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Festa europea della Musica: un appuntamento col linguaggio universale

StagioneEstate

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In concomitanza con il solstizio d’estate, il 21 giugno torna la Festa europea della Musica. Concerti gratuiti in tutto lo Stivale, proprio per ribadire il carattere universale di una forma d’arte inclusiva e capace di unire e avvicinare le persone come nessun altro tipo di linguaggio.

 

La Festa europea della Musica in Italia alla sua 29a edizione

Come negli anni precedenti, anche per la 29a edizione è previsto un calendario fitto di eventi, con una moltitudine di concerti in tutte le regioni italiane. Ogni città, sfruttando le caratteristiche del luogo, ci delizierà esaltando le sue bellezze. Esibizioni suggestive in riva al mare, avvolti nella magica atmosfera notturna o illuminati dalle stelle, il filo conduttore è celebrare la musica in ogni sua espressione, una fonte di energia ed emozioni che nutre cuore, mente e spirito.

Momento delle edizioni passate della Festa della Musica
Photo credits: pagina ufficiale della Festa della Musica

Quest’anno, si è scelto un motivo ricorrente rivolto alle tematiche ambientali. Il titolo “VIVI LA VITA” è sì un inno alla libertà, ma anche un esigenza di sensibilizzare l’intero Paese e riaffermare il ruolo sociale, aggregativo ed edificante della musica. Per conoscere tutti gli eventi previsti nella tua città o nelle immediate vicinanze, ti invitiamo a consultare la pagina ufficiale della Festa Europea della Musica 2023.

 

Le origini della  manifestazione

Per trovare le vere radici dell’iniziativa, bisogna tornare nella Francia di 41 anni fa. Nel 1982 Maurice Fleuret, critico musicale e neoeletto Direttore del Dipartimento Musica e Danza del Ministero della Cultura, in collaborazione con Jack Mathieu Emile Lang, Ministro della Cultura, istituì una festa a carattere gratuito aperta a tutti i generi di musica.

Sotto il celebre slogan “La musica dappertutto, concerti in nessun luogo”, si invitavano tutti i cittadini francesi a riempire le strade col suono di tutti gli strumenti, riproducendo il proprio genere preferito. Musicisti professionisti, appassionati, dilettanti risposero all’appello

“Fate vedere quello che sapete fare! Fate della musica nelle strade, nei chioschi, nelle stazioni, in tutti i luoghi pubblici…” 

Esibizione in aeroporto Festa della Musica
Photo credits: pagina ufficiale Festa della Musica

Vicoli, strade, piazze, scuole, musei, aeroporti, stazioni, biblioteche ed edifici di culto ancora oggi si rendono partecipi di un momento di raccolta, nonché di partecipazione a un patrimonio accessibile a tutti dalla natura aggregativa e cosmica. Non a caso, la data del 21 giugno, ovvero il solstizio d’estate, fin dalle culture più antiche assume una forte simbologia.

 

La nascita della Festa della Musica in Italia

Qualche anno più tardi, nel 1985, la festa assunse una portata di più ampio respiro, scavalcando i confini francesi. Roma e Napoli furono le capofila di questo fenomeno al quale aderirono successivamente molte altre città italiane. In lungo e in largo, l’intera nazione celebra questo evento a suon di musica nel nome della condivisione, uguaglianza, socializzazione, integrazione e coesione.

Momento delle edizioni passate della Festa della Musica
Photo credits: pagina ufficiale della Festa della Musica

Il giorno più lungo dell’anno diventa un momento per promuovere un tesoro comune all’intera umanità, senza distinzione alcuna, allargandosi a luoghi di disagio e sofferenza come carceri e ospedali. Tutt’intorno è melodia, grazie alla partecipazione di scuole di musica, professionisti, conservatori, amatori, associazioni, orchestre, bande o cori che si esibiscono rappresentando tutti i generi.

 

Curiosità sulla Musica

Il termine musica, riconducibile al sostantivo greco μουσική (mousikè) e dal  latino musĭca, è associato alle Muse, figure mitologiche greche e romane e protettrici delle arti.

Contesa tra le Muse e le Pieridi, Tintoretto
Contesa tra le Muse e le Pieridi- Tintoretto (1540 ca.) – Verona, Museo di Castelvecchio

Non volendoci addentrare nella storia delle musica propriamente detta, né menzionare l’immenso patrimonio artistico italiano in termini di compositori, musicisti e mastri artigiani capaci di forgiare preziosissimi strumenti, ci limiteremo a fornire qualche simpatica e singolare chicca.

 

La misteriosa forza evocativa della Musica

La musica è in grado di riportare alla mente emozioni, sentimenti, sensazioni e persino persone che apparentemente erano sepolte nella nostra memoria. Il fenomeno, noto come “memoria autobiografica evocata dalla musica“, è un evento involontario che si manifesta sotto forma di ricordi che ci sintonizza con il passato creando una connessione apparentemente inspiegabile.

Momento delle edizioni passate della Festa della Musica

Questa espressione artistica, che rappresenta la colonna sonora della nostra vita, agisce su di noi con i suoni emotivi capaci di far vibrare le corde del cuore e le pieghe dell’anima come nemmeno le parole del poeta più abile saprebbero fare. Non a caso, infatti, si parla di universalità del linguaggio della musica, in grado di unire tutti i popoli grazie al potere evocativo dei suoni.

 

I benefici della musica

Secondo alcune ricerche condotte, sembra che ascoltare musica o cantare almeno un’ora al giorno aiuti a ridurre lo stress, a migliorare la qualità del sonno e, in generale, aumenta le difese immunitarie.

In particolare  il nostro cervello rilascia dopamina, importante neurotrasmettitore, ed endorfine, responsabili della sensazione di benessere. Vi siete mai chiesti come mai i bambini si addormentano con la musica?

Musica in discoteca

Inoltre, si dice che la musica ad alto volume nei pub o nelle discoteche favorisca il consumo dei drink… ovvero abbrevi i tempi per svuotare i bicchieri. Vero o no, i locali non tengono mai la musica al minimo. Provare per credere!

Al contrario, i negozi, soprattutto di abbigliamento, hanno adottato la strategia delle sonorità soft per consentire ai clienti di rilassarsi e sentirsi a proprio agio, in modo tale che siano più predisposti all’acquisto.

 

Primati tricolore

Lo sapevi che fu un italiano a inventare la notazione musicale odierna, ovvero le note musicali?

Si tratta del monaco Guido d’Arezzo che operò una vera e propria rivoluzione che avrebbe esportato la musica fuori dalle abbazie, rendendola fruibile per tutti.

Guido d'Arezzo

Siamo intorno all’anno 1000, in pieno Medioevo, quando il frate, ispirandosi alle prime sillabe dell’Inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono, battezzò le note “Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si“.

«Ut queant laxis ‖ Resonare fibris
Mira gestorum ‖ Famuli tuorum,
Solve polluti ‖ Labii reatum,
Sancte Iohannes.»

Per l’arrivo del “do” (che ha sostituito l’ut) bisognerà attendere il XVII secolo e Giovanni Battista Doni che prese in “prestito” le prime due lettere del suo cognome.

 

Lo sapevi che lo strumento più costoso al mondo è nato da mani italiane?

Si tratta della Viola Stradivari Macdonald valutata sui 45 milioni di dollari. Costruita da Antonio Stradivari nel 1719, se ne contano solamente 2 esemplari in tutto il mondo. Il celebre liutaio cremonese forgiò un’ampia varietà di strumenti.

Antonio Stradivari

Addirittura fabbricò oltre 1100 tra viole e violini e ben 80 violoncelli suonati dai più grandi musicisti di tutti i tempi tra cui, ad esempio, Niccolò Paganini.

 

Conosci quali sono le canzoni italiane più famose e cantate all’estero?

Accanto ai grandi classici come Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno, Con te partirò di Andrea Bocelli, Tu vuo’ fa’ l’americano di Renato Carosone,  la versione spagnola della celebre Tanti Auguri (Hay que venir al sur) di Raffaella Carrà troviamo gli emergenti Måneskin, e gli Eiffel 65 già noti in Italia per i tormentoni da ballare negli Anni 90. Il primato assoluto spetta, però, a ‘O sole mio, una delle canzoni italiane, o meglio napoletane, che più ci rappresentano nel mondo.

Domenico Modugno al Festival di Sanremo del 1958 durante l'interpretazione di Nel blu dipinto di blu
Domenico Modugno al Festival di Sanremo del 1958 durante l’interpretazione di Nel blu dipinto di blu

Ovviamente, tra i cantanti più amati oltreconfine, non potevano mancare nomi del calibro di Luciano Pavarotti, Mina, Al Bano, Toto Cotugno, Lucio Dalla, Paolo Conte, Vasco Rossi, Zucchero, Riccardo Cocciante, Laura Pausini e, ultimo ma non meno importante, Eros Ramazzotti.

 

Lo sai che i primi conservatori al mondo nacquero a Napoli?

Ebbene sì, fin dalla prima metà del XVI secolo, la città partenopea vantava già ben 4 conservatori di Musica. Il più antico in assoluto era quello di Santa Maria di Loreto (1535), seguito poi dal Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana (1578), Santa Maria della Pietà dei Turchini (1584) e, infine, Poveri di Gesù Cristo (1589).

Conservatorio di San Pietro a Maiella (Napoli)
Photo credits: MM (DecArch) Wikimedia Commons – Conservatorio di San Pietro a Majella (Napoli)

Nel 1797 Ferdinando IV di Borbone ne ordinò la chiusura per trasformarlo in ospedale militare. Dunque, Santa Maria di Loreto fu accorpato a Sant’Onofrio. Successivamente, le 4 realtà si fusero nell’attuale San Pietro a Majella. Siamo dinnanzi ad un’accademia musicale che rappresenta il nucleo formativo e tradizionale della prestigiosa Scuola Napoletana.

Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli- Sala Rossini
Photo credits: https://www.sanpietroamajella.it – Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli- Sala Rossini

Il primato non solo risiede nel fatto che Napoli possieda un patrimonio musicale secolare e di tutto rispetto, bensì nella ragione stessa per cui i conservatori vennero istituiti. Si trattava di strutture nate per “conservare” o meglio proteggere i giovani orfani o giovani provenienti da famiglie bisognose da avviare al mestiere di musicista. Grazie all’artigiano Maestro Francesco che raccolse numerosi orfanelli napoletani, ebbe origine l’insegnamento della musica come disciplina.

E qual è la canzone più antica d’Italia?

Scritta da Teodoro Cottrau, e nata inzialmente in lingua napoletana, Santa Lucia venne tradotta e pubblicata intorno al 1848. Fu la prima canzone partenopea tradotta in italiano ancor prima di assistere all’Unità del Paese.

Spartito del Brano Santa Lucia
Spartito della canzone Santa Lucia

Il brano evoca il borgo marinaro di Santa Lucia che si affaccia sul golfo di Napoli. Il suggestivo quadro dipinto rese la canzone la canzone un trionfo tale da essere esportato negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi, Boemia e Slovacchia. La versione più nota, attualmente diffusa, è quella registrata nel 1916 interpretata dal brillante cantante lirico napoletano Enrico Caruso.

 

Immagine in evidenza – Photo credits: sito web ufficiale Festa della Musica-Beni Culturali

Pubblicato il
21/06/2023