui raffigurata come una Venere davanti a un mare azzurro che, stando alla testimonianza di Renoir stesso, sarebbe quello della baia di Napoli.

La figura della giovane donna riassume l’esito della scoperta da parte del pittore dell’arte antica e degli affreschi di Raffaello alla Villa Farnesina di Roma.

Durante gli anni della maturità, il disegno torna quindi protagonista nei lavori di Renoir, le forme si fanno più monumentali, solide e definite, quasi scultoree e i toni diventano più caldi.

L’artista anticipa così quel “ritorno all’ordine” che a breve sarebbe tornato in voga, in particolare in Italia tra le due guerre.

 

 

Giuseppe De Nittis, L’amaca, 1884. Raccolta Frugone - Genova
Giuseppe De Nittis, L’amaca, 1884. Raccolta Frugone – Genova

 

Non solo Renoir …

 

In dialogo con le opere di Renoir, che nelle 11 sezioni della mostra comprendono paesaggi, ritratti, nature morte, si trovano i lavori degli italiani attivi a Parigi, gli “italiens de Paris”, come Medardo Rosso, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini. E poi ancora quelli di Carlo Carrà, Giorgio de Chirico e Filippo de Pisis.

A tessere le fila di tutto il racconto ci sono le vicende biografiche dell’artista, arricchite anche dal contributo del figlio Jean, celebre regista, che al padre dedicò un film della durata di 40 minuti.

Ambientato nella seconda metà dell’Ottocento, diventa l’occasione per un omaggio all’atmosfera dei dipinti di Renoir, tanto che in alcuni spezzoni, selezionati per la mostra, sembra quasi di trovarsi all’interno di una delle sue opere.

 

Informazioni

 

Dal 25 febbraio al 25 giugno 2023

Palazzo Roverella
via Laurenti 8/10, Rovigo

Orari:

Lunedì-venerdì
09.00 – 19.00

Sabato, Domenica, festivi
9.00 – 20.00

Biglietti

Intero 12 €

Ridotto 9 €
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Visite guidate

Tutti i sabato, domenica e festivi alle ore 10.30, 12.00, 15.30, 16.30, 17.30
Costo: 6 € a persona + biglietto d’ingresso ridotto
Costo noleggio radioguida: 1 € a persona

Visite guidate per gruppi (max 25 persone)
Costo: 75 € + biglietto d’ingresso ridotto
Costo noleggio radioguida: 1 € a persona

Contact center:  0425 460093

info@palazzoroverella.com

www.palazzoroverella.com

 

 

 

 

 

Pubblicato il
22/02/2023
Scritto da