La Pasquetta a Bologna potrà essere stupefacente: vi è talmente tanto da vedere, assaporare, ammirare, fare, che potresti pensare di prolungare la tua permanenza. Anzi, se posso darti un consiglio, prova a pensare di allungarla di un paio di giorni!
La storia
La fondazione
Ed eccoci a Bologna, con la sua storia e il suo brulicare, con i suoi tanti parchi, i musei, i famosi colli. I primi insediamenti risalgono al 534 a.C.: gli Etruschi fondarono Velzna (o Felzna), usando lo stesso nome dato ad altre città – ad es. Orvieto, che significava “terra fertile”.
Le dominazioni
I Romani la conquistarono nel 159 a.C. dandole il nome di Bononia, che probabilmente deriva dal celtico bona, “luogo fortificato”. Bologna si trova sulla direttrice della Via Emilia per cui fu percorsa (e in parte distrutta) dai barbari. Nel 727 fu conquistata dai Longobardi; liberata da Carlo Magno, passò allo Stato pontificio sotto la cui influenza restò – tranne la breve parentesi trentennale con la guida della famiglia Bentivoglio – fino al 1700. Nel 1796 Napoleone la liberò dal dominio ecclesiastico, ma dopo il Congresso di Vienna (1815) tornò sotto il Papato, e ci restò fino al 1860, quando fu annessa al Regno d’Italia.
Libertà e ricchezza
Bologna fu la prima città europea ad abolire la servitù della gleba, nel 1256. In quest’epoca venne ampliata la cerchia delle mura e la città divenne uno dei dieci centri più popolosi d’Europa, con uno sviluppo urbano pari a quello di Parigi. La sua ricchezza economica era legata soprattutto all’industria tessile (arte della lana).
Il portico di San Luca e le Torri
Inizio col consigliarti il percorso sotto i portici, da Porta Saragozza fino al bellissimo santuario della Madonna di San Luca, che si trova al termine del portico più lungo del mondo (quattro chilometri e 489 scalini!). Bologna è nota per la Torre degli Asinelli e della Garisenda (citata, quest’ultima, da Dante) – ma ve ne sono altre venti che avevano funzione sia gentilizia che militare.
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L’Alma Mater
Bologna è famosa per la poco distante università, l’Alma Mater, in via Zamboni, indicata da più fonti come la più antica del mondo occidentale – la sua origine si fa risalire al 1088. Bologna ha avuto la terza cinta muraria, impreziosita da dodici porte, a racchiudere il suo bel centro storico, per ben sette secoli, dal 1200 agli inizi del 1900.
Le porte
Delle dodici porte ne restano in piedi dieci: ogni porta aveva la sua storia, il suo mistero. In Porta Saragozza nel 1982 ci fu un’occupazione da parte del movimento gay e nacque il primo centro lgbtqi+ in Italia, il Cassero. Da una ventina d’anni il Cassero (dall’arabo al Qasr, fortezza) ha cambiato sede: è sempre sul perimetro della cinta muraria, subito dopo Porta Lame, altra porta famosa, perché scenario – il 7 novembre 1944 – di un combattimento tra partigiani e nazisti, con la vittoria dei partigiani. Vi sono due statue raffiguranti partigiani che, pure in inferiorità numerica, riuscirono a mettere in fuga il nemico. La battaglia di Porta Lame fu uno degli episodi chiave per la Liberazione italiana dalle forze nazifasciste.
Il torrente Aposa
La città di Bologna è attraversata unicamente da un torrente chiamato Aposa, nome, sembra, di origine etrusca. Il già citato Cassero era la vecchia salara, dove, oltre al sale, venivano depositate le merci in attesa di partire verso est, verso il mare.
I canali
Ma Bologna è anche chiamata la piccola Venezia, per quel canale che resiste in centro, in via Piella. Fino alla Seconda guerra mondiale, infatti, una buona parte del centro storico era attraversata da canali: vi è infatti ancora oggi un quartiere chiamato “Porto”. I canali servivano per convogliare le merci fino in Romagna, lungo il delta del Po e verso il mare, attraverso i canali del fiume Reno.
Il fiume Reno
Il Reno non passava naturalmente per la città, ma fu deviato dal suo percorso originario (da Casalecchio di Reno, distante pochi chilometri) alla città felsinea, per scopi appunto di commercio.
Dopo la guerra
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i canali furono ricoperti e asfaltati per la ristrutturazione la modernizzazione della città: si trovano ancora foto, in alcune librerie e in alcuni locali dell’inizio del secolo scorso, in cui si vedono le donne recarsi ai canali e lavare i panni!
Il centro storico
Puoi continuare visitando il Duomo in via Indipendenza e poi arrivare alla Fontana del Nettuno in Piazza Maggiore, dove affaccia la famosa basilica di San Petronio – spesso confusa con il Duomo. Adiacente è la sontuosa Sala Borsa: una biblioteca enorme, fornitissima anche di contenuti multimediali, dove si svolgono eventi per adulti e bambini. La Sala fu palazzo dello sport, dagli anni Sessanta e prima della ristrutturazione degli anni Novanta: si giocava a basket – lo sport cittadino par excellence, e a boxe.
Il Sacrario dei partigiani
Sulla facciata della Sala Borsa ci sono centinaia di volti sconosciuti, per lo più giovani, che sembreranno guardarti: sono i caduti partigiani durante la lotta di liberazione contro l’occupazione nazifascista del 1943-1944. Molti furono fucilati proprio lì; così, dopo la Liberazione della città – il 21 aprile 1945 -, le donne costruirono questo sacrario in un moto spontaneo che le portò ad affiggere sul muro le foto dei propri cari deceduti.
Il Palazzo comunale
Accanto alla Sala Borsa vi è Palazzo D’Accursio, edificato tra il XII e il XIV secolo, storica sede del Comune di Bologna, i cui uffici sono stati spostati da alcuni anni in una nuova sede in Bolognina.
La Bolognina
La Bolognina è un quartiere storico, operaio, situato dietro la Stazione Centrale, dove Achille Occhetto, allora segretario del Partito Comunista Italiano, annunciò la “svolta della Bolognina”: il 12 Novembre 1989, tre giorni dopo la caduta del muro di Berlino, durante le celebrazioni per il 45º anniversario della battaglia di Porta Lame, propose un percorso di trasformazione del partito, con cambio del nome e del simbolo, per creare una nuova identità che marcasse la distanza con la triste fine del sogno “comunista”. La svolta della Bolognina fu il primo passo del processo che porterà alla nascita del Partito Democratico di Sinistra.
Il segreto della fontana del Nettuno
Tornando al centro e ad alcune tipicità della ricca città felsinea, tra Piazza Maggiore e la Sala Borsa si erge la nota fontana del Nettuno, del Giambologna, che dà il nome alla piazza. Ti invito a scoprire il divertente effetto ottico che produce. Se ti metterai in una particolare angolazione, vedrai il suo dito puntato che sembra un’erezione.
Vi è addirittura segnato una pietra scura all’ingresso della Sala Borsa che segna il punto in questione!
Un originale telefono senza fili
Di fronte alla Sala Borsa, in piazza del Nettuno, si erge il bel Palazzo del Podestà. Sotto le sue arcate vedrai probabilmente diverse persone ferme, di spalle, agli angoli della Torre dell’Arengo, intente a parlare. Potrai scoprire un interessante fenomeno acustico di trasmissione del suono in senso… diagonale: dagli angoli opposti si può infatti comunicare. Si narra che questo “canale” di comunicazione a distanza fosse stato architettato in epoca medievale per far confessare i lebbrosi.
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Lucio Dalla
A pochi passi da Piazza Maggiore c’è via d’Azeglio, una delle strade più eleganti di Bologna, con splendidi negozi. Si trova qui il sontuoso palazzo dove visse Lucio Dalla, talmente grande che prosegue per alcuni metri su Via D’Azeglio e gira poi su Piazza dei Celestini. Sulla facciata vi è un’installazione di Dalla che suona il sassofono. In Piazza Cavour – quella che lui chiamava “Piazza Grande” -, è stata installata nel 2022 una panchina con una statua di Dalla che guarda, assorto, verso l’infinito.
Piazza Santo Stefano
Molto bella è anche Piazza Santo Stefano – a poche centinaia di metri e subito dopo Piazza della Mercanzia – con la sua basilica dalle sette chiese, costruite in diverse epoche, per lo più ad opera del patrono della città, San Petronio. A pochi passi vi abita l’ex Presidente del Consiglio e importante personaggio politico, Romano Prodi.
Le tre frecce
Poi, puoi attraversare la bella Corte degli Isolani e ritrovarti su Strada Maggiore, dove puoi divertirti a cercare le tre frecce nell’alto portico in legno di Palazzo Isolani. Ci sono un paio di leggende in proposito, diverse nella causa, simili nel finale. Una narra che un nobile incaricò tre sicari di uccidere la moglie infedele. La donna si affacciò alla finestra senza veli, distraendo così gli arcieri che sbagliarono mira e scagliarono le frecce verso l’alto. L’altra sostiene invece che tre briganti si trovassero lì per uccidere un signorotto bolognese. Una fanciulla, affacciandosi nuda ad una finestra, li distrasse.
I musei
Bologna pullula di musei, di arte, di iniziative sociali e cinematografiche.
Tra i musei non si ha che l’imbarazzo della scelta: potrai visitare il Museo Civico Archeologico – per andare alla ricerca del passato della città -, la Pinacoteca Nazionale – con i grandi artisti emiliani -, il Museo Ducati – per gli amanti delle due ruote -, il Museo MAMBO (Museo Arte Moderna Bologna) – con la collezione Morandi, il Museo Civico Medievale, il Museo per la memoria di Ustica, un luogo suggestivo e commovente, dove è ricostruito l’aereo DC-9 con tutti i pezzi ritrovati negli anni.
Santa Maria della Vita
Imperdibile, in Via delle Clavature, il Complesso Monumentale Santa Maria della Vita è l’esempio più importante di Barocco bolognese, e comprende il Museo della Sanità e dell’Assistenza, situato nell’antico ospedale, l’Oratorio dei Battuti e il Santuario, in cui è custodito il più importante gruppo scultoreo in terracotta del Rinascimento italiano: il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, risalente alla seconda metà del Quattrocento e definito “urlo di pietra” da Gabriele D’Annunzio.
Le mostre
Attualmente in essere, poi, vi sono le mostre di Banksy, Jago e TV Boy – fino al sette maggio – e la mostra di Warhol, Haring e Basquiat – fino al 18 giugno.
Il cinema
Lunga e intensa è la storia d’amore tra Bologna e il cinema. Il primo film a Bologna fu proiettato nel 1896 nell’attuale Teatro Duse – allora chiamato Teatro Binetti. Diversi rinomati Festival internazionali di cinema si svolgono a Bologna, da maggio in poi.
La Cineteca
Ti consiglio, per ora, di visitare il cinema Lumière, ovvero la Cineteca di Bologna, con la sua bella piazzetta antistante dedicata al grande bolognese Pier Paolo Pasolini, e la Biblioteca Renzo Renzi. Si tratta di una vera cittadella dell’audiovisivo: la Fondazione Cineteca di Bologna è, infatti, da tempo considerata un punto di riferimento in Europa e nel mondo per il suo importante lavoro di conservazione, restauro, valorizzazione e promozione del cinema del presente e del passato. Essa custodisce, tra l’altro, l’archivio personale di Charlie Chaplin!
DAMS e Umberto Eco
In Piazzetta Pasolini – la piazza della Cineteca – vi sono gli spazi universitari del DAMS e, poco lontano, di Scienze della Comunicazione, la facoltà dove insegnò il semiologo (filosofo, scrittore, traduttore…) Umberto Eco.
I colli
I siti naturali
Resi famosi dai Lùnapop, i colli bolognesi sono abitati da secoli: vi sono delle ville splendide, alcune delle quali oggi visitabili. Fra le attrazioni naturali, ti segnalo Il Parco della Chiusa – a Casalecchio di Reno -, anche detto “Talon”, dal nome dei marchesi che lo fondarono nel 1600; il Parco dell’Abbazia di Monteveglio, estesissimo, dove potrai camminare fino a ritrovare i resti di un antico castello medievale; i “calanchi”, verso San Lazzaro di Savena: formazioni rocciose dall’aspetto ondulato che si alternano a grotte e conche. Il paesaggio, qui. pare lunare ed è forse unico in Italia.
I percorsi
Se sei amante di trekking, bicicletta o moto, potrai scegliere tra numerosi percorsi da fare tra i colli bolognesi.
Ci sono anche alcuni musei: ti segnalo il Museo della civiltà contadina e l’Ecomuseo della collina e del vino.
Il cibo
La cucina bolognese
Da ultimo, immancabile nella “grassa” Bulagna, il cibo! Arcinoti, perciò segnalati en passant: tortellini, lasagne, tagliatelle, il famoso bollito, la mortadella IGP, le tigelle e le crescentine – l’equivalente del gnocco modenese! Passando ai dolci, oltre alla torta di riso, potrai gustare la famosa mostarda, una confettura di pere e mele cotogne usata per la preparazione della pinza, delle raviole di San Giuseppe, del panone di Natale e del Certosino o Pan speziale. In centro, troverai tanti ristoranti e locali: ce ne sono per tutti i gusti!
Le cucine dal mondo
Potrai mangiare, inoltre, indiano, cinese, giapponese, palestinese, iraniano, coreano, afghano, greco, etiope-eritreo… La qualità è alta e… potrai sbizzarrirti in sperimentazioni culinarie!
Perdersi nelle meraviglie di Bologna è una delle idee migliori per trascorrere una Pasquetta emozionante e sorprendente!